Categorie: Mostre

Giulio Paolini, dal particolare all’universale: la mostra alla Galleria Artiaco di Napoli

di - 22 Aprile 2024

La sesta personale di Giulio Paolini alla Galleria Artiaco di Napoli appare come un proseguimento della mostra Fuori Quadro del 2021. In Dall’Italia però, oltre a proporre alcuni lavori realizzati per l’occasione, Paolini sembra tornare alle sue origini, entro i confini “casalinghi”, come suggerisce anche il titolo della mostra. Paolini ha costantemente indagato la rappresentazione e ha scomposto il linguaggio pittorico avvalendosi anche della geometria e dell’architettura.

L’attenzione dell’artista è rivolta al rapporto tra l’autore, le opere, lo spazio della rappresentazione, lo spazio espositivo e lo spettatore. Inoltre la sua produzione non può prescindere dall’immagine in quanto il suo lavoro non si basa su parole o frasi ma si pone su una dimensione concettuale e figurativa. La costruzione delle sue opere si fonda su un repertorio di materiali e strumenti che dialogano costantemente: il plexiglass, la carta, le fotografie strappate, la scultura in gesso, i telai, i proiettori.

Giulio Paolini, Dall’Italia, veduta della mostra, Galleria Alfonso Artiaco, Napoli, 2024. Ph. Elisa Partenzi

Per quanto riguarda le tematiche, coerentemente con la sua ricerca, l’artista reitera nei suoi lavori alcuni contenuti che lo contraddistinguono. I pianeti, i satelliti e i corpi celesti in generale sono molto spesso gli ospiti delle sue immagini e quando non sono sullo sfondo prendono posto in primo piano. Questo accade ad esempio nelle opere Stanza delle apparizioni, Giardino all’italiana e Prova d’autore. Secondo Paolini lo sfondo di ogni nostro gesto è pur sempre lo spazio.

Giulio Paolini, Dall’Italia, veduta della mostra, Galleria Alfonso Artiaco, Napoli, 2024. Ph. Elisa Partenzi

L’artista si sofferma anche su alcune tematiche introspettive come il tema dell’enigma, dell’autoritratto, il concetto di doppio e anche lo scorrere del tempo. Paolini desume tali contenuti dalla conoscenza che ha del lavoro di Giorgio De Chirico: i due non hanno solo affinità linguistiche ma anche biografiche infatti sono legati entrambi alla città di Torino che ha influenzato i loro lavori e la costruzione dei loro “paesaggi”. L’omaggio a De Chirico si identifica nell’opera in mostra L’enigma dell’ora, realizzata nel 2024, dove vengono mostrati stralci fotografici di alcune opere di Paolini dedicate sempre al pittore metafisico, tratte dalla precedente mostra Fuori quadro (2021).

Paolini intende lo scorrere del tempo così come lo percepiva De Chirico: vuole sottrarre il tempo all’immagine rappresentata per giungere così ad un andamento circolare. L’accostamento fra il pensiero di Paolini e quello di De Chirico è privo però di qualsiasi intenzione imitativa.

Giulio Paolini, Dall’Italia, veduta della mostra, Galleria Alfonso Artiaco, Napoli, 2024. Ph. Elisa Partenzi

Lo scopo di Paolini non è nemmeno quello di “traslare” a priori gli artisti classici. L’artista però comprende che le immagini e le nuove opere d’arte non possono prescindere da tutte quelle che l’hanno preceduta. Ogni opera artistica che nasce è parente stretta di tutte le immagini che costituiscono la storia dell’arte e non è possibile affacciarsi al nuovo senza avere cognizione dell’antico.

Giulio Paolini, Dall’Italia, veduta della mostra, Galleria Alfonso Artiaco, Napoli, 2024. Ph. Elisa Partenzi

Nella mostra Dall’Italia infatti la sala principale viene dedicata all’opera Firmamento, realizzata nel 2024, in cui troneggia, citando l’artista «La scultura in gesso di una figura maschile che rappresenta l’autore nell’atto di apporre la ‘sua’ firma (sostituendo al proprio nome quelli di tutti i ‘suoi’ autori) sulla moltitudine di fogli trasparenti collocati su alcuni leggii in equilibrio precario. La macchia di inchiostro, grumo di scrittura, accanto alla mano del disegnatore si addensa sul foglio e corrisponde alla somma dei nomi degli artisti evocati e frequentati dall’autore nel corso della sua lunga attività». Il foglio trasparente firmato dall’autore si sovrappone al foglio con la lista di tutti gli artisti che hanno influenzato il suo percorso. Nella sala inoltre, alle pareti, campeggiano disegni di studi preparatori compiuti dall’artista per poter giungere all’opera finale. Si schiude così un altro concetto fondamentale della produzione di Paolini che è la manipolazione di soggetti tratti dall’antichità.

Giulio Paolini, Dall’Italia, veduta della mostra, Galleria Alfonso Artiaco, Napoli, 2024. Ph. Elisa Partenzi

Tra le opere è possibile scorgere Teogonia, la nascita degli dei: Paolini estende però il significato di questo termine all’origine della nascita del Tutto. Il percorso mostra si chiude con una riflessione sul ruolo dello spettatore e anche sul tema della duplicazione. L’artista è il primo spettatore, così come si vede nell’opera Fuori scena (2024), un’immagine che mostra un soggetto in piedi (che potrebbe ricordare Paolini da giovane) intento a scrutare l’immagine della sala stessa in cui l’opera è esposta.

Giulio Paolini infine omaggia ancora una volta la città di Napoli e le zone limitrofe attraverso l’opera Detto (non) fatto in cui teche di plexiglass accolgono stralci di immagini del mare e anche l’opera Et in Arcadia ego in cui è visibile in primo piano l’affresco raffigurante il tuffatore di Paestum.

Giulio Paolini, Dall’Italia, veduta della mostra, Galleria Alfonso Artiaco, Napoli, 2024. Ph. Elisa Partenzi

La mostra di Giulio Paolini alla Galleria Alfonso Artiaco sarà visitabile fino al 30 aprile 2024.

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