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Fino al 20 gennaio 2024 la Galleria Hinterland di Vienna ospiterà la collettiva Flight of the Birds, inaugurata in occasione della Vienna Art Week 2023. La mostra, a cura di Oscarito Sanchez e Caroline Ahorner, si sviluppa attorno al poema The Conference of Birds di Farīd al-Dīn ʿAṭṭār – ricerca già iniziata dalla galleria a maggio 2023 – e riunisce le opere di trenta artistǝ provenienti da diverse parti del mondo. Tra di loro, ben 16 italianǝ, emergenti e non: Chiara Zenzani, Paola Madormo, Luana Segato Luse, Agata S. Z, Simona Saggion, Cecilia Miranda, Alberto Storari, Nicoletta De Santoli, Alessandro Sanchez, Iris Corvino, Gjoke Gojani, Cristina Calderoni, Barbara Ventura, Vito Lauciello, Leandro Asoli e il grande Mario Cresci.
The Conference of Birds – poema epico persiano del dodicesimo secolo – racconta come, per sottrarsi alla disperazione che opprime il mondo, la moltitudine di uccelli che lo abita inizia la ricerca di un re perduto che si dice abbia tutte le risposte: nient’altro che la metafora del viaggio mistico dell’umanità verso Dio. Da qui, Hinterland ha cercato connessioni con le pratiche e le ricerche artistiche internazionali contemporanee, componendo, opera dopo opera, un vero e proprio mosaico di visioni.
Ogni artista ha raccontato il mondo in cui viviamo, spaziando non solo nei supporti e nei linguaggi – dalla pittura alla fotografia, dalla scultura al suono – ma anche nelle declinazioni del tema. Le opere, in tensione tra il tempo lontano del poema e la realtà odierna, ragionano sulla migrazione, sul cambiamento climatico, sulla pace e sul conflitto, sui simboli e sulla loro interpretazione e reinterpretazione.
Accanto ai lavori spediti da tutto il mondo – e soprattutto dall’Italia – direttamente in galleria, sono esposti anche gli involucri con cui sono arrivati: buste, lettere e pacchi, con pochi o molti francobolli, parte anch’essi di una mappatura tanto geografica quanto umana. In Flight of the Birds a fare da perno è, insomma, la transculturalità, e la possibilità con essa di parlare una e infinite lingue attraverso l’universalità comunicativa della pratica artistica.