Daniela Comani (Bologna, 1965), cartografa, narra e rivisita secondo il suo sguardo analitico e critico gli eventi più significativi del Novecento attraverso fotografie aeree, cartoline e altri progetti recenti sviluppati attraverso app con diversi materiali visivi con il fine di identificare nella memoria collettiva qualche barlume di soggettività, perché come qualcuno ha detto: “la storia siamo noi!”.
Per scoprire il lavoro dell’artista bolognese che vive e lavora a Berlino, si consiglia la visione della sua mostra personale alla Galleria Milano, “Ordine e metodo”, il titolo è una citazione dal film Les Carabiniers di Godard (1963) incentrata sul tema dell’identità e memoria, in collaborazione con la Galleria Studio G7 di Bologna, accompagnata da un libro d’artista presentato in questa occasione, edito da Humboldt Books e finanziato da Senato per la Cultura di Belino. Si tratta di un prezioso foto-atlas di 800 pagine, intitolato Planet Earth:21 st Century, comprensivo di 360 fotografie e un testo critico di Vera Tollmann.
Nella prima sala della galleria vi accoglie l’installazione di Planet Earth:21 st Century (2019), costituito dal materiale visivo recuperato dalle applicazioni Apple Maps Flyover e Google Earth Vr, attraverso le quali potrete compiere un viaggio virtuale, stando fermi, planare sulle città, Berlino, Boston, Las Vegas, Tokyo e altre ancora, suoi luoghi d’interesse storico-artistico e 360 cartoline con strade, edifici e monumenti di tutto il mondo. Affascinano le cartoline, così vintage nell’epoca digitale, oggi sostituite da instagram e una carrellata d’immagini proposte di inediti paesaggi urbani che sottendono una parte della storia dell’umanità. La sua catalogazione personale culmina nella seconda sala della galleria milanese, dove incuriosisce una installazione sonora intitolata Sono stata io.
Diario 1900-1999 (66’, 2000/2011), attraverso la quale Comani rivisita in modo soggettivo gli eventi più significativi del XX secolo. In bilico tra storia e memoria, passato e presente, l’autrice intreccia attraverso immagini e suoni una sorta di diario emotivo, una documentazione anomala dentro gli avvenimenti che hanno scritto la nostra storia del secolo scorso. Anche le sue fotografie tratte dalla serie 1975-Diario di strada (2017), si ripercorre la sua storia personale, la si vede bambina, in viaggio in macchina con i suoi genitori da Bologna verso l’Alto Adige, quando annotava sulle numerose agende le targhe delle automobili incrociate, segnando le città d’immatricolazione, il produttore e la marca. Daniela Comani, ritrovata una di quelle agende del 1975, la trasforma in un progetto artistico, in cui le pagine del diario unite alle svariate fotografie dei modelli delle auto citate, per lo più italiane, come si evince dalla marca e dalle targhe, evocano un mondo non globalizzato. In quegli anni tutto era diverso, ancora lontani dalle cause ed effetti della cultura digitale, in cui un viaggio in macchina dalla città alla montagna poteva essere vissuto come una grande avventura carica di attese, soprattutto dai bambini. E in questo viaggio planare tra arte, architettura e rappresentazioni di Apple Maps e Google Earth, la documentazione narrativa di Daniela Comani intreccia sguardi privati su eventi collettivi, nel tentativo di cogliere “performance” culturali con medium differenti e topografie mobili, fluide e iconiche al tempo stesso, all’insegna dell’apologia del viaggio fisico e mentale.
Jacqueline Ceresoli
Dal 17 dicembre 2019 al 31 gennaio 2020
Daniela Comani, Ordine e Metodo
Orari: da martedì a sabato dalle ore 10.00 alle 13.30
e dalle 15.00 alle 19.00
Galleria Milano
via Manin, 13, via Turati 14, Milano
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