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Nei suggestivi spazi dell’Associazione culturale 21, situati in una ex fonderia degli anni ‘20, a Lodi, la galleria D406 di Modena presenta una grande mostra sul disegno contemporaneo italiano, visitabile fino all’8 aprile. 20 artisti per oltre 300 disegni, a testimoniare la vivacità di un linguaggio artistico sempre in divenire, ogni volta diverso eppure sempre riconoscibile. Negli ultimi tempi sono molti gli appuntamenti dedicati al disegno, sia in Italia che all’estero, come le tre edizioni della Biennale del Disegno organizzata dalla Città di Rimini, la sezione Disegno della fiera torinese Artissima e la fiera Work On Paper nella vicina Lugano, giunta alla sesta edizione e poi le fiere Drawing Now!, il Salon du dessin, D Dessin, svolte nella settimana parigina dedicata al disegno. Le numerose opere degli artisti in mostra, «Senza alcuna pretesa sistematica né tantomeno esaustiva», specificano gli organizzatori, restituiscono non solo la polifonia del disegno contemporaneo italiano ma anche la sua capacità di veicolare messaggi eterogenei.
Silvia Argiolas presenta una serie di carte recenti di cui una di grandi dimensioni realizzata per l’occasione e dedicata a ritratti di “Entraineuse”. La ricerca operata da Nicola Toffolini con i suoi grandi disegni a china in bianco e nero, si confronta con quella di Daniela Alfarano e dei suoi raffinati disegni a matita, presentati in una complessa, rarefatta installazione di alta qualità formale e forte potenza evocativa. Michelangelo Setola, disegnatore che ha assimilato nelle sue grandi carte a matita la lezione visionaria dei fratelli Jake e Dinos Chapman, dialoga con la coppia Ericailcane/Stefano Ricci, il primo, affermato artista “street art” e il secondo, artista underground eclettico. Il duo ha presentato un progetto dal titolo “Zoologia politica”, nel quale i due artisti si sono divertiti a giocare sull’interpretazione di alcune parole, trasposte in disegni realizzati “di getto” su grandi fogli di carta leggera. Dell’artista romano Hitnes, noto per i suoi grandi murales, in mostra alcuni acquarelli di pregevolissima fattura, realizzati nel corso di un viaggio avventuroso all’interno della Amazzonia colombiana.
E ancora, il segno ironico eminentemente “bianco e nero”, così fortemente riconoscibile di Fausto Gilberti e le stupefacenti matite colorate di Gabriella Giandelli, autrice di fumetti dei primi anni novanta e oggi protagonista dell’illustrazione italiana. E a proposito di editoria e fumetto, non poteva mancare una testimonianza del grande Andrea Pazienza inventore, dalla seconda metà degli anni settanta fino alla prematura scomparsa nel 1988, di un vero e proprio rivoluzionario linguaggio “a disegni”.
Daniele Galliano presenta una grande carta e alcuni disegni della sua animazione “The Man who managed to get pussy off his Mind”. Si attraversa quindi la poetica di Never 2501 con i suoi disegni geometrici e ipnotici, mentre Fabrizio Loschi propone una serie di disegni a penna bic, realizzati nel corso del recente “confinamento covid”. Di Gilberto Giovagnoli in mostra un grande collages composto da centinaia di disegni assemblati fra loro, realizzato nella metà degli anni 90, e i suoi 49 drammatici ritratti a penna bic e pennarelli di “Generali Tedeschi” della Seconda Guerra Mondiale, a confronto con altrettanti ritratti a penna bic realizzati da Giuliano Guatta, frutto della recente esperienza denominata “fisiognomica del pensiero”.
Nico Mingozzi rielabora con il disegno ritratti fotografici familiari in formato cartolina della nascente borghesia di inizi novecento, trasfigurati in inquietanti ed ironici ritratti di “freaks” contemporanei. E ancora gli ultimi esiti della ricerca di Andrea Chiesi e Pierluigi Pusole, accomunati nell’interesse verso i paesaggi contemporanei. Sul tema del paesaggio insistono anche gli onirici disegni a grafite di PierPaolo Curti, dominati da un’atmosfera di irrequieta attesa. Infine, ospite d’eccezione fra gli artisti tutti italiani, la militante MAdMeg, disegnatrice parigina che, con i suoi enormi disegni a china su carta della serie “Patriarchi”, sottopone all’attenzione del pubblico le contraddizioni socio-politiche della nostra storia recente.