“Piante e fiori (moralità boschiva)” di Elisa Montessori presenta una serie di opere inedite accanto a una puntuale selezione di lavori storici nello spazio della galleria romana Monitor. A partire dall’ispirazione di una poesia di Wislawa Szymborska l’artista ha generato un percorso tra immagini da ri-conoscere, un “itinerario immaginario” in cui piante e fiori svelano altri significati. È nella natura che l’artista riscontra il luogo di un segno riconoscibile e significante, sineddoche di una “moralità boschiva”. Cecilia Canziani è l’autrice del testo critico che accompagna la mostra.
Tra le mura di Monitor si articola un percorso disegnato dalle opere di Elisa Montessori, a partire da Moralità boschiva (2021), opera omonima della poesia di Wislawa Szymborska caratterizzata da rime interne e assonanze, addensamenti di significanti. “Conosce, riconosce somiglianze, / abbondanze, / legami, dettami correlati, celati, / inizi intricati, indizi ingarbugliati, / e nei recessi gli eccessi”. Elisa Montessori dipinge un verde simbolico del contesto naturale, da tonalità chiare a quelle più scure che toccano l’azzurro, il blu e poi tracce di bianco, giallo e rosso nei due dipinti Moralità boschiva. Qui emergono collage di mappe, cartine, piante e così prende forma il significato doppio della parola.
Frammenti di geografie disegnate, prese in prestito da altri luoghi per generare nuovi spazi, più definiti nella sovrapposizione di linee stampate e segni tracciati che troviamo nell’opera Piante e fiori (2021). Invece, Due punti (2021) concretizza nei due cerchi rossi pieni che campeggiano sulla tela quei due punti che danno il nome alla raccolta della poetessa polacca da cui l’artista trae spunto. Un’ispirazione, questa, che torna più esplicitamente nel libro d’artista Moralità boschiva che raccoglie pensieri in forme di immagini e parole, come l’altro Piante e fiori.
Una serie di “reperti vegetali” accompagnano i dipinti in questa esposizione e assumono il ruolo di simulacri: Agave (1975), Spina (1970), Foglie e rami (1975). Sono gli elementi naturali che Elisa Montessori conserva e che ha riportato, negli anni, nella dimensione della sua ricerca artistica. Una ricerca la cui origine ruotava anche attorno all’investigazione del soggetto mitologico della Dafne trasformatasi in alloro, fuggendo dall’amore di Apollo. Anche da lì vengono le foglie di Erbario (1978) o il Giardino (2021) realizzato su lembi di polietilene trasparente. Così, Elisa Montessori racconta, col suo linguaggio naturale attraverso cui, nelle sue opere, fiori e piante mutano in parole.
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