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Genesis: il ciclo della Creazione tra materia e spirito in una nuova prospettiva contemporanea
Mostre
Nato con il proposito di riqualificare un ex setificio ottocentesco attraverso l’arte contemporanea, lo spazio espositivo indipendente Universo Factory di Vittorio Veneto prosegue il cangiante programma espositivo a cura di Simone Ceschin, presentando la mostra Genesis in collaborazione con NP-ArtLab. Questo evocativo dialogo tra le opere di Leonardo Dalla Torre e Giacomo Facca esplora la creazione non solo come atto vitale, ma anche come metafora della genesi artistica, in un continuo rimando tra corpo e spirito. Attraverso installazioni site-specific, l’interazione tra spazio e opere si traduce in un’evoluzione che intreccia dimensioni interiori ed esteriori, fisicità e trascendenza.
Il percorso espositivo ruota attorno al tema della genesi, rappresentato simbolicamente dalle figure di Adamo ed Eva, dipinte da Leonardo Dalla Torre, e dalla scultura della Madonna con il bambino di Giacomo Facca, che evoca la continuità della creazione umana. La contrapposizione tra durevolezza e fragilità, incarnata dalle sculture marmoree dipinte e dalla morbidezza della cera, invita lo spettatore a riflettere sul passaggio dalla solidità, intesa come stabilità e forza materiale, alla vulnerabilità e delicatezza della condizione umana, temi che si rispecchiano nella vita stessa. La mostra propone un dialogo tra questi due poli, dove il contrasto tra sacro e profano emerge con vigore, rivelando l’imperfezione della vita che, sin dal principio, infrange l’ideale linearità.
Le opere di Giacomo Facca, realizzate con materiali organici come funghi, cera e legno, celebrano il profondo legame tra corpo e natura. Quest’ultima diventa il contesto di esplorazione entro cui l’artista indaga il ruolo dell’uomo, oscillando tra eclissi ed epifanie. Il tema della nascita e del nutrimento è centrale nella sua produzione, come testimoniano le opere Nidi e Placenta che rappresentano culle e luoghi di crescita, richiamando le strutture interne del corpo. L’introduzione dell’elemento organico, come il fungo, diventa una metafora della rottura dei preconcetti di perfezione: il fungo si riattiva dopo lunghi periodi di stasi, simbolo delle reali dinamiche di sviluppo che contrastano con schemi prestabiliti. In tal senso, Facca esplicita il rapporto simbiotico tra uomo e ambiente, un gioco di caducità e rinascita, rappresentando il cordone ombelicale che connette il corpo alla terra in un ciclo perpetuo.
Leonardo Dalla Torre affronta il tema della genesi attraverso una pittura infusa di sacralità, rivelando la crisi e la fragilità dei soggetti ispirati dalla lettura biblica. L’artista cattura l’anomalia e il presagio, sondando la precarietà e la deformità del corpo. Nei suoi lavori la pittura si trasforma in carne, stratificandosi e concretizzandosi in figure che patiscono una lotta interna tra creazione e decadenza. Queste immagini, sempre sul punto di estinguersi, si rinnovano in un processo di consumazione, simboleggiando una genesi pittorica che non si cristallizza mai in una forma definitiva, ma continua a evolversi sfidando la linearità dell’opera d’arte. Nel corso di tale evoluzione emerge l’influenza reciproca tra i livelli somatici e psichici: le opere di Dalla Torre rivelano sulla superficie del corpo tracce, segni e cicatrici che testimoniano una narrazione viscerale, capace di collegare la dimensione interiore con il piano epidermico, trasformando il concetto di alterità in un’esperienza profondamente fisica e spirituale al tempo stesso.
La curatela si distingue per la capacità di plasmare con accuratezza un’armonia tra forme e significati. La durezza del marmo dialoga con la malleabilità della cera, creando un equilibrio tra solidità ed effimero, tra l’idea di una genesi perfetta e le sue inevitabili imperfezioni. Anche le pareti che accolgono le opere contribuiscono ad alimentare una tensione eterogenea, amplificando il dialogo tra sacro e profano e mettendo in luce l’intrinseca asimmetria della vita, intrisa di discrepanze.
Il fulcro tematico della mostra riflette sulla creazione come processo dinamico e instabile, manifestato nelle opere di entrambi gli artisti. Attraverso l’intreccio tra scultura e pittura, corpo e natura, Genesis diventa un racconto primordiale e tangibile sulla ciclicità della vita, dove fragilità e forza esprimono disfacimento e rigenerazione.
Con l’ultima mostra dell’anno, Universo Factory dimostra ancora una volta la sua abilità nell’unire storia e contemporaneità, ribadendo il proprio impegno nel creare connessioni profonde e significative tra arte, spazio e pubblico. La dimensione immersiva entro cui si estende la mostra suggerisce di meditare sul ciclo della vita, del corpo e della creazione, in un ambiente che si trasforma insieme alle opere che ospita, diventando parte integrante del processo creativo.