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Visitabile fino all’8 settembre 2024 a Grosseto, presso gli spazi del Polo culturale Le Clarisse, la mostra Stile Cappiello – La rivoluzione dei manifesti d’arte è curata da Mirko Morini, capo dipartimento di Manifesti d’epoca alla Cambi Aste a Milano, e da Mauro Papa, direttore del Polo culturale. Indagare l’arte del manifesto, oggi, vuol dire indagare la storia del costume e dei rapporti sociali e, allo stesso tempo, indagare il concetto stesso di arte. Perché l’affiche è stato – forse anche più dei dipinti o delle sculture con cui tradizionalmente identifichiamo gli oggetti d’arte – uno dei più efficaci strumenti di divulgazione estetica e di educazione artistica delle persone, tanto che un celebre cartellonista, Achille Luciano Mauzan, definiva l’arte pubblicitaria dei manifesti “arte per il popolo”.
![Stile Cappiello - La rivoluzione dei manifesti d'arte, veduta della mostra, 2024, Grosseto, Polo culturale Le Clarisse](https://www.exibart.com/repository/media/2024/06/mostra.jpg)
In particolare, l’arte pubblicitaria di Leonetto Cappiello (Livorno, 1875 – Cannes, 1942), uno dei padri del moderno cartellonismo italiano, ha rappresentato una vera e propria rivoluzione, non solo per la bellezza che esprimeva ma perché sovvertiva il modo di vedere e quindi la sensibilità – e la percezione della realtà – del pubblico che la osservava. Le vere rivoluzioni sono sempre, prima di tutto, rivoluzioni estetiche. Creano progresso e creano linguaggi nuovi, a prescindere dai contenuti che trasmettono.
![Stile Cappiello - La rivoluzione dei manifesti d'arte, veduta della mostra, 2024, Grosseto, Polo culturale Le Clarisse](https://www.exibart.com/repository/media/2024/06/dylen.jpg)
E questa rivoluzione toccò anche Grosseto. Il nuovo codice figurativo proposto da Cappiello – lo “Stile Cappiello” – a Grosseto visse tre momenti topici: negli anni Venti, quando si diffusero in città i manifesti d’arte di Marcello Dudovich, Achille Luciano Mauzan, Aldo Mazza ed Emilio Malerba; negli anni Cinquanta, quando lo stile “francese e italiano” dei manifesti pubblicitari era rappresentato da Federico Seneca, Giovanni Mingozzi, Romolo Castiglioni, Nico Edel e Alfredo Lalia, e infine – dopo la crisi dei manifesti d’arte negli anni Sessanta – negli anni Settanta, quando il volterrano Aulo Guidi fondò la prima agenzia grafica e pubblicitaria di Grosseto e dette nuovo impulso a questo tipo di produzione artistica.
![Stile Cappiello - La rivoluzione dei manifesti d'arte, veduta della mostra, 2024, Grosseto, Polo culturale Le Clarisse](https://www.exibart.com/repository/media/2024/06/seneca.jpg)
Il nucleo centrale della mostra in Clarisse è quindi dedicato allo stile di Leonetto Cappiello, privilegiando le opere prodotte in un decennio – quello degli anni Venti del Novecento – che esattamente un secolo fa vide arrivare i primi manifesti illustrati a Grosseto. Le opere originali di Leonetto Cappiello (manifesti, ma anche bozzetti e altri oggetti) sono esposte in Clarisse insieme ai manifesti di Dudovich, Ballerio, Hohenstain, ma anche di Depero, Sironi, Nizzoli e Marangoli in un percorso che va dalla réclame Liberty alla perdurante influenza di Cappiello su autori del secondo dopoguerra, da Armando testa agli anni Settanta. Una sezione, per esempio, è dedicata alla pubblicità Campari, mettendo in relazione i due manifesti Campari firmati da Cappiello con quelli di Depero, Nizzoli, Mauzan e Marangoli. Tutte queste opere sono di proprietà di un unico collezionista di origine grossetana, Federico Guidoni.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2024/06/4-1928-Depero_Campari.jpg)
Accanto alla sezione dei manifesti originali, nei numerosi monitor del Polo Le Clarisse sono esposte fotografie – provenienti dagli archivi fotografici Gori, Bieffe e Innocenti – che documentano scorci urbani con manifesti pubblicitari a Grosseto dagli anni Venti agli anni Settanta. A completare il percorso della mostra, una sezione espositiva è dedicata ad Aulo Guidi (Volterra, 1939 – Grosseto, 2012). Guidi, originario di Volterra, negli anni Settanta portò nel capoluogo maremmano nuove tecniche e nuove visioni di creatività: un laboratorio di grafica moderna (Ideogram, fondato nel 1970), un nuovo modo di intendere e produrre le stampe d’arte e una singolare apertura verso le nuove tematiche dell’immagine pubblicitaria.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2024/06/8-1920c-cappiello-cachou.jpg)
L’esposizione sui manifesti d’arte, infine, non coinvolge solo il Polo culturale Le Clarisse, ma è “diffusa” nel centro storico della città, con l’allestimento di due sezioni “fuori mostra”: la galleria dell’antiquario Ticci, che per l’occasione espone dipinti originali di Aleardo Villa (Revello 1865 – Milano 1906) e manifesti d’arte della sua epoca, e il Caffè Latino, che è decorato alle pareti, in modo permanente, da grandi manifesti pubblicitari firmati da Leonetto Cappiello, Camille Bouchet, Mario Bazzi e Robert Wolff.