I termini possono essere molto diversi, così come le sfumature di significato. Nel cinese standard troviamo una differenza tra i fumetti tradizionalmente intesi, chiamati manhua, e i lianhuantu, che sono privi di dialoghi. Dal Giappone viene il manga, pienamente assimilato nella cultura occidentale, mentre più ricercata è la parola emakimono, che identifica un’opera di narrativa illustrata e orizzontale. Negli Stati Uniti ci sono i comics. Nei Paesi ispanofoni si usa historieta, mentre in Francia c’è una parola composta, bande dessinée. E al Centre Pompidou di Parigi è attualmente visitabile – ed è visitatissima – un’ampia mostra dedicata a quelli che, in Italia, sono conosciuti come fumetti, una esposizione densa di opere, tavole e riviste provenienti da tutto il mondo. Per Marcello Jori, il fumetto è Pensiero Dipinto in Movimento Scritto ed è questo il titolo della ricca mostra in esposizione fino al 15 novembre 2024 negli spazi di Casa Di Marino, a Napoli.
Tele, acquerelli, libri in edizione limitata e riviste da sfogliare, riconoscibili pezzi di design, gli spazi esplodono letteralmente di storie e di immagini, di colori e di chiaroscuri, di ritmi di luce e di ombra in alcuni casi vorticosi, di parole e forme che si diffondono da una parete della galleria all’altra, a ripercorrere i momenti salienti ma anche quelli più nascosti e intimi di una lunga ricerca sulla potenzialità narrativa dell’immagine e sulle sue ambiguità poetiche.
In questo spazio bianco che, con il progredire delle sale, diventa sempre più caratterizzato dalla presenza di elementi quotidiani – divani, tavolini bassi, mensole e scaffalature – tutto appare indissolubilmente connesso, ogni elemento è collegato da fili invisibili, come nell’intricata mappa degli indizi in un giallo whodunit. La domanda che traspare da questa indagine e ricognizione tra tracce, prove ed evidenze, è quella fondamentale, che apre e chiude tutti i giochi: chi l’ha fatto?
Nato a Merano, il 12 dicembre 1951, Marcello Jori ha una personalità intensa e un’altissima considerazione dell’artista come autore, l’artefice, colui che fa e che, attraverso le sue azioni, mette in opera il mondo, suscita reazioni in ciò che lo circonda. Nel 1996, riunisce le figure di Giulio Paolini, Tony Cragg, Mario Merz, Luigi Ontani, Julian Schnabel, Anselm Kiefer, Mimmo Paladino e vari altri autori di immagini fuori dal tempo, tra le pagine di un’utopia architettonica e spirituale, chiamata La città meravigliosa degli artisti straordinari. La mostra inaugurale di questo progetto risale al 1996, nel Sala del Mappamondo del Palazzo Pubblico di Siena: qui Jori presentò il primo dipinto, Il Pianeta, sotto l’affresco attribuito a Simone Martini e rappresentante l’assedio di Guidoriccio da Fogliano a Montemassi. Questa possibilità di racchiudere una infinita coincidenza di tempi nello spazio ritagliato dell’immagine – che poi è la chiave del fumetto – è una delle costanti nel teorema di Jori.
Qualche anno prima, tra i ’70 e gli ’80, in una Bologna epicentro della controcultura e di alcuni degli eventi più drammatici della storia d’Italia del Secondo Novecento, Jori era stato tra gli animatori della corrente del Nuovo Fumetto Italiano. Già conosciuto come artista, con le sue tavole inconsuete, coinvolgenti ma sapientemente controllate e a tratti aliene, come di un magma solidificato, firmava storie di grande impatto visivo e narrativo, come Feto e Carletto, pubblicate su riviste ancora oggi – o soprattutto oggi – considerate corrosive, come Linus, Alter e Frigidaire. Trovando equilibri impossibili da replicare, Jori è riuscito a far emergere le pulsioni dell’underground e a farne brillare la potenza anche in contesti istituzionalizzate.
Ha partecipato a tre Biennali di Venezia, a una Biennale di Parigi e due Quadriennali di Roma e le sue opere sono state esposte, tra l’altro, alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, al Kunstverein di Francoforte, alla Hayward Gallery di Londra e alla Holly Solomon Gallery di New York. Ha collaborato con aziende di design come Alessi e Moroso e con riviste come Vogue e Vanity Fair. Ha realizzato la scenografia del concerto di Vasco Rossi a San Siro nella storica tournee Rock sotto l’assedio del 1995.
Partendo dall’arte concettuale, Jori è arrivato al fumetto e poi, pur continuando a lavorare sottotraccia sulle sue potenzialità di trasformazione della realtà in qualcosa di fantastico, immaginifico e allucinato, doppiamente reale, se ne è allontanato senza mai perderlo di vista. Infine è tornato al fumetto, diventato nel frattempo qualcosa d’altro, Pensiero Dipinto in Movimento Scritto. Ha quindi realizzato una enciclopedica Storia dipinta dell’Arte, che inizia prima ancora di iniziare: «Prima del Big Bang era l’Arte e prima dell’arte era Dio e Dio era l’Artista».
Il bel volume, edito da Rizzoli, è aperto su un leggio in legno chiaro, poco distante da una delle alte finestre di Casa Di Marino. La luce ne rischiara le pagine e rende maliziosi i colori. Jori ne sfoglie le pagine che frusciano, le ripercorre con la voce e allestisce, con uno spettro sonoro abilmente cadenzato, una scenografia di sensazioni, di vivide suggestioni, per raccontare le diverse grandezze di Leonardo e Michelangelo, presentati come uomini divini ma anche infernali, artefici e partecipi di aspetti alti e bassi dell’esistenza.
Dunque, la mostra di Marcello Jori da Casa Di Marino non si limita al racconto di un’estetica che esplode in molteplici direzioni ma lascia cogliere anche i segni di una filosofia dell’individuo come ideatore e creatore, con i suoi strumenti di lavoro chino sulle carte e sulle tele, con il suo corpo coinvolto in azioni da performare – come nel caso del Taglio di Lucio Fontana portato in montagna e “suturato” con la neve –, dalla rappresentazione all’interpretazione. Attraverso l’elegante alternanza di immagini iconiche e riferimenti colti, Jori invita il visitatore a perdersi in una trama iperestesa, come in un romanzo visivo in scala 1:1 in cui ogni pagina, ogni tavola e ogni dettaglio aprono una nuova soglia di lettura.
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