Categorie: Mostre

Arte Povera: From The Olnick Spanu Collection | Musei Civici

di - 25 Novembre 2019

«Noi abbiamo un enorme potere nelle nostre mani. È quello di inventare il mondo». È riassumibile in queste parole di Alighiero Boetti la multiforme poetica dell’Arte Povera, storico movimento artistico sorto in Italia nel secondo dopoguerra in cui gli artisti scelgono di adottare materiali poveri come legno, terra, ferro, stracci, plastica e scarti industriali con l’obiettivo di sfrondare il linguaggio dai suoi orpelli per afferrarne la sostanza.

Nato in un periodo di grandi contestazioni, il movimento teorizzato da Germano Celant ha agito sul mondo traendone i materiali e reinventandone le forme e i significati. Ricollegandosi idealmente alle avanguardie di primo Novecento, il gruppo, composto principalmente da Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pierpaolo Calzolari, Mario Ceroli, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio, si è opposto all’estetica minimalista, scegliendo di penetrare l’ambiente circostante per raccontarne, attraverso pratiche eterogenee (pittoriche, scultoree e soprattutto oggettuali), il passato e il presente. Ai Musei Civici di Cagliari, una pregevole mostra racconta in sintesi i traguardi del movimento, l’unico del secondo Novecento che oggi possa vantare una notorietà – e un’appetibilità – realmente internazionale.

La mostra “Arte Povera: from the Olnick Spanu Collection”, allestita negli accoglienti spazi del Palazzo di Città, al lato del Duomo, è organizzata da Magazzino Italian Art Foundation eccezionale realtà museale incentrata sull’arte italiana del dopoguerra (sull’Arte Povera in particolare), inserita nella Hudson Valley, a pochi chilometri da New York, luogo cardine per la nascita dell’arte contemporanea statunitense. L’esposizione presenta un segmento significativo della prestigiosa collezione di Nancy Olnick e Giorgio Spanu – lei americana, lui di origini sarde – composta anche da oltre 500 opere in vetro soffiato di Murano del XX e XXI secolo e da lavori site specific realizzati in sede da noti artisti contemporanei italiani, da Mario Airò a Domenico Bianchi, da Stefano Arienti a Francesco Arena. «Nancy ed io – ha dichiarato Spanu – abbiamo un rapporto speciale con la Sardegna dato che siamo entrambi nati su un’isola, Nancy a Manhattan e io a Masua».

Mario Merz, Igloo, ph Giorgio Marturana

Quindici selezionatissime opere compongono il suggestivo percorso. Lavori cronologicamente compresi tra il Samurai di Pino Pascali del 1965, inusuale e poco noto lavoro pittorico dell’artista pugliese, di cui conferma una volta di più l’insaziabile spirito di ricerca, e il Senza titolo di Marisa Merz che nel tratto pittorico, corposo ed energico, traduce una delicata riflessione sulla propria condizione di donna e artista. Ad introdurre il percorso sono le opere di Luciano Fabro e Giovanni Anselmo, affrontate in un coinvolgente dialogo di materia ed energia. Entrambi lavorano sulle tensioni interne ai materiali, sfidando le leggi fisiche ed esibendo campi di forza generati da energie costrette. Lavori alchemici invece sono quelli di Gilberto Zorio e Pierpaolo Calzolari, ambedue interessati a cogliere i cambiamenti di stato, i processi di trasformazione della materia. Sono riflessioni sull’arte e sui meccanismi percettivi ad essa connessi invece quelle proposte da Jannis Kounellis e Giulio Paolini. Il primo dispiega la sua riflessione adottando l’acciaio quale inedito supporto pittorico, con la sua definizione formale e le sue asperità superficiali, il secondo invece la compie attuando un procedimento tautologico di rappresentazione all’infinito del quadro all’interno del quadro. Seguono a ritmo serrato le tre opere di Alighiero Boetti (il più rappresentato in mostra), tra le quali si vede anche uno dei suoi celebri arazzi, l’igloo di Mario Merz e i lavori di Michelangelo Pistoletto e Giuseppe Penone che in Palpebra del 1990, per mezzo di un complesso procedimento pitto-fotografico, trasferisce se stesso sulla superficie pittorica, raggiungendo l’osmosi tra uomo e ambiente. È questo l’atto estremo dell’Arte Povera, che nella proposizione della materia espone la vita stessa, l’esistenza umana nel suo ambiente naturale, qualunque esso sia, senza più finzioni, compromessi o camuffamenti.

Carmelo Cipriani

mostre visitate il 29 settembre

Dal 26 luglio all’8 dicembre 2019

Arte Povera: from the Olnick Spanu Collection

Musei Civici di Cagliari

Palazzo di Città, Piazza Palazzo 6,

Piazza Santa Maria Novella 10, 50123 Firenze

Orari: dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 18.00.

Info: Tel. 07076776482 infoeprenotazioni@museicivicicagliari.it.

Nato a Terlizzi nel 1980, è giornalista, critico d’arte e curatore indipendente. Dopo la laurea in Conservazione dei Beni Culturali presso l'Università degli Studi di Lecce, si perfeziona sull'Arte del Novecento all'Università degli Studi di Bari. Già cultore della materia in Museologia presso l’Università degli Studi della Calabria e docente a contratto presso l’Accademia di Belle Arti di Vibo Valentia, ha condotto studi specialistici e curato mostre per Soprintendenze, istituzioni e musei.  

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