18 novembre 2024

Arte Laguna Prize: inaugurata la mostra delle ultime due edizioni all’Arsenale Nord di Venezia

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Nato nel 2006, Arte Laguna Prize propone quest’anno una mostra dedicata ai finalisti della diciottesima e diciannovesima edizione. L’esposizione, a cura di Giulia Colletti e Chiara Canali, è visitabile fino al prossimo 8 dicembre

FOTOGRAFIA, Ömer Sedat Yenidoğan, Meeting, 2024, cm 100x50

A partire dalla sua fondazione, Arte Laguna Prize si pone come obiettivo principale la valorizzazione dell’arte contemporanea italiana e internazionale, fornendo un’occasione unica ad artisti emergenti di poter esporre le proprie opere nel contesto artistico veneziano e di entrare a contatto con autori che utilizzano mezzi espressivi differenti.

Oltre ai premi per i due vincitori delle edizioni in mostra, Arte Laguna Prize, attraverso vari riconoscimenti speciali, fornisce agli artisti partecipanti la possibilità di collaborare in futuro con aziende, gallerie e festival, raggruppando quindi i migliori artisti che entreranno poi a far parte del sistema artistico italiano e internazionale.

Esther López Navarro (Spagna), 1999, della categoria Video Art con l’opera Hello, My name is Blue

Tra i valori che caratterizzano il concorso è possibile riconfermare anche quest’anno l’interdisciplinarità dell’arte presentata in Arsenale. Le categorie in esposizione — pittura, scultura e installazione, arte fotografica, video arte e cortometraggi, performance, arte digitale, grafica digitale e cartoon, land art, urban art e street art, art design — non rimangono all’interno dei propri confini di espressione artistica ma si allargano e riescono a creare un dialogo proficuo tra loro. Ad un primo sguardo, l’allestimento dello spazio espositivo si presenta ben studiato e capace di valorizzare pienamente ogni categoria, ma al tempo stesso di creare un’atmosfera coesa tra le opere che offre così al visitatore una visione cross-mediale e un’esperienza multisensoriale.

L’interdisciplinarità è uno dei fattori che anche la giuria ha riconosciuto nell’assegnare il premio finale della diciottesima edizione a Esther López Navarro con l’opera di video art Hello, My name is Blue. L’artista, grazie all’unione di discipline come il cinema e la performance art, riesce a trasmettere in modo originale le proprie riflessioni su tematiche quali l’identità personale e il superamento di limiti culturali e sociali.

Tanda Francis (USA), 1977, Rockit Black, categoria Scultura e Installazione

La vincitrice della diciannovesima edizione, invece, è Tanda Francis con la scultura Rockit Black, che si distingue non solo per l’utilizzo dei materiali utilizzati (che si riferiscono alle manifestazioni del movimento Black Lives Matter) ma anche per l’attualità della riflessione sul rapporto tra politica, identità e riconoscimento sociale.

La selezione dei 240 finalisti è stata compiuta dalle giurie delle due diverse edizioni, che riuniscono personalità riconosciute del mondo dell’arte internazionale. Quest’anno la scelta non si è rivolta solamente ad artisti emergenti in termini di età, ma ha riguardato l’analisi delle opere che si distinguono per la novità delle pratiche e dei linguaggi utilizzati — raggiungendo un carattere trans-generazionale che contribuisce all’unicità del premio.

DESIGN, Joy Yue Zhuo, Hairy Crab Sofa, c,140x60x80

Da notare l’interesse per la sostenibilità che si riconferma tramite l’utilizzo di materiali riciclati e la realizzazione di opere mediante pratiche sostenibili. Ad esempio, l’opera di Banan Al-Nasery dal titolo Viscera no.2 del 2023 si presenta come una composizione realizzata all’uncinetto con 100% di cotone e lana riciclati. L’artista riflette sul significato di appartenenza e di migrazione, analizzando la mutevolezza dei rapporti umani e del linguaggio artistico.

Un’altra tematica ricorrente tra i lavori in mostra riguarda la Pandemia Covid 2020, declinata attraverso strumenti differenti: Yen-Hsu Chou con l’opera Suffering presenta due polmoni gonfiabili che si legano non solo alle fragilità umane ma anche alle riflessioni sull’eliminazione della distanza interpersonale. Andrea Papi con Side effects ricrea invece un luogo di sepoltura che ricorda tutte le vittime della pandemia e critica, provocatoriamente, la speculazione economica e farmaceutica durante l’emergenza sanitaria.

Yen-Hsu Chou, Kaohsiung – Taiwan 1997, Suffering, 2020, Tela, ventilatore, 300x250x180cm

Sottolineando la varietà di opere presentate merita attenzione l’installazione di Sensu dal titolo Pianeti Olfattivi. Attraverso una costellazione di dischi olfattivi, che il visitatore è invitato attivamente a scoprire, l’artista declina con originalità il concetto di pareidolia. In questo caso ,attraverso gli odori che alcuni pianeti emanano, è possibile sviluppare un percorso nei ricordi e ricollegare quanto sentito a immagini, persone ed esperienze vissute.

Arte Laguna Prize, grazie anche alla quantità di opere esposte, si riconferma come un evento capace di attirare il meglio dell’arte contemporanea emergente e di presentarlo in una forma innovativa che dialoga perfettamente con la storicità dell’Arsenale.

DESIGN, Mak Yvonne, Imprint, 2024, cm300x300x15

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