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Due nuovi progetti per gli spazi di Marignana Arte a Venezia
Mostre
A inizio settembre Marignana Arte ha aperto al pubblico “La memoria è un essere capriccioso e bizzarro, paragonabile a una giovane ragazza”, una mostra collettiva con otto artisti della galleria e uno special project dal titolo Roots di Lorenzo Passi.
La mostra, curata da Ilaria Bignotti e Jonathan Molinari, raccoglie le opere di otto artisti della galleria – Silvia Infranco, Sophie Ko, João Louro, Giulio Malinverni, Lorenzo Passi, Maurizio Pellegrin, Quayola, Verónica Vázquez – e propone un’interessante riflessione sul tema della memoria. Il titolo della mostra, infatti, fa riferimento al pensiero di Arthur Schopenhauer, e il co-curatore Jonathan Molinari, sottolinea come la memoria sia capricciosa e bizzarra perché non si stanca mai di ingannarci: «il progetto di questa mostra parte da questa consapevolezza terribile: non so davvero cosa ho vissuto, né come individuo, né come componente di un’identità collettiva, ma riesco soltanto a sapere che tutto quello che so è solo un capriccioso e bizzarro scherzo di questa giovane ragazza, la memoria».
Il percorso espositvo intende costruire un dialogo tra le opere degli otto artisti, che mostri la contaminazione tra la memoria intesa come bagaglio culturale, legato alla tradizione e al passato, e quella intesa come esperienza di vita, che costituisce l’identità umana e creativa di ogni artista. La memoria, dunque, come elemento attivatore del processo creativo, che permette all’artista di attingere sia alla memoria collettiva che ai ricordi personali per la creazione dell’opera. Per evidenziare ulteriormente questo concetto, a ogni artista è stato richiesto di scegliere un oggetto legato a un ricordo personale, che entra a far parte dell’esposizione insieme alle opere e stimola nel visitatore un racconto che si intesse della memoria condivisa e sognata, individuale e collettiva, stringendo così in modo evocativo ed empatico lo sguardo del pubblico con quello degli artisti. Il risultato finale, come sottolinea Ilaria Bignotti facendo riferimento ad Aby Warburg, è un Bilderatlas, un atlante di immagini della memoria che si snoda nelle sale della galleria. Dal percorso espositivo emergono diversi aspetti e modalità di indagine sul tema della memoria messe in atto dagli artisti, alcuni dei quali si rispecchiano, pur divergendo. Dalla “metafisica del quotidiano” che ritroviamo nelle opere di Veronica Vàzquez, Maurizio Pellegrin e Lorenzo Passi, i quali partono da oggetti già dati, indagando la loro materia e i saperi a essi connessi per creare nuovi racconti; all’osservazione della metamorfosi della materia stessa, ossia dell’“evanescenza del permanere” che si riscontra nei lavori di Silvia Infranco e Sophie Ko; passando poi per Giulio Malinverni e Quayola, che con mezzi molto diversi, costruiscono nuovi “palcoscenici dell’immaginario”, il primo utilizzando tecniche e strumenti del pittore antico, l’altro servendosi della tecnologia; infine giungendo all’opera di Joao Louro, il quale attraverso il suo lavoro con le copertine di alcuni libri fondamentali per la formazione del pensiero moderno, “scrive della memoria”.
Nella project room, Marignana Arte presenta Roots, opera di Lorenzo Passi. In Roots Passi preleva la radice di un albero abbattuto, proveniente da una zona nota all’artista e nella quale hanno vissuto i suoi avi. La usa come stampo per creare una serie di moduli cubici di svariati colori che andranno, una volta disposti, a creare il negativo del ceppo; poi, attraverso la luce, proietta l’immagine della pianta o quello che ne rimane sul terreno. Partendo dalla fiducia nel passato e dalla storia che unisce la vita della pianta e dell’artista, egli scompone, divide, varia le colorazioni e ricompone mediante la luce la metafora dell’illusione dell’esistenza.