In occasione della candidatura della città di Savona a Capitale italiana della Cultura 2027, Fondazione Museo della Ceramica di Savona, dal 22 marzo al 19 luglio 2024, ospiterà due esposizioni che si legano per tematica e tecnica. Apre al pubblico Arturo Martini. La trama dei sogni. Tessuti, ceramiche, dipinti, un progetto espositivo promosso dall’associazione Lino Benzoni e da Fondazione Museo della Ceramica di Savona, a cura di Carla Bracco, con la collaborazione di Magda Tassinari e Donatella Ventura. In contemporanea, nei medesimi spazi, la mostra Essere uno. Tessuti e ceramiche di Alessandro Teoldi, a cura di Luca Bochicchio e Daniele Panucci. Il tutto diviene un viaggio materico, un dialogo costante tra le opere e i due autori che legano la loro produzione artistica con le ceramiche di Savona, i laboratori artigianali di Albissola e le lavorazioni tessili. Tessuti, sculture e sogni si mescolano con l’identità, l’identità di un territorio che punta sul suo passato storico, le personalità in transito e le nuove contaminazioni.
«Tutte le opere d’arte hanno lo stesso diritto di mettersi al poggiolo dell’universo. La loro grandezza è perché sono arrivate a sporgersi dal poggiolo dell’infinito», scrive Arturo Martini nel 1944. Questa frase, apripista della mostra, forse non è mai stata così tanto attuale come lo è adesso. La trama dei sogni è un progetto espositivo che nasce da un inatteso e alquanto eccezionale ritrovamento di alcune opere tessili, dei tappeti decorati di Martini, in cui segni, colori e storie si intrecciano per generare nuovi sogni.
La riscoperta, avvenuta proprio a Savona, di queste opere tessili inedite di Arturo Martini, conosciute finora solo tramite disegni preparatori e testimonianze scritte, mostra una nuova giocosità, dove il colore e la trama tessile diventano un tutt’uno. Centrale è l’opera Il Veglione (1929-1930) per comprendere le vibrazioni fiabesche e ludiche dell’intera mostra. Sebbene la mostra, La trama dei sogni, sia un progetto espositivo del ritrovamento, essa è anche una retrospettiva fiabesca e onirica. I concetti del sogno, dell’attesa, dell’infanzia e del gioco si possono ritrovare nell’intero percorso espositivo. Ecco allora che si accostano opere animalesche, tappeti in lana dai colori tenui, innumerevoli opere a tema bagnanti e quelle a tema giochi d’infanzia e spettacolo. Il tutto si conclude con una grande scultura in bronzo, Il sonno, che ritrae una donna distesa, rilassata, persa tra ricordi e sogni.
Martini sosteneva che «La forma ha esistenza nella materia» e dunque sceglie la forma più aspra e solida per i grandi temi sulla società, mentre usa quella più tenera e flessibile per le favole e i sogni, questi ultimi spesso affidati alla ceramica, ma anche, come dimostrano le scoperte savonesi, al tessuto di lana a nodi.
Si accostano alle opere di Martini quelle contemporanee di Alessandro Teoldi. Dal titolo Essere uno si racconta l’intimità, l’essere soli e polimorfi. La connessione materica tra le due mostre è evidente, anche in quest’ultima le opere tessili e in terracotta invadono lo spazio, lo riempiono e lo dispongono. Ma sono realmente in dialogo con le opere di Martini? Teoldi racconta di un sogno identitario, in cui l’essere si perde, si mischia e si disperde. Si mostrano opere altre, che sfuggono alla narrativa visiva e si gettano in quella espressiva.
Le piccole opere in terracotta raccontano di momenti intimi, di solitudine e di sussistenza. Con forme monumentali ma dalle dimensioni ridotte, si mostrano uomini che si baciano, soggetti ripiegati su sé stessi, coricati, messi in disparte e isolati. Si mostrano scorci di vita, di tempo passato che si mischiano a ricordi.
Le opere tessili, invece, diventano un intreccio di esperienze, un luogo dove corpi altri si cuciono e i giudizi si sospendono. Corpi su corpi si fondono e i colori delle pitture senza pittura, dei collage tessili, diventano altro e moltiplicano i significati. C’è un’opera, Talking in bed (2022), che mostra quei significati, li svela e sottolinea i silenzi. Se in Martini il sogno sembra essere centrale, qui vi è la sottrazione del sogno, un’evasione dall’effimero dove tutto diviene concreto, vicino a noi, estremamente tangibile.
Essere uno e La trama dei sogni sono più di due mostre in dialogo, sono due momenti intimi che si giustappongono e che evidenziano discrepanze. Entrambe le mostre appaiono come sospese nello spazio e nel tempo, divise per poetica e tematica; tuttavia, rimangono in un costante dialogo tecnico e formale dove la materia è il loro punto di giunzione.
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