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‘A Promise of Immortality’: Pablo Candiloro alla Galleria Giampaolo Abbondio, Todi
Mostre
di redazione
A Todi, la Galleria Giampaolo Abbondio presenta “A PROMISE OF IMMORTALITY”, la personale di Pablo Candiloro (Buenos Aires, 1976).
«La mostra, la terza dopo l’apertura della sede della galleria in Umbria, presenta la produzione pittorica più recente dell’artista argentino, già protagonista nel 2017 di una personale nello spazio milanese (“Stop searching for me Marcelo, Galleria Pack”). Un percorso che si propone come un omaggio all’“immortalità” della pittura, medium con il quale Candiloro si immedesima totalmente, ciclicamente rinnegandolo per poi riprenderlo su livelli più profondi e di prospettiva.
Le quattro sale della galleria espongono una quarantina di dipinti, che illustrano le tre serie che hanno impegnato l’artista negli ultimi quattro anni. A partire dalle monumentali tele di Domani al mare, dove la sintesi formale rispetto alle precedenti prove si fa radicale, con un approccio lirico guidato dall’evocazione di Mark Rothko.
La successiva, Disidratazione, si presenta come un’installazione composta però da venti singole opere, autoritratti di grandi artisti del passato che Candiloro reinterpreta.
E qui emerge un passaggio concettuale chiave: l’artista brucia con una pistola termica il colore appena steso, in tal modo “uccidendo” la pittura. Per poi “resuscitarla” con nuove prospettive. Nell’ultima serie, Tavolozza infinita, c’è infatti una sorta di “ripartenza” formale: tornano i temi classici della pittura, fiori, paesaggio, architettura, figura umana.
Ma le opere ora sono influenzate dal sopraggiunto clima pandemico: con i toni che si fanno quasi lividi, specchio dello stato d’animo dell’artista», ha spiegato la galleria.
Le parole di Giampaolo Abbondio, gallerista
Come è nata la personale di Pablo Candiloro?
«Conosco Pablo Candiloro da più di quindici anni, mi venne presentato in due occasioni diverse dai Masbedo e da Robert Gligorov, l’avere l’endorsement di ben tre artisti mi fece voler approfondire la conoscenza. Ci vollero però sette anni prima di fare qualcosa insieme: lo presentai la prima volta insieme a Marco Neri al Flash Art Event dove ebbe un riscontro molto lusinghiero, nel 2017 ebbe la sua prima personale in galleria, “Stop Searching For Me, Marcelo”, fino all’attuale “A PROMISE OF IMMORTALITY”».
Come si colloca nella ricerca della galleria?
«Pablo è un vero outsider, non solo per il fatto di essere argentino, quindi di provenire dall’Italia capovolta (come immagino io l’Argentina, dove però non sono mai stato), ma è un pittore dotato di un talento e di una forza creativa più unica che rara, adoro il suo umorismo nero, la sua capacità di compassione, l’amore per l’arte italiana del Ventesimo secolo (facile riconoscere citazioni di Burri, Manzoni, Boetti, Fontana, Morandi) e per Piero Della Francesca a cui riconduce la genesi della sua vocazione a diventare artista».
Come sarà articolato il percorso espositivo e quale nucleo di opere saranno in mostra?
«La mostra è distribuita sulle quattro sale che costituiscono la galleria, sono presenti ben quattro blocchi di lavoro realizzati negli ultimi cinque anni, creando uno straordinario caleidoscopio composto da più di sessanta tele».
Come queste opere si collocano, più in generale, nella ricerca dell’artista?
«In mostra si può ritrovare tutto il percorso pittorico di Pablo. Cinque anni di produzione sono veramente tanti nella vita di un pittore, specie uno così dedito alla propria arte».
Quali mostre ospiterà la galleria nei prossimi mesi?
«Stiamo organizzando mostre di Roger Ballen, Maria Magdalena Campos-Pons, Olu Oguibe e altri da cui aspettiamo conferma. A parte Ballen, ci terrei che le opere venissero realizzate direttamente a Todi, per assorbire l’influenza Rinascimentale che si trova a ogni passo». (SC)