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La fragilità umana di fronte ai disastri ambientali, la nostra incapacità di apprendere dagli errori, le responsabilità verso le generazioni future. Da queste considerazioni prende le mosse Sorry for Fukushima, la mostra dell’artista spagnolo Escif, in apertura dal 28 settembre 2024 presso SpazioC21, a Reggio Emilia. L’esposizione, pensata ad hoc per gli ambienti della sede espositiva, affacciata sul suggestivo cortile di Palazzo Brami, è focalizzata su una riflessione che parte dal disastro nucleare di Fukushima, avvenuto l’11 marzo 2011, per ampliare il discorso alle sue implicazioni ancora vive nella coscienza collettiva.
Nato a Valencia, classe 1978, Escif è conosciuto a livello internazionale per la sua capacità di coniugare interventi di critica sociale con uno stile raffinato e penetrante. Laureato in Belle Arti e specializzato in Arte Pubblica presso l’Universidad Politécnica di Valencia, si è affermato per il suo linguaggio visivo inconfondibile, che combina l’ironia tagliente e la riflessione esistenziale. Le sue opere, spesso realizzate in spazi pubblici non autorizzati, rivelano una costante ricerca estetica che mira a scuotere le coscienze e a stimolare il pensiero critico.
La mostra Sorry for Fukushima si sviluppa a partire dal drammatico evento del terremoto e dello tsunami che colpirono il Giappone, causando il collasso della centrale nucleare di Fukushima. Il disastro ha segnato profondamente l’ambiente e la vita delle comunità locali, con ripercussioni che si estendono fino ai giorni nostri, eppure, come sottolinea l’artista, poco è cambiato nel modo in cui affrontiamo le sfide ambientali e tecnologiche.
L’arte di Escif si distingue per un approccio diretto, in cui immagini essenziali si accompagnano a testi incisivi, spesso criptici, che invitano lo spettatore a riflettere. Escif ha collaborato con istituzioni prestigiose come la Saatchi Gallery di Londra e il Palais de Tokyo di Parigi, e ha partecipato a progetti iconici come Dismaland, il parco a tema distopico ideato da Banksy nel 2015. I suoi lavori, pur mantenendo una dimensione profondamente intima e personale, si inseriscono in una tradizione di arte pubblica non autorizzata che ha radici in movimenti di protesta e resistenza culturale.
Le opere di Escif in mostra a Reggio Emilia si inseriscono lungo questa linea, chiedendo al pubblico di interrogarsi sulle proprie responsabilità. Una delle installazioni chiave è un dialogo tra l’artista e suo figlio, evocato attraverso indizi collocati sulle pareti esterne della galleria, quasi a suggerire che le risposte risiedono al di fuori dei confini immediati dell’opera.
L’immaginario visivo della mostra si muove tra riferimenti cinematografici e simboli popolari. Dallo sguardo perplesso di Lilly e Biagio, protagonisti del film Disney Lilly e il vagabondo, di fronte a una catastrofe dipinta su una grande tela, all’iconico gnomo “antimilitare” del Favoloso mondo di Amélie, Escif trasforma questi riferimenti in metafore del nostro disorientamento di fronte alla crisi ambientale.
La critica di Escif, in realtà, è un appello, rivolto in particolare agli adulti, a riscoprire il valore dell’innocenza, della spontaneità e della speranza che i bambini incarnano, restituendo loro una dignità troppo spesso negata. Sorry for Fukushima è dunque un invito a ripensare il concetto di progresso e a riscrivere le priorità della nostra società, cercando un equilibrio più responsabile con l’ambiente.