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Interno ed esterno corpo, De Nichilo e Molinaro in mostra alla Momart di Matera
Mostre
«Un organo che resiste l’essere incluso nel Tutto di un corpo. […] Questa ostinazione che persiste al di là della morte non è forse la libertà – la pulsione di morte – al suo livello di base? Anziché condannarla non dovremmo piuttosto celebrarla come l’estrema risorsa della nostra resistenza?», Slavoj Žižek, Organi senza corpo. Deleuze e le sue implicazioni, La scuola di Pitagora Editrice, Napoli 2013. Addentrandosi nella materia, scavando ed emergendo dall’organico in un mondo di forme in trasformazione, dove l’interno e l’esterno si contrappongono e rispondono come amalgama di organi, vortice ritrattuale ed evoluzione viscerale, la mostra “Innen und Aussen” di Sabino de Nichilo e Dario Molinaro, a cura di Antonello Tolve, presso la Momart Gallery di Matera, è una potenza destabilizzante del sensibile che prende consistenza nella vibrazione materica, nella formalizzazione corporea, mutevole e incorruttibile, potenziale e necessaria, indagata dalle due poetiche – scultorea una, pittorica l’altra – dei due artisti.
Sabino de Nichilo e Dario Molinaro formalizzano luoghi dell’essere oltre e prima dell’avvento di una temporalità, creando un chiasma ritmico percettivo che disfa l’ordinamento del corpo a favore di un divenire al di là dell’umano e dentro l’umano. Interno ed esterno trovano terreno di scambio ed esplorazione nel disintegrarsi e dis-organizzarsi della specificità corporale e personale, diventando essenza dell’organicità o individualità indefinita, in potenza.
Dall’interiorità carnale, Sabino de Nichilo enuclea accenni di elementi anatomici dando vita a solitarie elevazioni sinuose dalle esuberanti tonalità cromatiche, entità viscerali fluttuanti che conquistano spazio e immaginari, alterando conformazioni sensibili in intensità cristallizzate non trascendenti.
Plasmate in una téchne finissima le sculture dell’artista compongono nuove biologie immaginifiche: organi-organismi, lacerti e articolazioni tentacolari, fuoriusciti dalla condizione interna che abitavano, irrompono con mescolanze e ibridazioni di materia, eterogenea, fascinosa e spiazzante.
Ripensando al Corpo senza Organi tra Artaud e Deleuze e più specificatamente alle riflessioni di Slavoj Žižek in Organi senza corpo. Deleuze e le sue implicazioni, le opere di de Nichilo sembrano rispondere affrancando l’elemento o l’appendice materiale dal suo bagaglio costrittivo, la totalità di un corpo, svincolando una parzialità, divenuta unità a sé stante, dalla mera funzionalità, mutandola in fantasmagoria vitalistica e vivace, facendo danzare in volute e plasticità acrobatiche un’anatomia del possibile.
Nelle opere di Dario Molinaro l’esteriorità di un volto, dell’epidermide, della sessualità, sono vissute come canale di conoscenza e soggetto intensivo del corpo, ripensato nei sensi e indagato fenomenologicamente in una ritmicità dialettica in rapporto tra il dentro e il fuori.
Molinaro compone in una pittura densa, carnosa, quasi tridimensionale, dove i ritratti senza volti, afferrati dal turbinio pulsante e irrequieto del colore, sono deprivati dello sguardo, volgendo la concezione classica di soggettività in espressione vitale non identitaria, paradossale per il genere pittorico ritrattistico, ma perfettamente centrata nella ricerca di una istintualità oltre la rappresentazione. La superficie pittorica accoglie istanze incoercibili, incarna il desiderio, le pulsioni, si fa forma della sensazione.
Nella mostra “Innen und Aussen” interno ed esterno trovano terreno di scambio ed esplorazione nel disintegrarsi e dis-organizzarsi della specificità corporale e personale, diventando essenza dell’organicità o individualità indefinita, in potenza.