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Alessandria Preziosa. Un laboratorio internazionale al tramonto del Cinquecento
Mostre
La mostra Alessandria Preziosa. Un laboratorio internazionale al tramonto del Cinquecento è realizzata in collaborazione con la Galleria degli Uffizi e si avvale di diversi prestiti dal prestigioso museo fiorentino e altre istituzioni italiane. La mostra raccoglie un importante nucleo di oggetti ecclesiastici d’arte suntuaria. Il percorso è ripartito in 7 sezioni che invitano nell’arte della toreutica e dell’oreficeria tra il 1560 e il 1630, durante gli anni della Controriforma.
Alessandria è stata ufficialmente fondata nel 1168 in onore di Papa Alessandro III (1100-1181) ed è anche la provincia natia di Papa Pio V(1504-1572), l’unico papa piemontese della storia. Pontefice dal 1566, fa costruire un convento dominicano nel suo paese d’origine, il Complesso di Santa Croce di Bosco Marengo. Il Papa alessandrino, promotore dell’arte, riesce a custodire in questo luogo lo spirito artistico dell’epoca in una convergenza tra le influenze nordiche e quelle del centro Italia, di Firenze e Roma. Un’edizione del 1600, stampata ad Alessandria, raccoglie documenti e privilegi spettanti al convento di Santa Croce.
Insieme ad altri rari ed inediti volumi di politica e letteratura, realizzati da maestri tipografi del territorio, questi testi costituiscono il prologo di Alessandria Preziosa. I tomi dialogano con un solenne tabernacolo eucaristico in legno dorato decontestualizzato dalla sua tipica sede e collocato su una pedana all’altezza dello sguardo dei visitatori. L’oggetto che per sua natura rappresenta il cuore della chiesa è stato costruito da un intagliatore del territorio della fine del XVI secolo e dipinto di pittura aurea per esaltarne l’importanza.
Una Madonna adornata a festa da una corona e gioielli preziosi vigilia accanto alle stauroteche che custodiscono i frammenti della Vera Croce. È la Madonna di Crea (1605-1608) di Giuglielmo Caccia, detto il Moncalvo, che tiene in braccio il bambino Gesù. In un’abbondanza di dettagli, tra putti, santi e decorazioni in oro e argento con gemme e cristalli di rocca, gli elaborati reliquiari esaltano la grandezza del sacro contenuto. Dopo il Concilio di Trento la Chiesa commissiona opere virtuose che valorizzano al massimo i soggetti di devozione in un apice di sontuosità, modernizzando le immagini medievali.
Un grande quadro di Giorgio Vasari (1511-1574) raffigura l’Ultima Cena (1567-69). Le vesti di Gesù e degli apostoli sono semplici, così come lo è la modesta tavola, in netto contrasto con lo sfarzo della chiesa cattolica del Cinquecento. L’opera faceva parte dell’ordine inferiore della gran macchina d’altare della chiesa di Santa Croce. L’intero progetto è stato realizzato dal Vasari insieme a a Francesco Morandini, detto il Poppi (1544 -1597) e altri collaboratori, su richiesta di Papa Pio V. La macchina è stata però sostituita nel corso del Settecento, oggi rimangono solo i quadri.
«Il Papa mi ordinò che io facessi per l’altar maggiore della detta sua chiesa del Bosco, e non una tavola, come s’usa comunemente, ma una macchina grandissima quasi a guisa d’arco trionfale, con due tavole grandi, una dinanzi et una di dietro, et in pezzi minori circa trenta storie piene di molte figure che tutte sono a bonissimo termine condotte […]». Giorgio Vasari, 1568
Alla fine del 1500 Francesco di Giovan Battista del Tadda (1497-1585) ritrae preziosamente Cosimo I de’ Medici con un commesso di pietre dure e tenere, un vero e proprio quadro in pietra, tratto da un modello dipinto di Domenico Cresti, detto il Passignano (1559-1638). Il quadro nella sua singolarità è un esempio di raffinata arte glittica, uno dei primi mai realizzati.
Una selezione di opere in metalli preziosi testimoniano la maestria dell’epoca. Ne è un esempio il busto realizzato per contenere le reliquie di San Marziano (I secolo-II secolo), martire e primo vescovo di Tortona. La scultura, posta su un basamento a tre gradini con un podio decorato da teste di angeli, rappresenta il Santo in un piviale adornato da racemi vegetali. Il viso è solcato dalle rughe in un’intensa espressione adornata dalla mitra vescovile. Alessandria Preziosa è un viaggio nell’iconografia ecclesiastica attraverso opere che esprimono devozione religiosa. Nonostante una significativa ostentazione di ricchezza sono stati prodotti rari e preziosi oggetti artistici, alcuni dei quali ancora in uso.
La mostra è un’occasione per osservare la storia dell’arte del periodo manieristico da un differente punto di vista, attraverso l’operato di abili artigiani e artisti che hanno saputo dare forma alla realtà utilizzando metalli pregiati, di difficile lavorazione. La città di Alessandria del tardo Cinquecento si è distinta come un laboratorio internazionale che ha saputo intercettare gli influssi culturali e distinguersi come polo produttivo. Completa il percorso espositivo la proposta di un itinerario culturale e artistico intento ad accompagnare il visitatore alla scoperta dei principali luoghi della provincia, per scoprire il territorio e la sua storia.