Dal 21 giugno e fino al 30 settembre 2020, Silvio Pasqualini nell’omonimo spazio veneziano, a pochi passi dall’Università Ca’ Foscari, presenta un ciclo pittorico realizzato nel contesto e nell’isolamento dei recenti mesi di lockdown, dal titolo Cosmografie. Quarantenam 2020, dove l’espressione latinizzata inesatta è da intendere quale allusione alle grida e alle dinamiche della peste seicentesca narrate da Manzoni. «Un reportage dentro e attorno lo specifico del mutamento globale da Coronavirus», ha osservato l’artista, «e sullo stato di segregazione e di semi libertà nel quale siamo stati proiettati. Riflessi densi e raffigurazioni potenti del comune sentire; del panico e della paura, della solitudine e infine della perdita di vita sociale. L’Arte non riguarda il Globo, ma il Cosmo, e l’energia Cosmica ne è il centro operativo».
La personale presenta opere realizzate durante lo scorso marzo e aprile e si compone di tre carte intelate di dimensioni medio-grandi e di quattro medio-piccole, accompagnate dal testo critico di Annarita Rossi, che chiosa: «L’artista percepisce con violenza e largo anticipo i mutamenti epocali, e nella curva evolutiva che il tempo scandisce, nelle sue oscillazioni, la caduta nel vuoto diviene pericolo tangibile in soccorso alla coscienza collettiva. La storia infatti ci ricorda quanto possa essere proficuo lo stato di cattività che ha sempre generato, in tali condizioni, opere utili e di svolta».
La mostra, con opening il 20 giugno alle ore 18.30, è anche un tributo alla città di Venezia, particolarmente colpita dalla pandemia per Covid19, ed è stata volutamente programmata in questi giorni di lenta ripresa, soprattutto per il settore delle arti e dello spettacolo, affidata alla libera iniziativa dei privati e delle gallerie veneziane, dopo la decisione straordinaria da parte della Biennale di Venezia di posticipare al 2021 le grandi esposizioni internazionali.
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