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Un’antica chiesa di Stromboli trasformata dalle opere di Halilaj, Ancarani e altri artisti
Mostre
L’esposizione Eroico (il) paesaggio si propone di esaminare il rapporto complesso tra l’essere umano e il paesaggio naturale, interpretato attraverso le opere di cinque artisti. L’esposizione, risultato della selezione operata dalla giuria del Premio Stromboli 2024, vede il vincitore Petrit Halilaj, al centro, accompagnato da altri quattro finalisti: Yuri Ancarani, Benni Bosetto, Irene Fenara e Renato Leotta. Ciascuno di loro offre una visione unica sul tema del paesaggio, utilizzando una varietà di media che spaziano dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al video.
L’allestimento della mostra, distribuito nei diversi spazi della Chiesa di San Bartolomeo, è pensato per offrire un’esperienza emotiva e riflessiva. Le sculture psico-magiche della serie RU di Halilaj, le opere introspettive come il documentario Il capo di Ancarani e l’installazione audio-video Supervision di Fenara conducono il visitatore attraverso un viaggio artistico che culmina nei lavori intimi di Bosetto e nelle creazioni legate al territorio di Leotta, come Piccola marina ed Eclipse.
Secondo la curatrice Lucrezia Longobardi, l’esposizione non solo vuole esaltare la bellezza e la forza della natura, ma anche la sua vulnerabilità e l’importanza della responsabilità umana verso di essa. La disposizione delle opere è pensata per offrire un’esperienza emotiva e riflessiva, in sintonia con i temi ambientali e il ruolo dell’arte nel mondo contemporaneo.
La giuria internazionale del Premio Stromboli, che unisce unisce arte contemporanea, WEB3/Digital e ricerca accademica, composta da Lorenzo Balbi, Laura Cherubini e Vicente Todolì; ha riconosciuto Petrit Halilaj per la sua capacità di creare mondi complessi che esplorano la libertà, il desiderio e l’identità, con un forte legame alla storia recente del Kosovo, che affronta attraverso vari medium che spaziano dalla scultura al disegno, alla performance. Il legame con la sua terra lo ho portato infatti a voler donare il suo premio alla Fondazione Hajde! di Runik, al fine di sostenere ulteriori progetti artistici in Kosovo.
L’evento offre un’occasione imperdibile per esplorare la connessione profonda tra arte e natura, riflettendo sulle sfide ambientali contemporanee attraverso le visioni uniche di artisti di fama internazionale. Eroico (il) paesaggio si conferma ad essere non solo una celebrazione del talento artistico, ma anche un richiamo alla responsabilità collettiva verso il nostro ambiente. La mostra, con la sua disposizione evocativa e i suoi temi potenti, offre ai visitatori un’esperienza immersiva e trasformativa, invitandoli a riflettere sul ruolo dell’arte nella comprensione e nella preservazione del nostro mondo naturale.
Petrit Halilaj, nato in Kosovo nel 1986, è un artista visivo di fama internazionale che vive e lavora tra Germania, Kosovo e Italia. Dopo essersi diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma, ha esposto le sue opere in prestigiose sedi globali. Di recente, ha inaugurato un progetto al Met Rooftop Garden di New York. Nel novembre 2023, ha presentato la mostra Petrit Halilaj: Runik al Tamayo Museum in Messico, seguita dalla sua partecipazione alla NGV Triennial di Melbourne, Australia, nel dicembre 2023. Nel 2022, ha partecipato a Manifesta 14 a Pristina, Kosovo, con un’opera pubblica permanente. Nel 2021, la Tate St Ives ha ospitato la sua mostra personale Molto vulcanico su questa piuma verde. Halilaj ha rappresentato il Kosovo al suo primo padiglione nazionale alla 55ª Biennale di Venezia nel 2013, e il suo lavoro esplora spesso temi legati alla libertà, al desiderio e all’identità, radicati nella storia recente del Kosovoz.