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Andrea Fogli, una segreta corrispondenza: la mostra al Mattatoio di Roma
Mostre
C’è una profonda analogia che mette in correlazione il numero, una delle astrazioni più complesse e radicate del pensiero umano, e la forma, come tentativo di conferire una rappresentazione definita a ogni tipo di oggetto, che sia corporeo o fantastico. Questa affinità può essere una progressione che va dall’indefinito e torna all’infinito oppure una corrispondenza più o meno manifesta, esplicita o segreta. Tra questi corsi e ricorsi si muove la ricerca di Andrea Fogli, percorsa ampiamente in 7 Atlanti, mostra visitabile fino al 2 febbraio 2025 negli spazi del Padiglione 9a del Mattatoio di Roma.
La corrispondeza tra numeri e forme
Andrea Fogli, nato a Roma il 25 dicembre 1959 e laureato in Filosofia con una tesi su Alberto Savinio, ha sviluppato una pratica artistica che intreccia ricerca concettuale e spirituale. Dal suo esordio alla Galleria di Ugo Ferranti negli anni ’80, ha esposto in prestigiose sedi come il Rupertinum di Salisburgo, il MART di Rovereto e il Museo Nazionale della Ceramica Duca di Martina di Napoli. La sua opera si distingue il carattere profondamente umano e meditativo e per l’uso di materiali semplici e primordiali, come l’argilla e la carta, che diventano strumenti per un’indagine sull’identità e la memoria collettiva.
Curata da Stefano Chiodi e promossa da Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo, la mostra al Mattatoio riunisce i principali cicli di opere realizzati da Fogli, dal 2000 a oggi, con un affondo nei primi anni ’80, con la serie dei Disegni neri, circa un migliaio di carte realizzate che costituiscono il primo grande ciclo di opere dell’artista romano. Ogni ciclo si configura letteralmente come un Atlante, un diorama di figure e luoghi sospesi tra realtà e immaginazione. Cicli che, come in una concatenazione indissolubile di fatti, eventi, date, sono stati conservati nella loro interezza, impedendone lo smembramento per fini commerciali. È un’unica opera polifonica, polimaterica, in divenire, completata giorno dopo giorno come le pagine di un diario, con un numero di elementi variabile: talvolta 59, richiamando i grani del rosario; altre volte 365, come i giorni di un anno; oppure 111, un chiaro omaggio agli enigmatici “libri rossi” di Alighiero Boetti.
Tra ombre, antenati e volti: la mostra al Mattatoio di Roma
La mostra di Andrea Fogli al Mattatoio di Roma si presenta dunque come un itinerario scandito in tre atti, preceduti da una suggestiva ouverture. Il percorso si snoda tra l’informe e la nitidezza assoluta, attraversando sculture, disegni e installazioni che dialogano nella profondità del tempo, della materia e dello sguardo, ma anche con la loro superficie.
Il primo atto si apre con il ciclo Effemeridi del Giardino (2019), 59 piccole sculture polimateriche accompagnate da fotografie e testi manoscritti, nate lungo le rive del Tevere in 59 giorni consecutivi. Questi oggetti effimeri, modellati in argilla cruda, sembrano evocare una celebrazione del transitorio svolta nell’intimità del quotidiano.
Nella prima stanza, i Dormienti proseguono questa ricerca, un ciclo di altrettanti frammenti di argilla cruda realizzati tra il 2021 e il 2022. Le sculture, simili a grani di un rosario laico, suggeriscono una riflessione sul tempo come materia plasmabile, fragile ma essenziale.
La seconda stanza accoglie una parte de Il Diario delle Ombre (2000-2006), la cui serie completa è composta da 355 disegni realizzati nei giorni diversi dell’anno e accompagnati da motti evocativi, e le 141 sculture del Piccolo Popolo, della serie di terrecotte Diario delle 365 figure (2019-2022). Il cuore pulsante della sala è rappresentato dal ciclo Vedenti (2002-2024), esposto nella sua interezza per la prima volta: 111 disegni a matita che costituiscono una sorta di “galleria degli antenati”.
Questa serie, nelle parole dell’artista, nasce con l’idea di «Comporre un memoriale – un monumento – aereo e leggero come una raccolta di farfalle, ma capace di penetrarti e fissarti negli occhi. E di affidare tutto al lento ricamo di una matita che traccia continue linee orizzontali, sovrapponendole le une alle altre, dal chiaro allo scuro, mentre lo sguardo lentamente affiora – ipnotizzandomi mentre disegnando lo scopro». Ogni ritratto raffigura il volto e lo sguardo di visionari controcorrente come Pier Paolo Pasolini, Rosa Luxemburg, Hannah Arendt e Walt Disney, figure che Fogli chiama “eretici maestri” per le sfide raccolte e rivolte alla contemporaneità.
Ad accompagnare l’esposizione, un catalogo curato da Chiodi e pubblicato da Quodlibet offre ulteriori chiavi di lettura, includendo una conversazione con l’artista e contributi di Giorgio Agamben e Carla Subrizi.