02 marzo 2022

“Antonio Ligabue. L’uomo, l’artista” all’Orangerie della Villa Reale, Monza

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Novanta opere, tra dipinti, sculture, incisioni e disegni, ripercorrono la vicenda umana e creativa di Antonio Ligabue. Nel percorso espositivo quattro opere provenienti dalla collezione d'arte di BPER Banca

Antonio Ligabue. L’uomo, l’artista', 2022, exhibition view, Orangerie della Villa Reale, Monza

All’Orangerie della Villa Reale di Monza fino al primo maggio è possibile immergersi nell’universo di Antonio Ligabue (1899, Zurigo – 1965, Gualtieri, Reggio Emilia) grazie all’antologica “Antonio Ligabue. L’uomo, l’artista”, a cura di Sandro Parmiggiani, prodotta e organizzata da ViDi in collaborazione con il Comune di Monza e il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza.
In mostra «novanta opere, tra dipinti, sculture, disegni e incisioni, che ripercorrono la sua vicenda umana e creativa, lungo un arco cronologico che dagli anni Venti del secolo scorso giunge fino al 1962, quando una paresi pose di fatto fine alla sua attività», hanno spiegato gli organizzatori. La mostra, inoltre, «riserva particolare attenzione alla sua produzione plastica, con un nucleo di oltre venti sculture in bronzo, soprattutto di animali».

Il percorso espositivo

«La mostra propone alcuni dei dipinti considerati tra i capolavori dell’artista, come Caccia grossa (1929), Circo (1941-42 ca.), Tigre reale, opera realizzata nel 1941 durante il secondo ricovero dell’artista nell’Ospedale psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia, Leopardo con serpente (1955-56), Testa di tigre (1957-58), Volpe con rapace (nibbio) 1959-60, Crocifissione (primi anni ’60). Non mancano gli autoritratti, specchio di un disagio esistenziale e della volontà di riaffermare la propria identità: Autoritratto con cavalletto (1954-55), Autoritratto con mosche (1956-57), Autoritratto con spaventapasseri (1957-58), il dolente Autoritratto (1957).
L’esposizione si snoda attraverso i due poli principali lungo i quali si è sviluppato il percorso artistico di Ligabue: gli animali, selvaggi e domestici, e i ritratti di sé, senza dimenticare altri soggetti come le scene di vita agreste o i paesaggi padani, nei quali irrompono, come un flusso di coscienza, le raffigurazioni dei castelli, delle chiese, delle guglie e delle case con le bandiere al vento sui tetti ripidi della natia Svizzera, dov’era nato e dove aveva vissuto fino all’espulsione nel  1919 – la memoria della patria perduta».

Antonio Ligabue, Autoritratto con cavalletto, 1954-1955, olio su tavola di faesite, 199 x 130 cm. Collezione BPER Banca, Milano

I quattro dipinti in prestito dalla collezione BPER Banca

«Come immagine guida della mostra è stato scelto Autoritratto con cavalletto (1954-1955), un grande dipinto ad olio su tavola di faesite, appartenente alla collezione d’arte di BPER Banca. Il prestito dell’opera, unitamente ad ulteriori tre dipinti acquisiti a seguito dell’incorporazione del ramo d’azienda di UBI Banca (Aratura con buoi, 1963-54; Ritorno dai campi con castello, 1955-57; Leonessa con zebra, 1959-60), rientra nelle attività promosse da La Galleria. Collezione e Archivio Storico per valorizzare e rendere maggiormente fruibile il patrimonio artistico di BPER Banca, sostenendo lo sviluppo culturale dei territori e della comunità. Grazie ai prestiti, “La Galleria” di BPER Banca sostiene e incentiva la diffusione della cultura, offrendo al pubblico la possibilità di apprezzare alcuni capolavori della corporate collection altrimenti non visibili», hanno spiegato da BPER Banca.

«Nel corso della sua vita, Ligabue ha realizzato numerosi autoritratti, quasi un diario autobiografico su tela, ma anche un mezzo per confermare il proprio status di pittore. In Autoritratto con cavalletto, l’artista raffigura se stesso nell’atto di dipingere un galletto, uno dei suoi soggetti preferiti, circondato da una natura rigogliosa dalla quale fa capolino un cane. Ligabue amava, infatti, ritrarre gli animali, poiché affini al proprio sentire.
Gli animali, selvaggi e domestici, e i ritratti di sé costituiscono i due poli principali lungo i quali si è sviluppato l’intero percorso dell’artista e si articola la mostra. A queste opere, si aggiungono altri soggetti, come le scene di vita agreste o i paesaggi padani, nei quali irrompono, come un flusso di coscienza, le raffigurazioni dei castelli, delle chiese e delle case della natia Svizzera. La rassegna monzese riserva infine particolare attenzione alla sua produzione plastica, con un nucleo di oltre venti sculture in bronzo, soprattutto di animali.
L’esposizione costituisce un ulteriore capitolo per riportare il lavoro di Ligabue a una corretta valutazione critica e storica: un’occasione per riaffermare, al di là delle fuorvianti definizioni di naïf o di artista segnato dalla follia, il fascino di questo “espressionista tragico” di valore europeo, che fonde esasperazione visionaria e gusto decorativo», hanno proseguito da BPER Banca.

 

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