Tre mostre a chiusura d’anno, per rendere conto delle varie sfumature della cultura visiva contemporanea, tra talenti emergenti, sperimentazione ed esperienze ludiche. FMAV – Fondazione Modena Arti Visive presente i suoi nuovi progetti, che si diffonderanno negli spazi di Palazzo Santa Margherita e della Palazzina dei Giardini, dall’undicesima edizione del Premio Davide Vignali, alla full immersion nell’universo parallelo e pixelato di Minecraft Museum Adventure, fino all’immaginario surreale, visionario, fanta-scientifico ma innestato nel presente del collettivo IOCOSE. Un programma eterogeneo, dunque, che restituisce le diverse “anime” che compongono FMAV, istituzione nata nel 2017 dalla confluenza tra Galleria Civica, Fondazione Fotografia e Museo della Figurina, su iniziativa del Comune di Modena e di Fondazione Modena.
Si parte con la mostra del Premio Davide Vignali, promosso da FMAV insieme alla Famiglia Vignali e all’Istituto d’Arte Venturi di Modena, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, con l’obiettivo di sostenere la creatività dei giovani talenti del territorio. Dedicato allo studente dell’Istituto Venturi prematuramente scomparso nel 2011, quest’anno l’iniziativa, che racconta il mondo interiore delle giovani generazioni e le loro ipotesi sul presente e sul futuro, ha visto la partecipazione di 127 studenti e ha premiato Anita Schulte-Bunert (IIS Blaise Pascal, Reggio Emilia), primo premio per “Se dici che mi vedi meglio significa che non sto abbastanza male”; Sara Ori (IIS Venturi, Modena) secondo premio per “Persone normali”; Martina Magnani (Liceo Corso, Correggio (RE)) terzo premio per “Educati ad essere perfetti”; Rebecca Felicelli e Sofia Kalfus (IIS Venturi, Modena) Premio Venturi per “Become adult”; Martina Bellapianta (IIS Venturi, Modena) Menzione speciale per “Empatia”; Gloria Venturelli (IIS Venturi, Modena) Menzione speciale per “Non l’ho fato a posta”. Sabato 26 novembre, presso la Sala Toccafondo di Palazzo Santa Margherita, si terrà la premiazione degli studenti vincitori.
Sempre a Palazzo Santa Margherita, al Museo della Figurina, visitabile anche “Minecraft Museum Adventure. Viaggio nel mondo della figurina”, progetto a cura di Francesca Fontana e Lorenzo Respi. Creato nel 2009 dallo sviluppatore svedese Markus Persson, detto “Notch”, Minecraft è il videogioco multipiattaforma più diffuso al mondo, con 238 milioni di copie vendute. Grazie alla particolare dinamica di gioco, che permette di esplorare liberamente un mondo 3D costituito da blocchi in stile vagamente Lego, Minecraft è considerato non solo un passatempo ma anche un utile mezzo di apprendimento e uno strumento per sviluppare la creatività , la logica, il pensiero computazionale e le capacità di problem solving, visto che, utilizzando i vari “materiali” messi a disposizione si può costruire praticamente di tutto.
E infatti, attraverso le collezioni e i materiali conservati al Museo della Figurina – connessi al concetto di edutainment, dal momento che lo scopo della figurina era insegnare qualcosa in maniera divertente – è stato sviluppato, insieme a Future Education Modena, un progetto per la ricostruzione del Museo all’interno di Minecraft (Java Edition), con gli obiettivi di amplificare l’esperienza museale utilizzando il videogioco, coinvolgere i più giovani nella visita al museo e integrare l’esperienza analogica e quella digitale.
La sede museale è diventata così visitabile anche in versione virtuale e gli utenti possono interagire con il suo patrimonio attraverso una serie di giochi di difficoltà crescente che spaziano dal parkour alla logica: una vera e propria escape room sui temi dell’allestimento contenente sfide, indovinelli e prove che saranno implementati in occasione di ogni nuova mostra.
La Palazzina dei Giardini ospita invece “Loops & Vectors”, la prima mostra personale in un’istituzione museale del collettivo artistico IOCOSE, a cura di Francesca Lazzarini e Daniele De Luigi. Il collettivo ha raccolto per l’occasione una serie di opere realizzate nell’ultimo decennio che come spiega la curatrice “sono variamente informate da questi due diversi tipi di movimento: da un lato il loop, la circolarità , che può essere intesa in un’ampia varietà di accezioni, dalla ripetizione fino a un modello di tempo alternativo a quello lineare; dall’altra il vettore, una linea che indica direzione e movimento, anch’essa soggetta a interpretazioni multiple: dallo scarto sino alla linea di fuga”.
Fondato nel 2006 da Matteo Cremonesi, Filippo Cuttica, Davide Prati e Paolo Ruffino, il collettivo ha incentrato la propria indagine sulla ricerca delle tracce lasciate nel presente dai fallimenti delle narrazioni sul futuro della tecnologia. Una sovrapposizione di tempi, piani e immaginari che, attraverso una lettura poetica e surreale dei miti del progresso ma anche del racconto e della cronaca, produce nuove interpretazioni del mondo che ci circonda.
Per l’occasione, il collettivo ha raccolto una serie di opere realizzate nell’ultimo decennio che, come spiega la curatrice, «Sono variamente informate da questi due diversi tipi di movimento: da un lato il loop, la circolarità , che può essere intesa in un’ampia varietà di accezioni, dalla ripetizione fino a un modello di tempo alternativo a quello lineare; dall’altra il vettore, una linea che indica direzione e movimento, anch’essa soggetta a interpretazioni multiple: dallo scarto sino alla linea di fuga».
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