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Fino al 19 febbraio Collezione Maramotti ospita le mostre “The Age/L’Età” di Emma Talbot, vincitrice di Max Mara Art Price for Women, in collaborazione con Whitechapel Gallery; e “Mirages” di Jenna Gribbon. Il progetto di Emma Talbot (ne abbiamo parlato qui), elaborato durante la residenza di sei mesi in Italia organizzata appositamente per lei dalla Collezione Maramotti, nasce intorno al dipinto “Le tre età della donna” (1905) di Gustav Klimt che raffigura una donna anziana nuda in piedi e a capo chino, in uno stato di apparente vergogna. Talbot ha animato la figura della donna come soggetto dotato di volontà, capace di superare una serie di prove simili alle Dodici Fatiche di Ercole.
Jenna Gribbon (ne abbiamo parlato qui) per la sua prima mostra personale in Italia, presenta una serie di nuovi dipinti in cui il soggetto è la compagna, la musicista Mackenzie Scott (TORRES), plasmata con colori vividi e pennellate fluide, che sembrano quasi sciogliere l’uno nell’altro i diversi elementi dell’ambiente e del suo corpo. Le opere pongono l’osservatore all’interno di complesse relazioni di sguardo, offrendo una visione peculiare su un universo femminile in cui bellezza e piacere agiscono come dispositivi politici per scardinare i tradizionali schemi patriarcali ed eterosessuali.
Il 19 marzo inaugura “Burning Green” di Andriu Deplazes, giovane artista svizzero di base a Marsiglia, che espone per la prima volta in Italia presso la Pattern Room della Collezione. Deplazes, all’interno di uno spazio appositamente studiato, collocherà un corpus di oltre trenta sculture, dipinti su tela e lavori su carta e su plexiglass, derivati da un’indagine sulle relazioni familiari e sull’ambiente naturale e antropizzato. Il “verde che brucia” del titolo può essere un riferimento al paesaggio, alla crisi ambientale e allo sfruttamento del territorio, così come alla sfera militare o alle tracce di colori fluorescenti che connotano le sue opere.
Un mese più tardi, il 30 aprile, inaugura “No Home from War: Tales of Survival and Loss” di Ivor Prickett. Concepita in occasione del festival di Fotografia Europea, è la prima esposizione italiana del fotogiornalista Ivor Prickett, che include oltre cinquanta fotografie scattate in scenari di conflitto dal 2006 al 2022. Partendo da una dimensione intima e domestica, caratterizzata dai conflitti umani e sociali in Croazia e Abkhazia, Prickett si è spostato nei luoghi di migrazione forzata, nelle terre di ricercato rifugio (Medio Oriente ed Europa), fino a giungere in prima linea nelle zone di combattimento (Iraq, Ucraina).
Dal 29 ottobre, infine, spazio a Giulia Andreani. Italiana con base a Parigi, l’artista presenta la prima esposizione personale nel suo paese di origine. Le nuove opere pittoriche, realizzate dall’artista utilizzando principalmente il grigio di Payne e create specificamente per questo progetto, intrecciano narrazioni, fatti e personaggi ispirati dalla ricerca fotografica svolta in diversi archivi della città di Reggio Emilia, con particolare attenzione alle storie nascoste o dimenticate di figure femminili nel contesto storico, politico, culturale.