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Da una parte, un maestro della visione, dall’altra, un’icona della fotografia. Il lungo dialogo tra Federico Fellini, del quale nel 2020 sono ricorsi i 100 anni dalla nascita, ed Elisabetta Catalano, autrice, tra le altre cose, di alcuni tra i più memorabili scatti sulle scene dai film del grande regista, non poteva che essere raccontato attraverso le immagini. È un lungo e suggestivo viaggio in una storia che appare ancora vivida, vibrante, quello di “Ri-tratto rosso. Elisabetta Catalano guarda Federico Fellini”, mostra curata da Aldo E. Ponis, con la direzione artistica di Emanuele Cappelli.
La mostra, realizzata da Istituto Luce Cinecittà con il contributo della DG Cinema e Audiovisivo, in collaborazione con Archivio Elisabetta Catalano, avrebbe dovuto essere presentata al pubblico simbolicamente oggi, nel giorno del centunesimo compleanno di Federico Fellini, allestita nel Teatro 1 degli Studi Cinematografici di Cinecittà. Ma anche se momentaneamente chiusa a causa dell’emergenza Covid-19, in attesa di poter tornare alla “visione dal vivo” un pizzico della sua magia si diffonde ugualmente, dalle parole di Cappelli.
Catalano guarda Fellini: la magia delle immagini
«Tutta l’idea di Ri-tratto rosso ruota intorno al concetto del tempo che non torna. Con Fellini il tempo passato, torna», ha commentato il direttore artistico, che ha spiegato la genesi della mostra. «Quando sono entrato per la prima volta nell’Archivio e ho visto i ritratti della Catalano a Fellini, ho sentito forte il senso del tempo che è passato», ha continuato Cappelli.
Nata a Roma nel 1941 e scomparsa nel 2015, Elisabetta Catalano esordì nel 1963, sul set di 8½, capolavoro che valse due Oscar a Fellini. Nel film, ricopriva il ruolo della sorella di Anouk Aimée e, nel tempo libero dalle riprese, iniziò a fotografare i momenti di vita sulla scena, con una vecchia fotocamera del padre. Ma le fotografie suscitarono subito un grande interesse, al punto da essere pubblicate su L’Espresso. Dopo questa prima esperienza, Fellini avrebbe chiamato Catalano ancora sui suoi set ma, questa volta, come fotografa. E lo stesso regista avrebbe posato in tante occasioni nel suo studio, immortalato in ritratti passati alla storia.
«Ma se Fellini è magia e la fotografia è in grado di fermare l’attimo, questo oggi può tornare a vivere, proprio in questa mostra. Restituire l’atmosfera onirica della sensibilità visiva di Fellini attraverso effetti di colore e di suono è diventato il punto centrale della mia ricerca. Ho immaginato quale fosse il modo migliore per tradurre quell’atmosfera e per fare in modo che tutti oggi possano comprenderla. Ho lasciato così parlare uno spazio e l’ho riempito con il tempo», ha concluso Cappelli.
Dunque, quello che i visitatori potranno vedere non sarà il racconto visivo di un grande regista al lavoro sul set ma uno sguardo parallelo, in cui Fellini diventa il soggetto – o il personaggio – sapientemente inquadrato dalla lente di altri occhi. Sarà di un Fellini sensibilmente inedito, che darà occasione di riscoprire una fotografa straordinaria che, nel corso della sua carriera, ebbe modo di lavorare anche con molti personaggi del mondo dell’arte contemporanea, come Michelangelo Pistoletto, Vettor Pisani, Fabio Mauri, Sandro Chia, Mimmo Rotella, Cesare Tacchi e Gino De Dominicis.
Un lungo tour internazionale
“Ri-tratto rosso” si inserisce nel più ampio quadro di manifestazioni organizzate e promosse da Luce-Cinecittà per il Centenario del maestro riminese. A cominciare dalla grande opera di restauro digitale in 4k del tutto-Fellini, realizzato da Istituto Luce-Cinecittà, Cineteca di Bologna e Cineteca Nazionale – CSC.
Nonostante la pandemia, la retrospettiva è stata presentata nel 2020 a Londra e Regno Unito, San Francisco, Berkeley, Tokyo, Shanghai, Taipei, Hong Kong, Lisbona e Montpellier. Auspicabilmente, proseguirà il suo tour Nordamericano nel 2021, al Seattle Art Museum, Toronto International Film Festival, Wexner Center for the Arts di Columbus, Harvard University di Boston, Cleveland Cinematheque, National Gallery of Art di Washington, The Museum of Fine Arts di Houston, Gene Siskel Film Center di Chicago, oltre a numerose altre località internazionali quali Atene, Melbourne, Bruxelles e Bangkok.