12 dicembre 2019

Allo Spazio Pasqualini di Venezia, l’eterno contemporaneo di Leonardo

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In mostra allo Spazio Silvio Pasqualini di Venezia, un dialogo tra cinque Maestri contemporanei e il genio senza tempo di Leonardo da Vinci

Roger Ballen

Opening sabato, 14 dicembre, alle ore 18.30, per lo Spazio Silvio Pasqualini a Venezia che, fino al 31 marzo 2020, presenta una collettiva liberamente ispirata al cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci. In dialogo, opere inedite e dedicate di Roger Ballen (New York, 1950), Rosario Galatioto (Cordes sur Ciel, 1969), Simon Gaon (New York, 1943), Silvio Pasqualini (Morro d’Alba, 1956) e Isao Tomoda (Tokyo, 1943). La mostra a cura di Annarita Rossi riflette sulla figura enigmatica della Monna Lisa e sulle implicazioni prettamente umanistiche e imperiture del lascito del grande artista rinascimentale.

«L’arte, così come la storia, è custodita in luoghi senza porte, in spazi eterni, dove tutto ciò che si è manifestato è mescolabile, amalgamabile e per cui ogni analisi escatologica potrebbe offuscare l’orizzonte della nostra comprensione. Passato e presente sono fusi in un eterno momento di cammino», ha spiegato Pasqualini. Che, nella duplice veste di gallerista e artista, ha aperto il proprio spazio – presente nei pressi dell’Università Ca’ Foscari dal 2015 ma piuttosto riservato a scambi tra artisti e a dialoghi di stampo umanistico – a una collettiva per la quale Roger Ballen, tra i massimi esponenti viventi della fotografia artistica e appena omaggiato in Italia dalla retrospettiva dedicatagli dalla Fondazione Sozzani, ha presentato un’opera inedita e che ha la sua genesi sui muri di Johannesburg.

Allo Spazio Pasqualini, rienterpretazioni dello sguardo di Leonardo

Dal confronto fra l’opera dell’artista Simon Gaon, considerato l’ultimo maestro espressionista, americano ma di scuola europea, allievo diretto di Oskar Kokoschka e di Arthur Bresler, e la Monna Lisa del giapponese Isao Tomoda, impressionista, dotato di una levatura tecnica unica, nasce la sensazione di venire trasportati alle soglie di un tratto di storia, tale da trovarsi di fronte a una visione di potente bellezza. Accade poi, nella realtà mutata di Roger Ballen, che la Gioconda divenga psiche, che si fa immagine nuda, portatrice del nostro disagio. Americano di nascita ma sudafricano di adozione, Ballen è forgiatore della realtà in altra realtà, da quella che egli stesso definisce «finzione di documentazione», eppure reale e in cui ogni particolare e accessorio non è che un simbolo. Gli occhi della Monna Lisa di Ballen rappresentano un vero e proprio baratro, pericolosamente vicino. Gli stessi occhi che parallelismi inconsci uniscono alla visione del ciclo pittorico di Silvio Pasqualini e che sono interpretati come segni inscritti nella storia dell’umanità e del presente.

Silvio Pasqualini, Caro Leo, 2019

È con questo spirito che nascono le opere di cui Caro Leo, a firma di Pasqualini, è emblema del dialogo e del confronto con il lascito del Leonardo da Vinci più prossimo a noi e iscritto nel nostro presente. Paesaggi resi in stratificazioni profonde, liberi da ogni raffigurazione umana, nelle due opere di Rosario Galatioto, artista francese, originario di Cordes sur Ciel. Nella sua interpretazione, Monna Lisa è incorporea ma ne appare, infine, lo sguardo, sciolto da confini rappresentativi e dove il paesaggio rinascimentale diviene entità e sostanza. Nell’opera di Galatioto, lo sguardo è liberato dal nascondimento e reso in assoluta dolcezza. «L’arte è generata spesso da un incidente, un corto circuito: ed è così che nasce la mostra Eterno», ha spiegato la curatrice, Annarita Rossi. «Si tratta di poesia muta, come la definiva Leonardo, ma resa in dialoghi serrati, trasposti in opere che sono varchi, passaggi in non-luoghi. A tu per tu con la genialità universale di cui Leonardo è precursore e là dove il tempo è un particolare trascurabile accade il lusso del confronto».

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