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Art Site Fest porta “Shapes of living | Living Earth” all’Heritage Lab di Italgas, a Torino
Mostre
di redazione
Negli spazi dell’Heritage Lab Italgas, inaugurati oggi dopo un’attenta e profonda rifunzionalizzazione, è ospitata Art Site Fest che propone una mostra sul tema della sostenibilità e della coscienza ecologica.
Su oltre 150 fotografi da tutto il mondo, una commissione, che tra i suoi componenti ha avuto il meteorologo Luca Mercalli, ha scelto 22 autori da 14 paesi che hanno presentato in mostra 43 foto a documentare la bellezza e la fragilità del nostro pianeta.
L’inaugurazione è stata introdotta da una conversazione tra Domenico Maria Papa – ideatore e Direttore artistico di Art Site Fest – e Luca Mercalli sul contributo della fotografia, e in generale delle arti visive, a una maggiore consapevolezza dei temi ecologici.
La mostra “Shapes of living | Living Earth” presenta un intervento Live dei Project-To che rielaborano in una performance multimediale molti dei materiali visivi (foto e film) dell’Archivio Italgas, a rammentare come la storia, il lavoro e l’innovazione devono armonizzarsi con la tutela e la salvaguardia dell’ambiente.
Le parole dei Project-To
Project-To nasce da un’idea di Riccardo Mazza, sperimentatore sonoro e docente presso la Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo, noto in Italia e all’estero per le sue ricerche nel campo della psicoacustica e della valutazione del suono spaziale, e Laura Pol fotografa e videomaker, autrice di numerosi lavori nel mondo dell’arte, della cultura e dei musei. Si tratta di un progetto “autoriale” di musica elettronica e visiva, si sviluppa dall’interazione di elementi puramente elettronici con composizioni originali eseguite dal vivo insieme a elementi visivi realizzati anche in tempo reale durante il Live Set.
Abbiamo rivolto due domande agli artisti:
Come il vostro lavoro si connette al contesto in cui viene collocato?
«È un processo tipico di Project-To: noi esploriamo la realtà, i luoghi e le situazioni raccogliendo elementi visivi e sonori, li rielaboriamo e li restituiamo in un visione artistica che si esplicita in una performance audiovisiva di live set. In Italgas abbiamo lavorato con elementi più visivi che sonori, utilizzando anche documenti storici tratti dal suo archivio.
Le nostre sono opere d’arte digitali, molto attuali come tipo di intervento, che si realizzano nel mondo reale, nello spazio sonoro e visivo, tridimensionale, che viene trasformato e diventa la restituzione degli elementi che abbiamo raccolto e che rimangono nella memoria degli spettatori».
Come nascono i vostri lavori?
«Facciamo progetti di analisi su un tema, uno spazio o situazione: raccogliamo elementi sonori e visivi, e successivamente ognuno di noi lavora su questo tema per realizzare l’opera finale, che sarà unitaria, ma costruita attraverso due percorsi paralleli, automi e indipendenti. L’opera finale, infatti, non è una sonorizzazione o un’opera visiva con una colonna sonora, ma un live set in cui sia la parte musicale, sonora, sia la parte visiva vengono prodotte al momento tramite software realizzati e assemblati da noi che ci permettono di restituire la nostra visione in tempo reale per creare un evento unico. L’opera in sé è aleatoria, perché accade una sola volta e anche se riproposta con lo stesso materiale risulta sempre diversa. Si tratta di lavori complessi, che raccolgono elementi diversi per costruire un elemento nuovo».
Le parole di Katya Corvino, Responsabile Heritage Lab
Come è nata la collaborazione con il progetto Art Site Fest e come si colloca nella mission aziendale?
«Italgas è un’azienda da sempre vicina al territorio, dove opera, ormai, da quasi duecento anni. L’edizione del 2021 di Art Site, dedicata al tema della prossimità, della vicinanza fisica e mentale, si sposa perfettamente con l’impegno che la Società vuole profondere nella sua azione quotidiana. Questa tematica è molto affine a Italgas, azienda vicina al territorio, con cui dialoga costantemente.
Il progetto “Shapes of living” vuole raccontare attraverso l’arte e le immagini la varietà della vita, la ricchezza delle sue forme e, al tempo stesso, l’irripetibile sua unicità, così da sollecitare una riflessione sulla sostenibilità delle risorse naturali e la necessità dell’attenzione all’ecologia. La sfida epocale dei nostri giorni, nei quali è fondamentale immaginare, progettare e costruire un nuovo modello di sviluppo e di vivere comune, è stata accettata anche da Italgas, impegnata ormai da anni nella sperimentazione di nuove tecnologie e fonti energetiche e, allo stesso tempo, sulla diminuzione dell’impronta di CO2.
La digitalizzazione degli asset e dei processi è la cifra di Italgas, lo strumento che ha permesso all’azienda di affrontare e vincere le numerose e inaspettate sfide di questi tempi. E’ proprio attraverso la digitalizzazione che Italgas raggiungerà appieno l’obiettivo di conservare, valorizzare e condividere con la collettività il patrimonio di cui è custode».
Quali progetti per il futuro ha l’Heritage Lab di Italgas in ambito culturale e artistico in particolare?
«Considerate la natura e i fondamenti del progetto, il nuovo museo laboratorio è anche aperto e funzionale alla creazione di collaborazioni con altre realtà istituzionali e private che possano condividere i principi dell’iniziativa e fornire servizi. A livello nazionale e internazionale, le istituzioni che, come Italgas, investono sulla valorizzazione digitale dei propri archivi storici sono, tra le altre, quelle aderenti alla rete europea del progetto Time Machine, ma anche Università e centri di ricerca. Inoltre, attraverso i progetti di Scuola lavoro, Heritage Lab si inserisce in modo attivo nella realtà cittadina offrendo opportunità di apprendimento e di esperienza.
Sicuramente la collaborazione con la città nel campo dell’arte continuerà negli anni futuri e vedrà Italgas sempre più protagonista e vicina al territorio».