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Caserta, le memorie dialoganti di Andrea Sparaco all’Archivio di Stato
Mostre
di Erika Torlo e Fiammetta D'Alessio
Nel presentare la piccola personale dedicata all’artista Andrea Sparaco (Gruppo P 66 Terra di Lavoro e Comune 2), il filosofo Massimo Cacciari afferma: «La memoria ha un futuro». Questo sembra essere lo scopo della retrospettiva: attualizzare e tramandare il lavoro di Sparaco, artista, intellettuale, attivista e insegnante. Nella cornice dell’Archivio di Stato di Caserta, collocato al Palazzo Reale, che dal 2021 si sta dedicando ad attività espositive, si inaugura la mostra retrospettiva dell’artista, partendo dal fondo di opere donate dallo stesso Andrea Sparaco nel 2006 e da Paolo Pietro Broccoli. Una simile sistemazione risulta coerente con la poetica dell’artista casertano, incentrata sulla preservazione della memoria, sul dialogo e l’attenzione a mutamenti sociali e lotte politiche in Terra di Lavoro. La sensibilità dell’intellettuale indirizzò la sua attenzione all’ industrializzazione dei contesti rurali avvenuta a metà del secolo scorso, sulle battaglie politiche dei lavoratori e l’insegnamento lo orientò alle riflessioni sulle relazioni e sulle esigenze e modalità della comunicazione.
La selezione di lavori presenti in mostra permette solo di intravedere piccola parte della produzione di Sparaco ma delinea, senza dubbio, il profilo di un’artista da riportare alla memoria. Partendo dagli aforismi grafici, che sembrano essere la giuntura tra meditazione sul linguaggio e narrazione di temi sociali, si arriva a opere come la Saint Gobain è occupata! intrisa di impegno politico. L’attenzione del visitatore è senza dubbio catturata dal gruppo scultoreo Figure dialoganti (1996).
Il gruppo citato risulta prezioso in tale contesto, come testimonianza del grande impiego che l’artista fece del legno, le cui potenzialità apprese nella bottega paterna. Nella sua lunga carriera, il legno rappresentò la possibilità di realizzare delle macchine non funzionanti, risposta all’Italia sempre più industrializzata. In questo caso, le macchine sono in realtà due figure umane intente in un dialogo. Nel 2015 Figure dialoganti entra a far parte della collezione universitaria V.Ar.Co. – Vanvitelli per l’Arte contemporanea, collezione nata nel 2010 a opera della professoressa Gaia Salvatori e l’affiancamento di Luca Palermo. Alla stessa Gaia Salvatori e Nadia Barrella si deve anche il progetto allestitivo della mostra, che divide le opere per tematica e raccoglie opere eterogenee che spaziano dal disegno, al collage, tecnica mista e scultura. In definitiva, memorie dialoganti è una mostra piccola, intima ma non per questo meno incisiva.