18 aprile 2024

Apre a Venezia Local Language, di Umesh Shah

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La Palazzina Libeccio, sull’Isola di San Servolo, ospita fino al 21 aprile “Local Language”, la mostra personale di Umesh Shah, pittore e professore di Belle Arti presso la Tribhuvan University, la più antica università del Nepal

Umesh Shah, Rhythmic Mood, oil on canvas, 24x36 inches, 2013

C’è una scena rurale, trasformata in una narrazione epica con carri trainati da cavalli quasi surrealisti: è Four Sisters Dancing, una delle opere di Umesh Shah esposte in occasione di Local Language, la mostra personale dell’artista che approda a Venezia, sull’Isola di San Servolo, dopo la tappa milanese – dall’8 al 14 aprile – in Via Melzo, in occasione del Chaitra Navratri, un festival dedicato al culto della dea Durga e dei suoi nove avatar: Durga, Shailputri, Brahmacharini, Chandraghanta, Kushmanda, Skandmata, Katyayani, Kaalratri, Maha. Gauri e Siddhidatri. 

Umesh Shah, Four Sisters Dancing, oil on canvas, 30×60 inches, 2014

Shah, che è pittore e professore di Belle Arti presso la Tribhuvan University, la più antica università del Nepal, è cresciuto nel Sarlahi, un distretto rurale del Nepal al confine con l’India, e ha trascorso l’infanzia osservando gli affreschi d’arte Mithila – una forma di pittura tradizionale indiana, praticata dalle donne appartenenti alle caste Brahman e Kayastha, nota per l’utilizzo di piante locali come pigmenti, sterco di mucca per il trattamento della carta e bastoncini di bambù o dita al posto dei pennelli – che sua nonna dipingeva sui muri durante le festività religiose e le funzioni familiari. 

Umesh Shah, Freedom (diptych), oil on canvas, 36×48 inches, 2012

Questo spunto, dichiaratamente biografico, ha un grande potenziale nella lettura delle opere esposte, che sono manifestazione concreta e visiva di un grande rispetto per la natura e di un rapporto, imprescindibile, tra esseri umani e animali: Freedom, per esempio, è un dittico raffigurante l’attimo in cui un uccello, in gabbia, viene liberato per mano di una figura femminile, primordiale, nobile nei gesti e dai colori insoliti tipici delle divinità; The Mission è un trittico in cui un’altra figura femminile libera un pesce dall’amo; A Shared Life 2 raffigura invece una donna con un agnello.

Umesh Shah, The Mission (triptych), oil on canvas, 42×84 inches, 2013

Tutte le opere in mostra, che riflettono lo stile di vita dell’artista nel Terai e nel Sarlahi, sono ricche di figure archetipiche – che si suppone siano presenti nell’inconscio collettivo, con istinti naturali che presentano e motivano il comportamento umano – di riferimenti religiosi, di simboli semiotici indù, che Shah utilizza come punti focali meditativi per la contemplazione dell’ambiente circostante, e di momenti quotidiani che assumono la dignità di rituali, calando nel contemporaneo antiche tradizioni artistiche locali. 

Umesh Shah, Rhythmic Mood, oil on canvas, 24×36 inches, 2013

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