Categorie: Mostre

Da Beato Angelico a Tracey Emin, le nuove mostre di Palazzo Strozzi per il 2025

di - 30 Maggio 2024

Le mille anime dell’arte di tutti i tempi e le sue direzioni più radicali, dalla lacerante sperimentazione di Tracey Emin, le cui opere dal forte impatto emotivo hanno segnato il passaggio dagli anni ’90 ai primi duemila, alla rarefatta prospettiva di Beato Angelico, figura chiave del primo Rinascimento italiano. Passando per la vibrante pittura di Helen Frankenthaler, tra le più importanti esponenti dell’Espressionismo astratto statunitense, nei decenni successivi alla Seconda Guerra Mondiale. Intorno a questi poli prenderà le mosse il nuovo programma espositivo di Palazzo Strozzi, a Firenze, che ha appena annunciato le mostre e i progetti del 2025. Attualmente in esposizione, invece, Angeli Caduti, ampia antologica dedicata all’artista tedesco Anselm Kiefer che, in 60 giorni di apertura, ha superato i 70mila visitatori (qui la nostra recensione).

«Nel 2025 la Fondazione Palazzo Strozzi mira a consolidare e ampliare il suo ruolo di istituzione culturale di riferimento a livello internazionale attraverso una programmazione di grande mostre che esaltano il dialogo tra tradizione e innovazione divenuto tratto distintivo della nostra istituzione», ha dichiarato Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi. «Se con le grandi mostre di Helen Frankenthaler e Tracey Emin daremo luce a due universi artistici opposti ma ugualmente rivoluzionari nella storia dell’arte, con l’esposizione dedicata a Beato Angelico miriamo a creare un progetto davvero unico e irripetibile, celebrando a Firenze un artista che ha segnato l’inizio della rivoluzione del Rinascimento».

Dipingere senza regole: Helen Frankenthaler

Si partirà dunque il 27 settembre 2024, con Dipingere senza regole, mostra che approfondirà il ruolo di Helen Frankenthaler in particolare nel passaggio dall’Espressionismo astratto alla Color Field Painting. Organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e dalla Helen Frankenthaler Foundation di New York, curata da Douglas Dreishpoon, la mostra presenterà un’ampia selezione di opere realizzate tra il 1953 e il 2002 provenienti dalla Helen Frankenthaler Foundation e in prestito da importanti musei e collezioni private, così da permettere di scoprire connessioni, influenze e amicizie dell’artista. Le opere di Frankenthaler saranno infatti a confronto con i lavori di artisti a lei contemporanei, alcuni parte dalla sua collezione personale, come Anthony Caro, Morris Louis, Robert Motherwell, Kenneth Noland, Jackson Pollock, Mark Rothko, David Smith, Anne Truitt.

«In oltre 60 anni di carriera, Frankenthaler si è imposta sulla scena artistica americana tramite un approccio “senza regole”, sfidando i limiti delle tecniche pittoriche ma anche le aspettative di genere dell’epoca, imponendosi come una delle principali artiste della sua generazione», spiegano da Palazzo Strozzi. «Colore e spazio, astrazione e poesia: l’arte di Frankenthaler si distingue per una capacità unica nell’unire tecnica e immaginazione, ricerca e improvvisazione, andando oltre canoni, regole e convenzioni alla ricerca di una nuova libertà nella pittura».

La mostra sarĂ  visitabile fino al 2 febbraio 2025.

Helen Frankenthaler, Open Wall, 1953 © 2023 Helen Frankenthaler Foundation, Inc. / Artists Rights Society (ARS), New York / SIAE, Rome

Tracey Emin, una bad girl a Palazzo Strozzi

L’8 marzo 2025 sarà la volta invece di Tracey Emin, per la prima mostra mai realizzata in un’istituzione culturale italiana sull’artista britannica celebre per opere che uniscono la biografia a una ricerca formale caratterizzata da una profonda sperimentazione. A cura di Arturo Galansino, la mostra sarà scandita da una selezione di opere storiche e lavori più recenti provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, per restituire l’estetica controversa di una delle artiste che ha maggiormente segnato l’immagine della donna e il rapporto tra corpo ed esistenza nell’arte contemporanea degli ultimi 30 anni.

Disegno, pittura, scultura, video, installazione, fotografia, sono i linguaggi usati da Emin per esprimere la centralità del corpo e delle relazioni umane. Nelle sue opere vita e arte sono inscindibili e intrecciati senza compromessi, trasformando il racconto di esperienze personali in rappresentazioni esistenziali dal forte impatto emotivo. «Vulnerabilità, crudezza, fisicità sono parole chiave che determinano un mondo artistico in cui desiderio e amore si accompagnano a dolore e sacrificio». La mostra a Palazzo Strozzi sarà visitabile fino al 20 luglio 2025.

Nata a Londra nel 1963, ha rappresentato la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia nel 2007 e nello stesso anno è stata nominata Royal Academician. Nel 2011, Emin è diventata professoressa di disegno alla Royal Academy of Arts di Londra e nel 2013 la Regina Elisabetta II l’ha nominata Commander of the Most Excellent Order of the British Empire per il suo contributo alle arti visive. Nel novembre 2020, Emin ha inaugurato una grande mostra alla Royal Academy of Arts di Londra. La mostra, intitolata Emin/Munch: The Loneliness of the Soul, è stata poi ospitata al nuovo Munch Museum di Oslo nella primavera del 2021. Nel giugno 2022 ha realizzato per l’Isola dei Musei di Oslo la sua più grande opera in bronzo dal titolo The Mother. Attualmente Emin vive e lavora tra Londra, il sud della Francia e Margate, nel Regno Unito.

credit Tracey Emin

Angelico: l’innovazione del Rinascimento

Dal 26 settembre 2025 al 25 gennaio 2026, Fondazione Palazzo Strozzi presenterà Angelico, straordinario progetto dedicato a Fra Giovanni detto Beato Angelico (1395 circa – 1455), autore di alcune delle opere più rappresentative dell’arte del Quattrocento a Firenze, che interpretarono l’eredità gotica secondo i principi della nascente arte rinascimentale. La mostra è realizzata in collaborazione con la Direzione regionale Musei nazionali Toscana e il Museo di San Marco, che sarà sede parallela della mostra in un percorso unitario che celebra uno dei padri dell’arte del Rinascimento.

La mostra darà occasione di restaurare straordinari capolavori e riunire per la prima volta le opere di uno dei principali maestri dell’arte italiana di tutti i tempi. L’esposizione proporrà infatti un percorso irripetibile, con prestiti provenienti dai più importanti musei e istituzioni al mondo, come il Louvre di Parigi, la Gemäldegalerie di Berlino, il Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Washington, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Philadelphia Museum of Art. Angelico affronterà la produzione, lo sviluppo e l’influenza dell’arte del Beato Angelico in dialogo con pittori come Masaccio, Filippo Lippi, Jan van Eyck, Lorenzo Monaco, ma anche scultori quali Lorenzo Ghiberti, Michelozzo e Luca della Robbia.

Curata da Brandon Strehlke, la mostra rappresenta la prima grande occasione espositiva a Firenze, dopo oltre 70 anni, dedicata all’artista maestro della prospettiva e dell’uso della luce nel rapporto tra figurazione e spazio, «La mostra permetterà di esplorare la qualità assoluta di questo artista come mai fatto in precedenza, facendo emergere la capacità di innovazione artistica in relazione a un profondo senso religioso, fondato su una meditazione sul sacro in connessione con l’umano».

In copertina: Beato Angelico, Giudizio Universale (det.), 1431 circa, Firenze, Museo di San Marco

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