-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
La White Noise Gallery di Roma ha ospitato “Subverting expectations without erasing their origins”, mostra personale di Francesco De Prezzo curata da Domenico De Chirico.
In un rimbalzo tra sovraesposizioni e sottoesposizioni luminose, le due stanze della galleria si arricchivano di diverse modulazioni cromatiche. Nei lavori di Francesco De Prezzo le campiture, apparentemente monocrome, si rivelano ad una visione ravvicinata volutamente imperfette, disomogenee, lasciando intravedere una remota memoria figurativa. L’emergenza di un substrato iconico consente di ricostruire il processo creativo dell’artista, che punta a problematizzare il processo visivo nascondendo la figurazione sotto una coprente massa cromatica. La negazione della rappresentazione si pone così come mezzo catalizzatore della rappresentazione stessa.
I pochi indizi figurativi ci consentono di riconoscere un ambiente interno, identificabile nello studio dell’artista. Uno spazio, dunque, vissuto assiduamente, cui lo sguardo è assuefatto, e che necessita di essere riattivato, purificato. Nel suo processo creativo, l’artista procede dipingendo lo studio rigorosamente dal vero e, successivamente, occultando quanto eseguito, ipotizzandone così una condizione altra. Al residuo visivo è affidato il compito di guidarci alla ricerca di un orientamento, o forse di uno spaesamento.
Un tale meccanismo sembra ricercare la possibilità un’igiene della visione. Occultare per vedere meglio, dunque, come anche tacere per dire meglio, suggeriscono i galleristi associando la ricerca dell’artista ai 4’33’ di John Cage.
La ricerca di Francesco De Prezzo si codifica nel transito da un’intenzione pittorica descrittiva ad una immersiva. Le grandi campiture bianche o nere ricoprono massivamente la tela dipinta, lasciandone scoperte unicamente le strisce ai margini superiori ed inferiori. In un’altra serie, una velatura nera è volta a depotenziare la rappresentazione, lasciando del visto solo un sospetto, una vaga percezione, come una veduta ad occhi chiusi che trattiene solo un minimo della luce posatasi sul reale.
Gaia Bobò
mostra visitata il 15 febbraio
Francesco De Prezzo, Subverting expectations without erasing their origins | White Noise Gallery
via della Seggiola 9, Roma
Info: www.whitenoisegallery.it