La tematica, oggi, è più attuale che mai, tenendo conto del dibattito ormai quotidiano sul cambiamento climatico, l’inquinamento e il surriscaldamento globale. Ma l’aria – messa al centro della scena artistica dalla mostra Aere in corso fino all’1 dicembre 2024 al Palazzo della Penna di Perugia – evidenzia come l’elemento naturale è sempre stato protagonista nel mondo dell’arte. Venendo esplorata dagli artisti nelle sua più ampie e varie declinazioni. «Rarefacendosi, l’aria diventa fuoco», scriveva il filosofo Anassimene, «Condensandosi, invece, vento; in seguito nuvola, poi – quando si condensa ancora di più – acqua».
E ad aprire la mostra, non a caso, è una gouache del paesaggista napoletano Giacinto Gigante, risalente alla metà dell’Ottocento, raffigurante uno studio per una nuvola. Stesso soggetto per uno dei maestri che garantirà il prestigio internazionale all’esposizione, l’argentino Leandro Erlich, presente con la grande installazione The Cloud – Cuore. A sottolineare l’attenzione degli artisti verso gli aspetti etici legati all’aria ci sono poi alcune tele di grandi dimensioni di Luca Vitone, lasciate al capriccio degli agenti atmosferici, l’aria, la pioggia, la polvere e altri elementi organici, che “dipingono” questi affascinanti quadri.
Ma anche la sede della mostra non è affatto casuale: sì, perché proprio all’interno dello stesso Museo Civico di Palazzo della Penna, alloggia già da tempo una collezione di opere di Gerardo Dottori, maestro dell’Aeropittura e inevitabile protagonista anche di questa esposizione. Insieme ad altri 25 artisti che offrono, nel loro insieme, una visione a 360 gradi dell’elemento atmosferico, da rappresentazioni romantiche dell’Ottocento a riflessioni contemporanee sulle emergenze climatiche.
«Fin dal Rinascimento – spiega il curatore, Massimo Mattioli – l’elemento Aria è stato nodale nell’immaginario artistico, per la versatilità delle declinazioni che hanno incontrato le scelte dei più grandi artisti». Dai celebri studi sul vento di Leonardo da Vinci al Correggio di Giove e Io’, con la nebbia invocata dal Dio per sedurre la sacerdotessa, agli straordinari paesaggi marini burrascosi di William Turner. Nel ’900 diviene centrale nell’opera Air de Paris di Marcel Duchamp, una fiala che conteneva aria di Parigi, uno dei ready made più famosi del protagonista del Surrealismo. Un approccio provocatorio in seguito ripreso da altri grandi artisti come Piero Manzoni con il suo Fiato d’artista, o da Gino De Dominicis con Tentativo di Volo, anche queste esposte nella mostra perugina.
Tra gli artisti di spicco si trova anche l’olandese Berndnaut Smilde, che reinterpreta la nuvola, inserendola in contesti quotidiani e decontestualizzati. Non mancano sperimentazioni audaci come quella di Donato Piccolo, che ricrea uragani in vitro, e di Arcangelo Sassolino, che sfida i limiti della materia attraverso l’aria compressa. Infine, artisti come Virginia Zanetti, Giovanni Gaggia e Aldo Grazzi esplorano l’aria come medium per azioni performative e riflessioni esistenziali: Zanetti è presente con la sua serie fotografica I pilastri della terra, Gaggia con una performance in cui l’artista libra nell’aria brandelli di bandiere, mentre Grazzi propone teleri finemente cesellati.
La pittura, come forma espressiva, diventa il terreno principale per esplorare atmosfere e tensioni. Bruno Ceccobelli costruisce scenografie spirituali sospese in un contesto impalpabile. Paolo Manazza, con il suo focus sul cielo, traduce le mutevoli variazioni atmosferiche in forme e colori, mentre Arturo Casanova sviluppa una sintesi minimalista dove l’astrazione si fonde con la spiritualità attraverso la rappresentazione di varianti climatiche. Pablo Candiloro si concentra sul sole e le costellazioni, mentre Massimiliano Poggioni utilizza l’aria come elemento di contrasto in una composizione fortemente architettonica.
Nella mostra, inoltre, alcuni artisti inseriscono l’aria in progetti tecnologici. Mariateresa Sartori, ad esempio, crea disegni con una penna animata da un anemometro, e la componente sonora è centrale nell’opera di Juan Pablo Macías, che usa tracce audio per imitare il vento e il canto degli uccelli, creando un’esperienza atmosferica multisensoriale. Artisti come Edoardo Cialfi e Casper Faassen si focalizzano sugli aspetti più lirici degli elementi atmosferici. Cialfi esplora la sensualità dei paesaggi, sempre segnati dall’imprevedibilità dell’aria, mentre Faassen combina fotografia e pittura in stratificazioni che evocano la plasticità delle sensazioni atmosferiche.
L’ironia emerge con forza nei lavori di Mario Consiglio, che utilizza il suo lettering morbido per trasmettere messaggi socio-politici incisivi, e di Corrado Bonomi, con i suoi Castelli in aria che sorridono al serio mondo dell’arte, riecheggiando l’immaginario calviniano. Fino ad arrivare alle iconiche provocazioni di Piero Manzoni, forse il più iconico rappresentante del rapporto tra arte e aria, con il suo celebre e già menzionato Fiato d’artista.
Il percorso della mostra invita dunque i visitatori a riflettere su come l’aria sia non solo un elemento fisico, ma anche un tema estetico, etico e filosofico. Riuscendo, senza dubbio, a cogliere l’attenzione, non solo degli amanti dell’arte e della pittura.
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