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Giraffe cosmiche e sculture iridescenti: il nuovo progetto di Stefano Non a Bologna
Mostre
di Zaira Carrer
Il nuovo progetto di Stefano Non per das.07 Tempi Nuovi presenta tra lo spazio di CUBO in Porta Europa e il venticinquesimo piano della suggestiva Torre Unipol, due mostre site-specific curate da Claudio Musso, visitabili fino all’11 maggio 2024.
La prima delle due mostre, situata nella sede di CUBO in Porta Europa, è Giraffa con giraffine cosmiche al Museo terrestre, in cui un’opera video realizzata con stralci di documentari scientifici condivide lo spazio con quattro sculture acuminate e spigolose: giraffe provenienti da un altro spazio-tempo e approdate sul nostro pianeta per ricercare le proprie radici biologiche e culturali. Le giraffe metalliche, realizzate con grandi lastre di alluminio, sembrano quasi dei graziosi e leggeri origami posati sul pavimento dello spazio espositivo, ma, al tempo stesso, ci rimandano alle teorie scientifiche di Charles Darwin e all’idea di un museo post-umano. Dunque: tradizione, teorie scientifiche ed estetiche tecnologiche che si fondono nello stesso non-luogo, come se lo spazio-tempo collassasse su sé stesso all’interno degli spazi di CUBO.
Questa calibrata ricerca attraverso diversi media continua negli suggestivi spazi di CUBO in Torre Unipol con l’esposizione Menopermenougualepiù (Costruire sull’assenza del referente). Qui, dalle cristalline vetrate della torre, si può ammirare Bologna da un punto di vista privilegiato, una vista che Stefano Non definisce come «una marea di segni di civiltà passate», sistemi di vita precedenti e presenti che lo hanno portato a ragionare sull’idea di impermanenza e di mobilità. L’artista colloca, così, su ruvide isole di mattoni verniciati, delle lucide sculture in metallo, le cui iridescenze ci riportano alle corazze di certi scarabei o alla parte interna di alcune conchiglie. Genesis (così si chiamano queste cangianti presenze plastiche) è un gioco di luce e di colore, una legge della fisica che va a riverberare in tutto lo spazio espositivo.
Punto focale del progetto di Stefano è poi l’opera video DADA 3000 I.E., in cui l’immaginario geometrico di videogiochi di culto quali SimCity e Minecraft va a fondersi con movimenti di camera ben misurati e citazioni esplicite della grande storia cinematografica. Sui due ampi schermi in mostra, un mondo videoludico e futuristico viene così affollato dai protagonisti della storia dell’arte e della scienza del secolo scorso, tra i quali Marie Curie, Bruce Nauman e un Alberto Burri piuttosto iconoclasta.
Ancora una volta, dunque, passato e futuro si intersecano l’uno con l’altro nella ricerca dell’artista, per il quale, ormai è chiaro, il tempo non esiste.
La mostra è, inoltre, accompagnata da una pubblicazione di Sergio Giusti in forma di breve romanzo fantascientifico, nonché da una serie di incontri che mirano ad approfondire i temi toccati dai progetti espositivi. Il ciclo di appuntamenti include figure di spicco nel panorama scientifico internazionale come il geografo Franco Farinelli e il fisico Guido Tonelli.