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Figure di donne illuminate dal led, un inferno dai colori scintillanti e vibranti, un rebus enigmatico in vetroresina: sono queste alcune delle immagini che compongono l’esplosione visiva e concettuale di Neo Pop: perenne metamorfosi di un mito. La mostra, curata da Giorgio Chinea Canale e allestita al primo piano del Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi di Cortina d’Ampezzo, è un viaggio nell’immaginario del Neo Pop italiano e internazionale, dove un’estetica immediata e un alto impatto visivo si intrecciano a una matrice critica e satirica.
I protagonisti delle opere qui presentate sono personaggi iconici della cultura popolare – tratti dal mondo dei fumetti, dei cartoni animati e dei videogiochi – che si mescolano, si contaminano e diventano parte di un universo pittorico e scultoreo dal linguaggio provocatorio e ironico, incorporando anche citazioni e riferimenti alla cultura definita “alta”.
Il percorso espositivo si apre con i lavori di alcuni tra i più significativi interpreti della scena artistica pop italiana degli anni Ottanta e Novanta —Marco Lodola e Gianni Cella— per poi proseguire con una selezione di opere di artisti del nuovo millennio. Tra questi: Giuseppe Veneziano, che crea un ponte ideale tra antichità e contemporaneità, Fulvia Mendini, con il suo immaginario fiabesco e Giovanni Motta, che esplora l’universo dei sogni infantili, trasformandoli in visioni pittoriche dai toni nostalgici.
Laurina Paperina, poi, con il suo stile inconfondibile ispirato al fumetto e al videogame, ci trasporta in mondi surreali e grotteschi, come accade nel caso di Flames of Hell (2016), un’ampia tela in cui figure mostruose, animaletti stilizzati e improbabili cartoni di latte si uniscono per dar vita a una scena apocalittica, insieme drammatica e ironica.
Lungo il percorso incontriamo anche le opere di Francesco De Molfetta, che trasforma i puttini barocchi in icone satiriche del consumismo contemporaneo, la ricerca urbana e street di Pao, i dipinti fluo di Andy Bluvertigo e le riletture ironiche dei miti della classicità realizzate da The Bounty Killart.
Tutti questi artisti, accomunati dall’energia delle loro opere, danno forma a una narrazione schietta, d’impatto, che si nutre di riferimenti alla cultura popolare: un’estetica figlia della cosiddetta “generazione MTV”, influenzata dal ritmo veloce e dall’impatto immediato dei videoclip musicali degli anni Ottanta e Novanta.
Il percorso di visita viene poi ad arricchirsi grazie alla partecipazione di due artisti giovanissimi —Waro ed Erk14– oltre alla presenza internazionale di artisti quali Tomoko Nagao, Gabriel Ortega e Albert Pinya, che propongono una frasca prospettiva cosmopolita.
Neo Pop: perenne metamorfosi di un mito si presenta dunque come una celebrazione del linguaggio pop, un percorso coloratissimo, in cui le icone del passato si fondono con quelle del presente.