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Tra le abitudini peggiori dell’essere umano vi è quella di dare per scontato tutto. Le persone, le cose, le case. Quello che ci passa davanti agli occhi con ordinarietà diventa superfluo, una certezza che sembra non richiedere un benché minimo sforzo o valore. Ed è questo quello che si prova dinanzi al lavoro straordinario di studioconcreto che in mostra ha dato luce allo sguardo sul concetto di abitare, incentivando un ragionamento collettivo sul valore dei beni del piano INA-Casa.
Il MUST – Museo Storico della Città di Lecce ospita fino al 21 aprile 2024 la mostra INA-Casa Via del Mare, nuovi spazi di socialità, un progetto in divenire, che costruisce e non demolisce, nel pieno rispetto del suo concept. Ed è così che studioconcreto, una delle realtà più interessanti del sud d’Italia, mette l’accento non solo sull’abitare ma anche sulla ridefinizione delle relazioni sociali e delle dinamiche comunitarie partendo dallo studio di una specifica porzione urbana della città di Lecce, il quartiere INA-Casa Via Del Mare, dove lo stesso studioconcreto opera dal 2018.
La mostra, dal taglio multidisciplinare, conserva e restituisce un concetto importante ovvero la necessità di far vedere alle persone che il luogo che abitano ha una propria importanza, delle volte dimenticata. Divisa tra Passato, Presente e Futuro, la mostra include documenti storici che testimoniano la rilevanza e l’impatto del Piano INA-Casa a livello nazionale raccolti grazie alla collaborazione con gli archivi storici Generali – INA Assitalia e Arca Sud Salento. In un unico legame, i documenti si intrecciano alle opere di alcuni artisti, tra cui figure di spicco come Damiano Damiani (Pasiano di Pordenone 1922 – Roma 2013), Guido Guidi (Cesena, 1941); artisti visivi come Chiara Camoni (Piacenza 1974), Giuseppe De Mattia (Bari, 1980) e Gianfranco Baruchello (Livorno, 1924 – Roma 2023) ognuno dei quali offre una prospettiva sul tema politico e sociale della casa, del domestico, dell’abitare e della memoria.
La rivalutazione del quartiere, decifrato non come puro dormitorio ma come realtà a sé stante, come luogo di comunità e condivisione, è resa dalle testimonianze fotografiche, dalle opere e dalla pellicola Case per il Popolo di Damiano Damiani, restaurata dalla Cineteca di Bologna, intesa come restituzione delle condizioni di vita preesistenti al Piano INA-Casa. Qui le “formelle”, ovvero alcune delle targhe identificative del Piano INA-Casa, assumono un ruolo importante e non solo per il valore artistico in sé. Attribuibili ad artisti significativi per il famoso piano urbanistico, come Pietro De Laurentiis, Guerrino Tramonti e Publio Morbiducci, le formelle diventano uno dei nuclei centrali della mostra per il legame visivo che ne scaturisce in quanto espressione, non solo estetica, ma anche tangibile del legame tra storia, arte e comunità. Le formelle, come sigilli di garanzia di abitabilità, hanno infatti contribuito a creare un senso di appartenenza degli abitanti nei confronti delle loro abitazioni, rappresentando un simbolo tangibile della volontà dello Stato di fornire alloggi dignitosi ai lavoratori e promuovere la costruzione di comunità nei nuovi contesti urbani.
La mostra parte dal quartiere INA-Casa Via del Mare, attraverso opere d’arte, documenti storici e progetti per il futuro, pone le sfide del vivere urbano e dell’abitare mettendo in primo piano i beni del piano INA-Casa, il loro valore cittadino, assecondandone una visione romantica e reale. Sopra ogni cosa, la mostra pianta dei semi su una riflessione dedicata alla loro conservazione e sull’integrazione di nuovi elementi capaci di combinare sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
E quando una mostra parte da quei famosi semi ed è in grado di sviluppare radici allora è lì che quel famoso cambiamento si compie. In Via del Mare, le radici sono forti e robuste, come solide e resistenti sono le azioni di chi ha fatto di questo stare un abitare.