Venerdì 3 dicembre, alle porte del Natale, Torino ha accolto il tanto atteso taglio del nastro per la sede rinnovata degli storici edifici Italgas. Alla presenza dell’Amministratore Delegato, Paolo Gallo, del Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, del Presidente del Consiglio Regionale, Stefano Allasia e del Presidente dell’Unione Industriale Torino, Giorgio Marsiaj è stato illustrato l’importante intervento di riqualificazione del complesso di due edifici (civico 9 e 11) e dell’area urbana antistante, progettato e realizzato da Giugiaro Architettura. Il palazzo al civico 11 è così diventato sede dell’Heritage Lab Italgas che sarà aperto al pubblico con una dotazione di quasi 200 anni di patrimonio storico aziendale ed un archivio di oltre 3 chilometri lineari di documenti. Sarà possibile visitare l’archivio e fare una esperienza immersiva che permetterà di toccare con mano il percorso di digitalizzazione, assistendo alle attività di catalogazione e virtualizzazione delle testimonianze storiche. Nel suo discorso di apertura, Paolo Gallo ha sottolineato la volontà di “fare qualcosa che rimarrà alla città” con lo sguardo attento alla cultura, all’architettura e all’ambiente. “Cinque anni fa Italgas è tornata in borsa ed è in crescita da 19 trimestri“, ed oggi Italgas restituisce a Torino i suoi traguardi aprendosi alla comunità anche negli spazi aperti con una dichiarazione d’intenti in un momento in cui il segnale vuol dire “ricostruire, ma ricostruire meglio” dopo questo periodo.
Parte importante del progetto è l’opera monumentale “FLAMMARION” dell’artista Oliviero Rainaldi. È una installazione diffusa, composta da un gruppo scultoreo principale articolato in più elementi e posizionato davanti al palazzo Italgas del civico 9 di Largo Regio Parco e da due elementi singoli collocati al civico 11 e in Corso Palermo numero 4. “FLAMMARION” si ispira al concetto delle costellazioni quali insiemi di corpi celesti distribuiti nello spazio con uno schema geometrico riconoscibile, studiate e divulgate a fine Ottocento dall’astronomo Camille Flammarion. L’artista ha realizzato sette colonne in acciaio, blu cangianti, sormontate da figure umane stilizzate, realizzate in fusione di alluminio, che si ergono come fiaccole antropomorfe creando il profilo di una fiamma ardente verso il cielo. L’opera è ricca di simboli: sette sono gli elementi che la compongono e sette sono le lettere della parola Italgas fissate su un basamento a forma di lettera Omega che, formando idealmente un cerchio, permettono di accogliere il fruitore fornendogli un nuovo punto di vista sull’opera. E’ un’opera monumentale che Rainaldi ha progettato seguendo regole precise per la ripartizione dello spazio e la proporzione degli elementi. Un rapporto che si fonda sul numero “2” e i suoi multipli: due come elemento simbolico che rappresenta la sapienza, la parola divina, il verbo. Un numero capace di cogliere il senso della dualità innato negli elementi: positivo/negativo, materia/antimateria, macro/microcosmo; lo stesso dualismo che è presente in una fiamma, che brucia e dunque può distruggere ma anche creare calore.
Cosa significa per lei essere presente con una sua opera così importante a Torino? Alla domanda posta l’artista ha affermato che «è importante perché significa essere riuscito a stabilire un dialogo con Torino, la capitale della cultura contemporanea italiana ed è il riconoscimento per il mio lavoro da parte di una committenza di alto spessore culturale che ha saputo lavorare con le istituzioni».
Quasi due secoli di storia per l’Italgas, nata a Torino nel 1837, che oggi è il primo operatore in Italia nella distribuzione del gas e il terzo in Europa e si ripropone come un propulsore che guarda al futuro e orientato verso progetti di sostenibilità e transizioni energetiche da qui al 2030.
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