Alessandro Valeri, Mira
C’è un mondo che sfugge alle mappe, scandito da un tempo sospeso dall’ordinario e dove gli individui si fanno maschere: è il circo. Ed è su questa soglia che si colloca il ciclo di opere di Alessandro Valeri dedicato al mondo circense, in mostra a Modena nell’ambito di Nella mente del Maestro, progetto espositivo promosso da Dalí Universe di Beniamino Levi, nella nuova ala del Palazzo dei Musei, visitabile fino al 29 giugno 2025
Le fotografie di Valeri, tutte in grande formato, in bianco e nero su carta intelata, si aprono alla dimensione onirica e psichica con la naturalezza di un acrobata. L’artista romano, attivo tra fotografia, pittura, performance e installazioni, ha sempre declinato la sua ricerca intorno ai confini del visibile e dell’invisibile, tra quotidiano e visionario, sfuggendo a schemi costrittivi.
Nel 1999, Valeri decise di unirsi per oltre un mese alla compagnia dei fratelli Togni, vivendo sotto il tendone e raccogliendo immagini e sensazioni da partecipe silenzioso. Il suo sguardo – come scrive l’antropologo Giorgio Calcara nel testo che accompagna la serie – è «Quello delicato di chi è nella scena, ma quasi invisibile», e riesce a cogliere gli interstizi emotivi, le pieghe che animano le relazioni tra esseri umani e animali. Il pachiderma immobile, il cavallo bianco che sfiora l’aria, il rinoceronte minaccioso: figure archetipiche che dialogano con l’immaginario surrealista, risuonando con le forme esasperate di Salvador Dalí, ma restando radicate in una dimensione esistenziale, malinconica, quasi bergmaniana.
La dimensione teatrale che Valeri cattura è intrisa di nostalgia: ogni fotografia è attraversata da pennellate pittoriche, a olio e acrilico, che ne disturbano la superficie, accentuando la tensione tra immagine e memoria, documento e sogno. Il bianco e nero trasforma questi scatti in reliquie di una memoria collettiva che sfiora l’archetipo.
Questa ricerca trova una nuova risonanza nel contesto più ampio della mostra modenese, dove le opere di Valeri dialogano con l’immaginario di Salvador Dalí, la cui visione surrealista – alimentata da suggestioni psicanalitiche, metamorfosi alchemiche e simbolismi ossessivi – si riflette in molte delle sculture e opere grafiche esposte. Il progetto di Dalí Universe, guidato da Beniamino Levi, propone un itinerario nell’inconscio, reso tangibile anche dalla presenza di monumentali sculture daliniane collocate in luoghi strategici della città – tra cui Largo San Giorgio e Porta Bologna – come estensione urbana della mostra.
Nella sezione dedicata a Valeri, un controcanto contemporaneo restituisce al circo il suo statuto di soglia: l’ambiguità del ruolo, il peso del travestimento, il rito quotidiano che diventa magia. Figure marginali, freaks, donne fatali, animali mitici e uomini soli si incontrano sotto un tendone a strisce, alle periferie delle città, invitando a scoprire la meraviglia.
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Estupendo como siempre todos los informes. Poco más que decir desde aquí, una fuente inagotable de información sobre las diversas actividades artísticas de país de mi bisabuelo paterno. Había escrito con anterioridad, varios meses atrás, reenvió vuestro material a algunos artistas reconocidos de aquí (Montevideo, Uruguay), con los cuales mantengo lazos de amistad primero y profesionales después. Saludos a todos.