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Non solo Art Basel, la regina delle fiere. Sono tutti a Basilea i protagonisti dell’art system internazionale: super collezionisti, galleristi, mercanti d’arte da ogni parte del globo, poi uno stuolo di appassionati, insieme ai rappresentanti delle maggiori istituzioni (qui il nostro report nei giorni di preview). La città svizzera li accoglie, con una lista di proposte dentro e fuori il colosso di MCH Group. Come le 5 mostre da non perdere nella settimana bollente dell’arte moderna e contemporanea, dalla Fondation Beyeler al Vitra al Kunstmuseum.
Summer Show alla Fondation Beyeler
Per la prima volta negli oltre 25 anni di storia della fondazione, l’intero museo e il parco circostante si trasformano in una mostra sperimentale di arte contemporanea. Un vero e proprio “organismo vivente” – con tanto di serra e di farfalle – che cambia e si trasforma durante tutta la sua durata, grazie alle connessioni sempre nuove tra le singole opere. In altre parole: non stupitevi se, durante la vostra visita, assisterete all’allestimento e al disallestimento di intere sale, all’accostamento insolito di tele (le ninfee di Monet e le nuvole di Richter non sono mai state così bene, vicine), allo spostamento di tele giganti da uno spazio all’altro della struttura progettata da Renzo Piano. A incontrarsi e toccarsi (letteralmente) tra loro saranno le opere della collezione permanente della Beyeler e lavori del tutto inediti. Qualche nome? Michael Armitage, Ian Cheng, Marlene Dumas, Peter Fischli, Cyprien Gaillard, Fabien Giraud & Raphaël Siboni, Dominique Gonzalez-Foerster, Wade Guyton, Carsten Höller, Pierre Huyghe, Arthur Jafa, Koo Jeong A, Cildo Meireles, Fujiko Nakaya, Precious Okoyomon, Philippe Parreno, Rachel Rose, Tino Sehgal, Rirkrit Tiravanija e Adrián Villar Rojas. Tutto cambia, anche il titolo della mostra. Fino all’11 agosto.
Dan Flavin: Dedications in Lights al Kunstmuseum Basel
Kunstmuseum Basel, ultimo piano. Ci sono quasi 60 lavori di Dan Flavin a illuminare il maxi museo, è la prima grande mostra dell’artista in Svizzera negli ultimi dodici anni, incluse diverse opere che non sono mai state esposte in Europa. La storia la conosciamo, è quella di un pioniere, di un artista che ha fatto la storia creando una nuova forma di arte: utilizzando apparecchi di illuminazione disponibili in commercio, Flavin ha sfidato le convenzioni sul concetto di “autorialità”, di arte stessa, facendo di un banale oggetto utilitaristico un’opera – e non ovviamente senza suscitare scalpore. «La luce elettrica è solo un altro strumento», scriveva l’artista. «Non ho alcun desiderio di escogitare fantasie medianiche o sociologiche su di essa o al di là di essa. Faccio tutto ciò che posso, ogni volta che posso, con tutto ciò che ho, ovunque mi trovi». Ed eccoli in mostra, al Kunstmuseum Basel, i risultati della sua rivoluzione: vedi la dedica a Costantin Brancusi nella Room 1, vedi la luce fluorescente rossa di Four red horizoontals, nella Room 3, dedicata alla moglie Sonja Severdija. Fino al 18 agosto.
When We See Us: A Century of Black Figuration in Painting al Kunstmuseum Basel
In che modo gli artisti del continente africano e della sua diaspora hanno elaborato l’esperienza del quotidiano nella loro pittura? È questa la domanda che ha mosso la ricerca di Koyo Kouoh, direttrice e curatrice dello Zeitz MOCAA di Città del Capo, in Sudafrica, insieme al suo team. Ed ecco il risultato: una mostra completa che riunisce opere di 120 artisti per un totale di quasi 150 pezzi, un caleidoscopio di pittura figurativa degli ultimi 100 anni, tutta realizzata da artisti afrodiscendenti. Il titolo della mostra è ispirato alla miniserie Netflix del 2019 When They See Us della regista afroamericana Ava DuVernay, ma è solo un punto di partenza. Fino al 27 ottobre.
Nota a margine, altre mostre in corso da visitare al Kunstmuseum Basel: Ingenious Women: Women Artists and their Companions (una bella raccolta di nomi femminili finalmente riscoperti, a partire da Lavinia Fontana) e Made in Japan: Colored Woodcuts by Hiroshige, Kunisada and Hokusai. Oltre ovviamente alla splendida collezione permanente, a partire da La sposa del vento di Oskar Kokoschka.
Mika Rottenberg: Antimatter Factory al Museum Tinguely
Un’altra tappa da aggiungere nei giorni caldi di Basel. Il Museo Tinguely offre una panoramica dell’opera di Mika Rottenberg, con i suoi video che «riflettono situazioni assurde plasmate dalla logica della produzione capitalista. Con i loro tumulti pittorici di colori, si rivolgono a tutti i nostri sensi, colmando il divario tra continenti e dimensioni con facilità e ironia». Oltre a importanti installazioni e video realizzati tra il 2003 e il 2024, la mostra include il lungometraggio Remote del 2022 (non dimenticatevi di fare un salto dietro lo schermo e di attivare le macchine inutili di Tinguely, a lungometraggio finito). Non solo: nel parco, proprio di fronte all’ingresso della struttura, s’incontra una fontana in rosa realizzata appositamente per il museo, in bella compagnia con nuove sculture ibride create con materiali organici e plastica riciclata. Fino al 3 novembre.
Transform! Designing the Future of Energy al Vitra Design Museum
C’è una mostra che mette in luce la trasformazione del settore energetico dal punto di vista del design al Vitra Design Museum. I protagonisti? Dai prodotti di uso quotidiano che utilizzano energia rinnovabile alla progettazione di case solari e centrali eoliche; dai sistemi di mobilità intelligenti alle visioni futuristiche di città autosufficienti. Tutt’altro che mondi a sé stanti. La domanda costante: quali sono i criteri per progettare un prodotto efficiente dal punto di vista energetico? In che modo il design può contribuire ad aumentare l’uso di fonti di energia rinnovabili? Fino al 1° settembre.