Una mostra in una biblioteca, una ricca mostra su Emilio Villa (1914-2003) in una importante biblioteca, la Mozzi-Borgetti di Macerata, attiva da quasi 250 anni e dotata di circa 400.000 volumi, con anche una raccolta musicale e teatrale, una collezione risorgimentale e una ricca fototeca di oltre 20.000 immagini.
Un progetto importante, in primis editoriale ed espositivo, che ha visto coinvolti studiosi, artisti, grafici, poeti e tipografi tra Macerata, Roma, Ancona e altre parti d’Italia, intorno alla figura e la produzione del grande Villa. Un lavoro finemente concertato che illumina specialmente quella tranche-de-vie in cui contribuì ad una delle più sorprendenti e avanguardistiche esperienze editoriali marchigiane, quando divenne parte attiva nella casa editrice di Pollenza, Foglio OG poi La Nuova Foglio, e che più diffusamente testimonia la sua posizione d’«avanguardia permanente» – per dirla nei termini di Stelio Maria Martini.
Sconfinando dall’ambito documentaristico a quello estetico e verso il letterario, il percorso di “Crepita la carta. Libri e vertigini di Emilio Villa” porta all’attenzione l’esuberante e speciale produzione dell’autore, tra i più brillanti ma obliati del Novecento, produzione che lui stesso aveva consapevolmente disperso, e che si riscopre attraverso testimonianze dagli anni Sessanta ad oggi.
Villa fu scrittore, poeta, filologo e critico d’arte, traduttore e biblista, saggista e curatore editoriale… in assoluto cultore della parola, con ricerche e sperimentazioni plurilinguistiche e multisettoriali. E mentre si dedicava alla traduzione di testi antichi – come per l’intera Bibbia – e alla scrittura poetica, era animato da un profondo interesse per l’arte visiva come interprete prolifico.
Animatore intellettuale dell’ambiente artistico romano degli anni Quaranta e Cinquanta, contribuì nel tempo alla valorizzazione e allo slancio nazionale e internazionale di diversi artisti visivi.
Per quanto da oltre due decenni gli siano tributate pubblicazioni postume e mostre, studi critici e nuove restituzioni, è ancora possibile trovare suoi testi inediti ed esibire “libri d’artista unici e perlopiù introvabili, e rare carte manoscritte sparse”. Nonché i suoi “curiosi oggetti poetici”, opere materiche di poesia che iniziò a produrre nei primi anni Settanta.
Questa operazione marchigiana è stata ideata dall’artista romano Fabio Orecchini e curata dal libraio Andrea Balietti con l’aiuto di Virgilio Gobbi della Libreria Catap di Macerata. Orecchini è membro dell’impresa creativa non-profit Nie Wiem di Ancona che con il proprio marchio editoriale Argolibri ha pubblicato nel 2020 il prezioso volume per la cura di B.Battilocchi “Rovesciare lo sguardo. I Tarocchi di Emilio Villa”.
La mostra ha ospitato infatti una performance inedita del poeta Giovanni Fontana sui “Tarocchi” di Villa, e proprio su quel taccuino altrettanto inedito pubblicato l’anno scorso da Argolibri. Chiuderà il 7 novembre con il Talk di Nunzio Giustozzi, curatore invece della recente altra mostra romana dal titolo “Un atlante di arte nuova. Emilio Villa e l’Appia Antica” e con un intervento poetico dell’attrice Francesca Rossi Brunori.
Ma “Crepita la carta” principia e si estende anche nel catalogo, confezionato artigianalmente in 100 copie numerate, progettato da Lucamatteo Rossi e curato da Giorgiomaria Cornelio e Andrea Balietti, che accoglie i contributi di Bianca Battilocchi, Gabriella Cinti e Marco Giovenale. Un libro-oggetto pregiato, immancabilmente, visto il suo contenuto, realizzato con carte differenti per ogni pagina dalle storiche Grafiche Fioroni, in cui alle copertine dei libri d’arte esposti in mostra (dalle “Idrologie” a “brunt H”, da “L’homme qui descend quelque: Roman Metamytique” a “Green”) si alternano lacerti, appunti sparsi, pagine manoscritte e labirinti verbovisivi dell’autore e a cui aggiungono cartoline ad opera di Francesca Torelli.
Così che “attraversando a ritroso l’attività febbrile dell’autore di ‘Affori’, e le miriadi di costellazioni e arcipelaghi editoriali da lui fondati e affondati, creati dal nulla per esplosioni magmatiche e intuizioni geniali…” – come scrive Valerio Cuccaroni, presidente dell’Associazione Nie Wiem – si rivalorizza quello che fu il suo sodalizio artistico e tipografico, tra gli altri, con Silvio Craia e Giorgio Cegna alla Nuova Foglio, e al contempo l’anima colta e avanguardista di Macerata.
Il Giardino delle Camelie di Boboli, un gioiello di arte e botanica, riapre stabilmente al pubblico dopo i restauri, con…
Ci sono i grandi nomi del design italiano e internazionale in vendita da Cambi, a Milano. Sguardo in anteprima agli…
Il taglio del 12% al bilancio culturale per il 2025-2026 colpisce trasversalmente uno dei settori trainanti di Berlino, minacciando lo…
La Galleria Umberto Di Marino di Napoli ospita una retrospettiva dedicata a Betty Bee, artista che esplora il mondo femminile…
Negli ultimi anni la mia ricerca si concentra sull’urgenza di indagare il concetto di “Accoglienza” legato ai flussi migratori
Una spietata riflessione sulle dinamiche sentimentali, sulla solitudine, sui meccanismi della persuasione: al Teatro Gobetti di Torino, Marta Cortellazzo Wiel…