Fino al 14 gennaio 2024, a Palazzo Saluzzo Paesana, a Torino, c’è un nuovo appuntamento con l’arte moderna. Nello specifico, con Pablo Picasso. La mostra, che porta appunto il titolo di Picasso, rendez-vous a Torino, è stata presentata giovedì 11 ottobre alla presenza dell’Assessora alla Cultura della Città di Torino, Rosanna Purchia. Realizzata grazie al lavoro organizzativo di Radar Eventi Culturali, Extramuseum arte e scienza, PTK Piemonteticket, patrocinata dalla Città di Torino, dalla Regione Piemonte e dalla Città Metropolitana, la mostra s’inscrive nel più ampio contesto delle celebrazioni per i 50 anni dalla morte di Picasso. Affidata alla curatela di Jean Christophe Hubert, l’esposizione si concentra su aspetti meno noti della vastissima produzione dell’artista spagnolo, costruendo un percorso espositivo attraverso più di 300 opere tra disegni, litografie, collage, illustrazioni, stampe e ceramiche.
A completare il tutto, è poi curioso e interessante il percorso fotografico curato e realizzato da David Lawrence di Templar de Presse, che introduce la mostra nelle sale di Palazzo Saluzzo Paesana. Questo percorso, concepito come a sé stante rispetto alla mostra vera a propria, propone immagini corredate da lettere immaginarie di importanti personaggi del mondo della cultura internazionale, in cui personalità che ebbero a che fare con Picasso nel corso della sua vita o che furono influenzate in qualche modo diretto o indiretto dalla sua arte, si rivolgono idealmente a lui, evidenziando aspetti del suo carattere, della sua arte e della sua biografia. Tra i personaggi oggetto dell’interesse di Lawrence, giusto per fare qualche nome, ci sono Orson Welles, Van Gogh, Baudelaire e David Bowie. Sicuramente la mostra nel suo complesso si prepara ad ottenere un buon successo di pubblico, anche il più generalista, nel pur ricco paniere di proposte artistiche e culturali del tradizionale appuntamento novembrino con l’arte nel capoluogo sabaudo.
Per anni considerato il genio senza paragoni delle Avanguardie nelle arti visive del novecento, Picasso è oggi vissuto da molte persone come un personaggio controverso, soprattutto a causa dei suoi burrascosi rapporti personali con il mondo femminile. È tuttavia impensabile non fare i conti tanto con la sua prolifica produzione artistica e il suo genio, così come con la sua veemente personalità, che hanno segnato in modo indubbio la storia dell’arte contemporanea dal cubismo in poi.
Riguardo alla mostra, però, rimarrebbe deluso chi si aspettasse di trovarsi di fronte ai suoi più noti e iconici capolavori pittorici. E tuttavia il percorso espositivo vale il viaggio, come si dice, proprio perché consente di gettare lo sguardo su una produzione meno nota di Picasso, come appunto quella nell’ambito delle arti grafiche.
Si tratta, insomma, di una buona occasione da cogliere per provare a misurarsi con la figura di Picasso, approfondendo gli aspetti della sua produzione nel campo delle arti grafiche e affini. Ma è anche una buona opportunità, per il pubblico, per conoscere la sua personalità e la sua biografia, magari nel tentativo di tratteggiarne una figura a tutto tondo come uomo, artista e personaggio influente della sua epoca, grazie anche alle parole inventate da Lawrence nel percorso fotografico sviluppato a latere della mostra.
Una nota particolare e particolarmente attuale in questi nostri giorni tormentati, va però a un disegno esposto in mostra. Si tratta della colomba della pace, realizzato da Picasso in occasione del Congresso Mondiale per la Pace di Parigi del 1949 e divenuto poi iconico, di cui sono esposte qui un paio delle numerosissime versioni prodotte dall’artista.
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