La ricerca dell’assoluto consiste in un viaggio tra le opere di due giganti dell’arte del Novecento: Alberto Giacometti e Lucio Fontana. Un dialogo tra pittura e scultura che dà vita ad un immaginario onirico, pieno di poesia, nel quale il tempo sembra fermarsi e proporci una nuova prospettiva, che indaga la figura dell’uomo sulla terra e nel cosmo.
Giacometti e Fontana, come sottolineato da Chiara Gatti, curatrice della mostra, si sfiorano nella storia e percorrono le stesse rotte verso temi quali il vuoto, l’invisibile e il sacro. Entrambi gli artisti rinunciano ad una forma definitiva per dirigersi verso la ricerca di un altrove fisico e mentale, dove viene dato spazio all’intuizione e al gesto creativo e creatore. Fontana si spinge verso un linguaggio informale che nasce da uno studio di un infinito che precede la logica e la materia, Giacometti indaga la potenza della vita mettendone in luce la fragilità e la caducità, un’arte che va al di là della corporeità e che diviene portatrice del concetto heideggeriano di alétheia in quanto disvelamento.
Grazie a prestiti provenienti da importanti istituzioni e collezioni, fra cui la Fondazione Maeght di Saint-Paul-de-Vence e il Museo del Novecento di Milano, la mostra è articolata in un gioco tanto poetico quanto filologico di rimandi, dialoghi e citazioni, punteggiato di opere iconiche, per citarne alcune L’Homme qui marche e una Femme debout di Giacometti, forme antediluviane che abitano il tempo, oltre ai Concetti spaziali di Fontana, grumi di materia, coaguli prebiotici o meteoriti realizzati dallo scultore italo-argentino in bronzo o terracotta.
Parallelamente, l’esposizione Lucio Fontana. L’origine du monde, in mostra presso il Museo Novecento di Firenze fino al 13 Settembre 2023, riunisce una serie di disegni e piccole sculture che portano ad interrogarsi sulla genesi degli Ambienti Spaziali, dei Concetti Spaziali e delle Nature prodotti dall’artista italo-argentino. Il titolo della mostra evoca l’opera di Courbet e interpreta il significato gnoseologico del dipinto verso un’interpretazione dell’eros come forza generatrice della vita umana e del cosmo, un eros che a tratti abbraccia il basso materialismo delle funzioni corporali sessuali e a tratti l’alto del mondo platonico. Le opere mettono quindi in mostra l’eredità di Fontana, che parte da un passato dei primordi, quello della nascita della Terra, per dirigersi verso il futuro dell’Universo e la sua incalcolabile dimensione.
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