Apre oggi, 1° settembre 2024, la nuova edizione di Homo Faber, organizzata dalla Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship e sviluppata nei suggestivi spazi di Fondazione Cini, sull’Isola di San Giorgio Maggiore. Il tema di quest’anno (The Journey of Life), ideato da Hanneli Rupert, e interpretato in maniera magistrale dai direttori artistici Luca Guadagnino e Nicolò Rosmarini, si propone come un vero e proprio viaggio attraverso le varie tappe della vita. L’esposizione racconta così, tramite più di 800 oggetti realizzati interamente a mano da artigiani provenienti da tutto il mondo, di un’esperienza universale e al contempo estremamente intima.
Il percorso si divide in dieci mostre tematiche che accompagnano il visitatore dalla nascita all’aldilà, a partire dal chiostro della fondazione, immaginato per quest’occasione come un’ampia riproduzione del gioco dell’oca, simbolo del destino che ci lega tutti. Tutta una serie di pannelli ricamati si susseguono così nel portico, in un tripudio di diversi tessuti e tecniche provenienti dai luoghi più disparati.
Bellissima è, poi, la sala dedicata alle celebrazioni, sviluppata all’interno del Cenacolo Palladiano, le cui pareti si rivestono per l’occasione di un delicato tessuto plissettato di un rosa pallido. L’enorme tavolo di cristallo al centro della sala si affolla di piatti decorati, bicchieri di cristallo, vasi dai colori lucenti e tortine di ceramica laccata ed entra in stretto dialogo con l’affresco sul fondo della sala, attribuito a Paolo Veronese.
Nella sala del corteggiamento, invece, la profondità dei sentimenti umani è esplorata attraverso un esplodere di fiori di carta, pelle, tessuto, silicone e così via. Si trovano, in questa sorta di giardino ideale, lavori elegantissimi ed impressionanti nella loro precisione, come The Wishes di Ko Hye-jeong e l’Eternal Bouquet, realizzato da Studio Marianne Guély.
Impressionante è poi lo spazio dedicato al sogno, sviluppato in un’ampia sala buia, dove per la prima volta in 50 anni, la piscina della Fondazione Cini è stata nuovamente riempita d’acqua. A qualche centimetro dalla superficie cristallina, una serie di figure spettrali sembrano sospese, aumentando la sensazione di trovarsi in un luogo altro, in bilico tra sonno e veglia.
Dalle pareti, maschere realizzate nei materiali nei materiali più disparati seguono attente il passo dei visitatori. In particolare, bellissimi sono i lavori in mohair e seta, realizzati da Judas Companion e posate su auto-ritratti in cemento dell’artista.
A concludere il percorso, la sala dedicata all’aldilà esplora diverse interpretazioni della vita dopo la morte, non solo attraverso oggetti esplicitamente funerari, ma attraverso l’uso di materiali quali ossa e materiali di scarto, che ritrovano così una nuova esistenza. Esposto qui è anche l’arazzo Map of Truths and Beliefs (2011) dell’artista inglese Grayson Perry, un tributo a tutti gli artigiani anonimi le cui creazioni si trovano ora all’interno dei musei antropologici di tutto il mondo.
Ad animare tutte le sale, inoltre, continue dimostrazioni dal vivo di artigiani indipendenti e maison prestigiose coinvolgono il visitatore, permettendo così di osservare tecniche complesse e sofisticate, permettendo un contatto diretto non solo con questi splendidi oggetti, ma anche con i maestri che rendono la loro esistenza possibile.
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