“All’ombra di Leonardo” alla Venaria Reale è organizzata dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude con la partecipazione dei Musei Vaticani. Curata da Alessandra Rodolfo e Andrea Merlotti, la mostra è dedicata alla cerimonia della Lavanda dei piedi, una tradizione della Chiesa Cattolica svolta il giovedì santo nella Missa in Cena Domini.
La Lavanda dei piedi è stata compiuta da Gesù Cristo durante l’Ultima Cena, la vicenda viene narrata nel Vangelo secondo Giovanni (13,1-15) e si riferisce al momento in cui il profeta cristiano lava i piedi degli apostoli per dimostrare loro l’importanza di amare il prossimo. Questa usanza è stata ripresa dalla Chiesa cristiana, in particolare dal Papa, e dai monarchi durante il corso della storia, ed è praticata ancora oggi. La Sala Ducale del Palazzo Vaticano veniva allestita per l’occasione con due importanti arazzi, protagonisti di questa mostra.
“All’ombra di Leonardo” è un viaggio che ci riporta nel primo Cinquecento, quando Enrico II di Valois, secondogenito del re di Francia Francesco I, si sposa con Caterina De’ Medici, nipote di papa Clemente VII. Per suggellare l’unione tra la Francia e il Papato, il re di Francia regala a Papa Clemente un prezioso arazzo in seta, argento ed oro, raffigurante in maniera quasi esatta l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci. L’unica differenza con l’opera di Leonardo riguarda lo sfondo: minimale nel dipinto eseguito da Leonardo, nell’arazzo contiene un’architettura rinascimentale ispirata alla corte di Francia. É possibile che il cartone preparatorio dell’arazzo sia stato ideato sotto la direzione dello stesso Leonardo, poiché le fonti lo documentano alla corte di Francesco I dal 1516 al 1519. Nello stesso periodo, e sempre per Clemente VII, viene eseguito un ulteriore arazzo di pregiata manifattura delle Fiandre, per il dossale del suo baldacchino papale, disegnato dagli allievi di Raffaello. Dopo quarant’anni, l’arazzo del baldacchino papale viene mostrato al pubblico.
La mostra espone un altro grande arazzo che raffigura la Lavanda dei piedi di Cristo, realizzato a Parigi dalla Manifattura dei Gobelins, da una serie di quadri ad olio e di stampe che documentano la cerimonia, oltre che da due splendide brocche utilizzate per la lavanda, una delle quali è stata utilizzata da Carlo Felice e Carlo Amedeo di Savoia. Le opere provengono dai Musei Vaticani, dal Palazzo del Quirinale, dal Museo di Roma, dai Musei Reali di Torino, dal Museo Diocesano Tridentino, dalla Civica Raccolta delle Stampe A. Bertarelli di Milano e da diverse collezioni private. Il visitatore è accolto nella mostra dal brano Divine Objects, del compositore islandese Jóhann Jóhannsson, una musica che trasporta in un’atmosfera suggestiva, accompagnata da frammenti di filmati in bianco e nero che rimandano immediatamente alla dimensione sacra e liturgica della mostra.
L’allestimento della mostra è a cura di Lorenzo Greppi e il catalogo è edito da Silvana Editoriale.
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