Quaranta opere, da quelle più significative e conosciute a quelle più recenti e ancora inedite, per raccontare la lunga ricerca di Tony Cragg: sarà visitabile fino al 13 marzo 2022 “Silicon Dioxide”, mostra al Museo del Vetro di Murano che mette in dialogo gli esiti eterogenei dell’arte dello scultore inglese, con un focus sulle sculture realizzate a partire dal 2009, quando Cragg iniziò a collaborare con il Berengo Studio di Murano, che ha curato la retrospettiva. Presentata in collaborazione con i Musei Civici di Venezia, l’esposizione è scandita anche da una serie di disegni, acqueforti e acquerelli, per una full immersion nel percorso dell’artista, tra gli innovatori più influenti del linguaggio della scultura contemporanea.
Nato a Liverpool, il 9 aprile 1949, Tony Cragg studiò al Gloucestershire College of Art a Cheltenham, alla Wimbledon School of Art e al Royal College of Art di Londra tra il 1969 e il 1977. Nel 1977 il trasferimento in Germania, dove iniziò a insegnare, alla Kunstakademie di Düsseldorf. Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80 le prime personali presso la Lisson Gallery di Londra, la Lutzowstrasse Situation di Berlino e la Kunstlerhaus Weidenallee di Amburgo.
Erano gli anni del Minimalismo, del Concettuale e dell’Arte Povera e, in questa temperie culturale che già puntava all’ampliamento elastico delle possibilità espressive dei materiali, Cragg diventò uno dei protagonisti del rinnovamento della scultura. Prelevando gli elementi dell’arte dal mondo, le sue sculture sono in plastica, legno e in altri materiali di recupero, trovando nuove strade alla pratica dell’assemblaggio, della quale poi sarebbe stato considerato maestro.
Nel 1982 e nel 1987 partecipò a Documenta di Kassel, rappresentò la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia del 1988 e, nello stesso anno, fu insignito del prestigiosissimo Turner Prize. Nel 1994 fu ammesso alla Royal Academy e oggi Cragg vive e lavora a Wuppertal, Germania.
Tra i materiali con i quali Cragg ha lavorato negli ultimi anni, il vetro ricopre un ruolo di particolare rilevanza, per la capacità di produrre effetti coloristici e riflessi luminosi grazie alla modulazione della forma. Ed è proprio dalla struttura chimica e organica del Silicon Dioxide, il biossido di silicio, l’elemento da cui nasce il vetro, che si sviluppa una nuova ipotesi creativa, estetica, artistica, nei confronti della materia.
«Il Silicon Dioxide è un materiale meraviglioso. Il suo potenziale è infinito», ha dichiarato Tony Cragg. «È come quando guardi qualcuno in faccia e riesci a decifrare le sue emozioni e i suoi pensieri. Ne cogli le espressioni e ti crei un’opinione su quel qualcuno, a tua volta provi emozioni. Accade anche con il disegno, ed è lo stesso anche con il vetro. È come partire per un viaggio senza meta, non sai davvero dove stai andando e il bello è proprio il non saperlo: è solo così che all’improvviso arrivi in un luogo nuovo, in una nuova situazione. È questo il tipo di processo a cui sono davvero interessato».
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