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Un’indagine sulle dinamiche sociali e culturali, mettendo in luce storie e realtà spesso trascurate o invisibili. Da questa attitudine prende le mosse la pratica artistica di Eugenio Tibaldi, che ha concentrato il suo lavoro sulla rielaborazione di esperienze situate ai limiti della società, riflettendo sulle tensioni tra inclusione ed esclusione, individuo e collettività, utilizzando l’immagine e il concetto di margine come risorse creative. Alla Fondazione La Rocca di Pescara, un’ampia mostra personale ripercorre le tappe di questo percorso, focalizzandosi in particolare sulla produzione degli ultimi cinque anni. L’esposizione, a cura di Francesca Guerisoli, è scandita da un progetto site-specific al Tempietto Santa Maria del Tricalle di Chieti e da diversi nuclei installativi, rappresentativi di alcuni concetti cardine nella ricerca dell’artista nato ad Alba nel 1977.
Informal Inclusion: l’installazione al Tempietto del Tricalle
Il percorso espositivo parte idealmente dal Tempietto del Tricalle, dove l’installazione Informal Inclusion invita il pubblico a un’esperienza immersiva che si sviluppa in un dialogo tra luce e suono, elementi ricorrenti in molte delle opere di Tibaldi. In questo spazio storico, risalente al XIV secolo, il buio e i canti degli uccelli creano un ambiente evocativo, che stimola l’esplorazione sensoriale. L’opera è stata presentata anche per il Padiglione Italia alla prima edizione della Biennale di Malta
.
L’installazione Informal Inclusion, realizzata in collaborazione con l’Associazione Il Giardino delle Pubbliche Letture e la Soprintendenza, è il culmine di una riflessione che, partita dal periodo pandemico, ha visto Tibaldi confrontarsi con il concetto di margine, esaminandone la dimensione intima e personale. Le due tavole progettuali Informal Inclusion Project V.P. e Informal Inclusion Project T.T., che aprono la mostra in Fondazione La Rocca, fungono da mappe visive per esplorare le dinamiche di inclusione e il complesso legame tra economia e cultura.
Quattro punti cardinali: la mostra di Eugenio Tibaldi alla Fondazione La Rocca
L’esposizione alla Fondazione La Rocca include anche quattro nuclei di opere, scelti da Eugenio Tibaldi come punti cardinali per comprendere il suo percorso di ricerca. La presenza degli uccelli come simbolo di libertà e follia emerge in un contesto pandemico, attraverso l’opera Simposio 07 (2022) e due lavori inediti, Human attitude e The lost message. Il mondo degli uccelli diventa un simbolo per raccontare la fragilità e la meraviglia dell’esistenza umana, intrecciando disastri e bellezze.
Atopos (2022) e La forma spezzata (2023) offrono uno spaccato della provincia italiana, esplorando il sogno capitalistico attraverso immagini di uccelli e dipinti “falliti”. La forma spezzata, in particolare, si presenta come un’opera visiva in forma di libro, che racconta storie atemporali del territorio, arricchendo il discorso sull’identità culturale.
Inoltre, la serie DEMOCRATIZATION OF THE HUMAN DEFECT (2021) riflette sul complesso rapporto tra umanità e potere, mentre Architetture dell’isolamento (2021) mette in luce la potenza attrattiva di un rifugio nella propria interiorità. Attraverso l’analisi della propria esistenza, Tibaldi esplora la possibilità di costruire un mondo alternativo, un tema particolarmente rilevante nel contesto attuale.
Gli incontri in programma
Nel corso della mostra, che rimarrà visitabile fino al 12 ottobre 2024, si terranno anche vari appuntamenti. Il 27 settembre 2024, alle 18, la Fondazione La Rocca ospiterà l’incontro Il tempo dell’aperitivo, talk multidisciplinare ispirato alla mostra personale di Eugenio Tibaldi. Protagonisti l’artista, la curatrice Francesca Guerisoli e l’economista della cultura Alessandro Crociata, in un confronto critico sul potenziale trasformativo del margine, spesso visto come uno spazio escluso. Durante l’evento sarà presentato il volume Eugenio Tibaldi, ET2020/24, edito da Cura.Books, che documenta cinque anni di ricerca dell’artista attraverso saggi e immagini.Sono previsti interventi dei giornalisti Jolanda Ferrara, Nino Germano e Oscar Buonamano, moderati da Licia Caprara.
In occasione della chiusura della mostra, sabato, 12 ottobre 2024, in concomitanza con la XX Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, lo spazio espositivo sarà trasformato in una sala cinematografica per la proiezione di tre video di Tibaldi, realizzati con Lorenzo Morandi, che esplorano isolamento e inclusione nei luoghi marginali. Un talk con Francesca Guerisoli e l’antropologo Ivan Bargna accompagnerà la serata, approfondendo il dialogo tra l’opera di Tibaldi e il contesto contemporaneo.