La contaminazione dellâantico con il contemporaneo, del sacro col profano, ma anche lâincastonarsi della lunga storia di un luogo con la creativitĂ contemporanea sembra funzionare. Ă nel contesto architettonico della seicentesca chiesa di San Giuseppe delle Scalze che si diffonde il progetto espositivo della giovane artista Clarissa Baldassarri (Civitanova Marche, 1994) curato da Rosaria Iazzetta e Marianna Agliottone. Unâesposizione ma anche un progetto di tesi sperimentale, sostenuto da Gian Marco Casini Gallery di Livorno e dallâAccademia di Belle Arti di Napoli, a prova che la formazione negli istituti pubblici puĂČ ancora incontrare favorevolmente il sistema dellâarte italiano.
Una serie di lavori per riflettere sulla tematica della ipersaturazione sensoriale della societĂ contemporanea, soprattutto nei contesti urbani. Si tratta di installazioni silenziose nelle forme, capaci di rendersi invisibili ma che dialogano abilmente con lâincredibile contesto artistico e architettonico in cui si trovano. Anche per questo motivo, sono da considerare non solo come opere visive ma come lavori che necessitano assolutamente della vitalitĂ umana, di essere attraversate, vissute, partecipate.
Varcato il grosso scalone monumentale progettato dal maestro barocco Cosimo Fanzago, ecco Appunti: cinque grosse grate in ferro zincato sono posizionate su fogli di carta bianca collocati sullâantico pavimento di marmo. Il grande spazio della navata sommerge totalmente lâopera che troverĂ il suo definitivo compimento nel momento in cui le grate verranno rimosse in maniera da rilevare tutti i segni della polvere, del tempo e del microcosmo osservato dallâartista.
La raccolta dâinformazioni non solo visive appartiene pienamente alla poetica di Baldassarri che, in una seconda installazione, Sound data logger, misura con un fonometro la pressione sonora del volume di spazio, raccogliendone i dati e proiettandoli su una piccola cappella laterale, per restituire in termini di dati una realtĂ non visibile.
Non solo una raccolta e restituzione di dati, ma anche una minuziosa analisi critica del contesto in cui ha vissuto lâartista, quello di Napoli. Una cittĂ che, prima del lockdown chiaramente, era ricca di sollecitazioni visive e sonore occupati a loro volta una spazio. Ă in questa situazione che trova la sua collocazione Ausiliare, lâinstallazione che dĂ anche il titolo alla mostra. Un confessionale in legno, elemento tradizionale delle chiese, con lo sportellino coperto da una lastra di zinco. Proprio da quellâocclusione si diffonde una voce che analizza grammaticalmente un passo della Genesi.
Purtroppo, anche questa esposizione Ăš stata bloccata a causa dellâemergenza sanitaria che ha colpito in queste settimane lâItalia e il mondo. Ma la creativitĂ delle pratiche artistiche si contraddistingue anche per lâimmediatezza e per la ricerca di una connessione con il pubblico. E cosĂŹ Baldassarri ha perseguito nella sua opera, riuscendo a proiettare Sound data logger sulla facciata dellâedificio di fronte la sua abitazione. Arriveranno tempi migliori.
Emanuele Castellano
Mostra visitata il 5 marzo 2020
Dal 15 febbraio 2020
Clarissa Baldassarri, Ausiliare | Chiesa di San Giuseppe delle Scalze
Salita Pontecorvo, 65 â Napoli
Orari: su appuntamento
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