La scultura “Calma tu Alma” di Oliviero Rainaldi. Foto Christian Rizzo
Dopo il successo dell’installazione “Oliviero Rainaldi. 2023 AD”, ospitata fino al 13 giugno nella Cripta di San Sepolcro a Milano, Rainaldi ha inaugurato a Roma “Calma tu alma”, una mostra a cura di Luca Beatrice e Gabriella Musto, allestita fino al 15 giugno nel Pantheon-Basilica di Santa Maria ad Martyres. In quest’occasione l’artista ha appositamente realizzato due sculture “Calma tu Alma” e “Conversazione” installate la prima all’interno e la seconda all’esterno della Basilica, ispirate alla rivoluzionaria scoperta della “Particella di Dio” di Higgs, per «Lanciare un messaggio di moderazione e riflessione, riprendendo gli insegnamenti del Cristianesimo per il quale il fine ultimo di ogni azione è la pace».
Questa mostra si può considerare il proseguimento del già citato ciclo di Milano tutt’ora in corso, nel quale l’artista si soffermava sui cinque momenti salienti della vita di Cristo, ovvero nascita, infanzia, martirio, morte e resurrezione. Infatti la grande “Conversazione” che svetta nel pronao e accoglie il visitatore è un bassorilievo che rappresenta il Cristo. Una Crocifissione che è nel contempo anche una Resurrezione: sorretto da un’alta base conica, il Cristo misura due metri e mezzo di diametro, è stato realizzato con uno speciale marmo proveniente dal Vietnam ed è illuminato dal retro, così che la sera si presenta quasi come una grande Ostia, che risplende di pura luce nel buio. Il bassorilievo si pone in un colloquio ideale con l’altra opera, installata proprio al centro della rotonda.
Entrando nel Pantheon ci si addentra nel cuore dell’esposizione: “Calma tu Alma” è una piccola statua di appena quaranta centimetri la cui superficie, ricoperta di foglia d’oro a 24 carati, la fa brillare di luce propria. È posizionata su un alto basamento trasparente alto più di due metri, di fronte all’altare e perpendicolarmente all’oculo che la inonda di luce naturale. Rappresenta due mani unite con i due indici che puntano verso il cielo, un gesto che cita le mani della Creazione di Michelangelo alla Cappella Sistina, e che sembra evocare, più che descrivere, anche quello compiuto dal sacerdote nell’innalzamento dell’Eucarestia.
Questa mostra rivela la parte più profonda dell’artista, da sempre incline alla ricerca spirituale. Il Pantheon è il luogo perfetto per Rainaldi; lo scultore ha potuto sfruttare il messaggio dell’Orbis, ovvero del “compimento”, implicito nella sezione aurea della sua pianta, come è noto simbolo dell’infinito e del divino, al cui interno è inscritto un perfetto quadrato, simbolo della razionalità. Ed egli è riuscito a coniugare perfettamente i due concetti di Divino con quello di Razionalità, ovvero dell’Anima e della Mente, che costituiscono il cuore della sua poetica gentile.
Abruzzese di nascita ma romano di adozione, Oliviero Rainaldi vive e lavora nel Principato di Monaco. Tra le sue ultime recenti installazioni si ricordano l’opera “Infinito Campari” per la sede dell’azienda a Sesto San Giovanni nel 2020 e “Flammarion”, un’installazione permanente a Torino per Italgas nel 2021.
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