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“Esposizione di frutta e verdura” di Giuseppe De Mattia potrebbe propriamente dirsi una “meta-esposizione”, un concetto espositivo ripiegato in se stesso che si interroga sulle possibili implicazioni dell’idea stessa di esposizione. A cura di Vasco Forconi, il progetto è realizzato in collaborazione con Museo Carlo Zauli di Faenza ed è stato precedentemente presentato nel contesto di La Quarta Notte di Quiete. Scarti, a cura di Christian Caliandro. Entrando nella prima sala, ci si trova avvolti in un’atmosfera immersiva colorata da un neon verde e connotata da un aroma artificiale dalle note vegetali. La seconda sala è dominata dalla monumentale installazione di un banco di frutta e verdura fresca, affiancato da un dipinto di piccole dimensioni. All’interno delle casse di legno, i prodotti sono intervallati da riproduzioni di frutta e verdura artificiali di produzione dell’artista.
L’Esposizione, nel più esatto utilizzo del termine, è un insieme critico complesso, stratificato e molteplice.
Ad una prima lettura si evince la volontà dell’artista di porre l’attenzione sul momento espositivo come esperienza sensoriale, intento che si palesa prontamente grazie agli stimoli visivo-olfattivi offerti dalla mostra, in un gioco di rimbalzi tra gli elementi organici e inorganici delle due sale della galleria. Congiuntamente, vuole se ne vuole evidenziare la natura relazionale, espressa dalla possibilità offerta ai visitatori di acquistare la frutta e verdura fresca direttamente in galleria, partecipando così attivamente all’operazione artistica. Si rivela inoltre cruciale la problematica dell’oggettualità, indagata operando per negazione: se difatti nella prima sala la rinuncia alla fisicità dell’opera si rivela totale nell’evocazione di un ambiente effimero, nel secondo ambiente questa è negata dall’illusoria ‘afferrabilità’ degli oggetti esposti e dalla loro natura precaria, che trova compimento nella duplice ipotesi del deperimento o del consumo.
Esasperando le qualità effimere dell’opera d’arte, l’indagine si inserisce inevitabilmente in una linea di ricerca che ha le sue radici negli anni ’60, strutturatasi in reazione alla crescente egemonia del mercato dell’arte. Il taglio marcatamente ironico del banco frutta di De Mattia è funzionale a proporre un’ulteriore riflessione in questo senso, indicando il ruolo dell’ “esposizione” come momento di mediazione nel contesto di un sistema artistico dominato dal mercato – qui rappresentato nel senso più letterale! – in una messa in scena dissacrante delle logiche consumistiche che lo contraddistinguono.
Ad essere esposta negli spazi di Matèria, tuttavia, è soprattutto una manifestazione del tempo e del suo trascorrere, resa possibile grazie alla presenza delle due diverse scansioni ritmiche indotte dall’artista. Se difatti nella prima sala ci si trova sospesi in un tempo immutabile ed irreale, determinato dalla presenza di componenti artificiali, nella seconda sala si è partecipi alla caducità ed al disfacimento perpetuo. In questa natura morta spaziale fa da padrona una temporalità asfissiante, scandita perentoriamente dalla decomposizione programmata della merce esposta, evidenziata dai contrappunti artificiali inseriti dall’artista.
Gaia Bobò
Dal 22 ottobre 2019 al 21 gennaio 2020
Giuseppe De Mattia Esposizione di frutta e verdura
Matèria
via Tiburtina 149, Roma
Orari: dal martedì al sabato dalle 11 alle 19
Info: www.materiagallery.com