Ph. Edith Bunimovich
Il CYFEST, Festival Internazionale di Media Art, organizzato da CYLAND MediaArtLab,inaugura la sua quindicesima edizione con un nuovo tema: la vulnerabilità. Cos’è il CYFEST? È uno dei maggiori festival internazionali di Media Art dell’Europa orientale, fondato da un gruppo di artisti e curatori indipendenti nel 2007 che quest’anno viene ospitato, fino al 30 agosto, negli spazi di CREA – Cantieri del Contemporaneo a Venezia. Cosa aspettarsi? Un’esperienza immersiva che analizza sotto vari aspetti il concetto di vulnerabilità attraverso i lavori di Samvel Baghdasaryan, Ludmila Belova, Max Blotas Alexandra Dementieva, Alexey Dymdymarchenko, Yvetta Fedorova, Anna Frants, Elena Gubanova & Ivan Govorkov, Irina Korina, Natalia Lyakh, Anne Marie Maes, Tuula Närhinen, Phill Niblock & Katherine Liberovskaya, Nao Nishihara, Fabrizio Plessi, Mariateresa Sartori, Mónica Naranjo Uribe, Where Dogs Run.
Il programma inaugura il 19 aprile alle 17:30, con una performance di Nao Nishihara. Un evento che da in via ad una serie di performance e discussioni che si svolgeranno durante tutto il festival, portando l’attenzione sul tema della vulnerabilità, un tema molto difficile da trattare, letto e trasposto in interessanti opere dagli artisti di questa edizione.
Da quando è stato fondato nel 2007, da un gruppo di artisti e curatori indipendenti, la missione del festival è stata sempre quella di studiare il dialogo che si crea tra linguaggi visivi e culture tecnologiche, rafforzando sempre di più la collaborazione tra artisti e comunità scientifiche. Un festival che con oltre 350 artisti e collettivi partecipanti dal 2007 al 2023, è diventato una delle maggiori piattaforme globali per la nuova media art.
Un festival nomade. Durante l’anno, i progetti del festival vengono presentati nelle principali istituzioni culturali di tutto il mondo, creando così un ponte tra diverse comunità artistiche e culturali. Questa edizione del festival, che si è già tenuta a Yerevan e Miami nel 2023, approderà a Venezia e New York nel 2024, portando con sé installazioni, performance e conferenze. Tra i protagonisti dell’evento troviamo artisti internazionali come Samvel Baghdasaryan, con l’opera Re-pressions, Ludmila Belova, con Eternal Present, Fabrizio Plessi e molti altri, ognuno dei quali porta il proprio punto di vista sulla vulnerabilità.
«La vulnerabilità è una qualità naturale di ogni essere umano. L’autoconsapevolezza e la dignità personale sembrano basarsi proprio su questo riconoscimento della propria vulnerabilità, rendendoci più forti.» Questo è il concetto chiave delineato nel testo curatoriale di Silvia Burini ed Elena Gubanova. «Attraverso l’espressione dei desideri, la rivalutazione dei confini personali e il mettere in discussione, ci prepariamo ad affrontare l’entropia senza paura, ma anche senza speranze superflue, e ad affrontare la distruzione faccia a faccia. Riconoscendo la nostra vulnerabilità, scopriamo anche la capacità empatica in noi stessi – ciò che alimenta la nostra responsabilità etica verso gli altri, la società e l’ambiente.»
Ma la vulnerabilità e la fragilità non sono sempre la stessa cosa. Il concetto di antifragilità, introdotto nel 2012 dal Professor Nassim Nicholas Taleb, suggerisce che un certo grado di rischio fa bene all’essere umano. Mentre la fragilità li distrugge con eventi casuali, l’antifragilità li rende più forti e migliori con errori e danni. Il concetto curatoriale di questa edizione riflette sulla nuova dimensione della vulnerabilità nel mondo contemporaneo, ed è proprio questo l’obiettivo di CYFEST 15.
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