Il SAC – Spazio Arte Contemporanea, situato a Robecchetto con Induno, in provincia di Milano, è stato fondato nel 2019 come centro di aggregazione sociale e divulgazione culturale ed è diventato, nel tempo, un punto di riferimento per numerosi artisti emergenti, grazie ai suoi ampi spazi che permettono lo svolgimento di attività come residenze artistiche, laboratori e workshop. Questo luogo dall’estetica post-industriale fa parte di un complesso di strutture appartenenti alla famiglia Candiani ed è curato da Nicoletta Candiani. È qui che si è svolta Ritual Denim, personale dell’artista Elena Monzo (Orzinuovi, Brescia 1981). Formatasi all’Accademia di Belle Arti di Brera, già nel 2002 partecipa alla sua prima mostra collettiva al Museo della Permanente di Milano. Dopo quel momento l’artista non si è più fermata, tra mostre collettive, personali e residenze in giro per il mondo. Questi viaggi ed esperienze di lavoro artistiche la conducono ad arricchire la genealogia delle sue opere esplorando nuovi materiali, soggetti e tecniche.
In mostra in Ritual Denim, circa 30 opere raccolte nel corso del decennio 2014 – 2024, di cui quattro sono inedite: l’esposizione è il risultato di un lungo viaggio alla scoperta di modi di creare e di mettere insieme conoscenze acquisite nel tempo. Il percorso è ricco di figure a metà tra il mito e il contemporaneo, evocate attraverso medium diversi: dalla carta Washi alla calcografia, dalla ceramica ai tessuti, tra cui il denim, materiale con cui l’artista ha realizzato quattro opere inedite: Butterfly, Cassandra, SintetiK, Coraline Korallion.
Elena Monzo nei suoi lavori restituisce le influenze di cui si compone la sua ricerca visiva, e racconta di come sia d’ispirazione per lei Instagram nel cogliere le tendenze e rielaborarle attraverso la sua ricerca. Per questo la mostra risulta perfettamente contestualizzata al periodo storicoculturale che stiamo vivendo.
Spesso le protagoniste nelle sue opere sono donne che simboleggiano l’archetipo femminile della donna selvaggia – Cassandra, Rugiada, Moon & Pirate – che incarna i suoi contrasti: da un lato ha la capacità di essere dolce e sensuale, dall’altro possiede la consapevolezza di saper scegliere per se stessa. Quello dell’artista è un processo di alleggerimento dei soggetti, dove la ripetizione di pose, colori e forme sembra voler affermare un nuovo immaginario collettivo, fatto di creature cariche di una nuova femminilità che popola il contemporaneo.
Il bilanciamento di parti contrastanti e sempre mutevoli si traduce visivamente nel processo della stratificazione. La carta è spesso protagonista della sua produzione: moltissime sue varianti, di texture, colori e stampe differenti, si stratificano sulle sue opere andando a vestire le figure rappresentate. Durante la realizzazione dei suoi lavori, l’artista “fa e disfa” l’opera, rendendo questo processo vivo e intimo. Monzo, inoltre, orna spesso le sue opere con perline, pietre, materiali rari, raccolti durante i suoi viaggi. Ad esempio, la protagonista dell’opera Skin indossa collane fatte da pietruzze di varie forme e colori che le adornano il collo. O ancora, in Bruja appaiono due piedi e un volto circondato da una carta di Shanghai di colore blu la cui composizione appare simile a quella filamentosa dei capelli.
Per sostenere il peso dei collage, il supporto viene spesso reintelato o rinforzato con materiali rigidi, tra cui il Forex della serie Korova Milk, ponendo la carta sempre in primo piano, a costituire il volto dell’opera.
Il denim è il protagonista della mostra, materiale inedito che la Monzo ha utilizzato in modi diversi per realizzare le sue opere. Ritual Denim – da cui prende il titolo la mostra – è un’opera che, maestosa, si impone nello spazio d’ingresso del SAC. Su di essa appaiono figure mitologiche e surreali realizzate con la tecnica dell’incisione laser. Questo lavoro è stato possibile grazie alla collaborazione con il Development Center della Candiani Denim, con il cui tessuto sono stati realizzati gli stessi capi della capsule collection per SAC. Lo stesso tessuto è stato utilizzato dal sarto Vasco Inzoli, che ha realizzato tre capi da lavoro impreziositi poi dai gioielli di Luiss.
Tra le opere inedite realizzate nel 2024 c’è Coraline Korallion, la cui traduzione dal greco è scheletro duro: dal corpo della figura sembra nascere un corallo, elemento prezioso che in questo lavoro viene dipinto e non aggiunto sulla superficie. La creatura raffigurata sembra trovarsi nel mezzo di una metamorfosi che fa eco alla tradizione classica, mentre gli indumenti moderni che indossano impongono loro un’energia attuale.
Nell’opera SintetiK, sono raffigurati due volti fusi, iconografia presa dai Die Antwoord, quelli di un uomo e di una donna. Qui appare il tema del maschile e del femminile, molto presente nei lavori di Monzo. Queste due energie si fondono fino a trovare un equilibrio e a formare una figura androgina, un gemello. Questo lavoro fa parte della produzione di inediti realizzati nel 2024, il bordo della sua tela è ricoperto da denim volutamente di un colore neutro, l’ecru.
La mostra cristallizza l’evoluzione artistica di Elena Monzo segnando il percorso con le opere più significative che ne mostrano l’evoluzione artistica e la poetica. Le opere in mostra sono state selezionate seguendo il gusto dell’artista supportata dalla consulenza di Nicoletta Candiani, curatrice dello spazio. Accostate tra loro da motivi cromatici, le opere si alternano raccontando un viaggio senza tempo.
La mostra di Elena Monzo al SAC – Spazio Arte Contemporanea sarà visitabile fino al 14 dicembre 2024.
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