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I Paraventi alla Fondazione Prada di Milano: storia di una migrazione culturale
Mostre
Quando varchiamo la soglia dell’area espositiva Podium di Fondazione Prada a Milano, veniamo inglobati in un ambiente labirintico. I pannelli di plexiglass curvilinei, progettati dallo studio di architettura SANAA, si alternano a tende dalle linee fluide e curve, che avvolgono le settanta opere in modo dolce e aggraziato. Questi pannelli, districandosi nello spazio espositivo, accompagnano l’osservatore lungo questo percorso storico-artistico-iconografico attorno all’evoluzione del paravento.
L’allestimento dunque, permettendoci di districarci, quasi a perderci, in questo labirinto, ci invita a soffermarci sulle opere e a non considerarle come meri oggetti bidimensionali, degnabili di un singolo e sfuggente sguardo. L’esposizione smuove infatti dalla riflessione attorno al concetto stesso di paravento e alla sua natura liminale. Si tratta di un oggetto d’arredo, d’architettura, di scultura, o di design?
Il percorso inizia con una installazione Screen Autobiography, 2023 di Cao Fei, che ci presenta uno schermo digitale pieghevole, elemento che permette il collegamento ma anche una separazione dalla dimensione del reale. L’opera si propone come un immediato sguardo al presente, introducendoci a ciò che per noi ora costituisce un paravento, riflettendo attorno a come la sua concezione si sia sedimentata al giorno d’oggi e al significato che è arrivata ad assumere rispetto alle sue origini.
Ecco che qui Le Battaglie di Ichinotani e Yashima, XVIII sec., Cina, ci mostrano ciò per cui al principio erano destinati ad essere: non costruivano solo un elemento d’arredo, ma pure di contemplazione all’interno delle mura domestiche e di protezione all’esterno di queste. Erano elementi di ricordo, sui quali venivano rappresentate grandi gesta ed imprese.
Tutti questi elementi, seppur distanti in epoche e significati, riescono a dialogare bene fra di loro tramite questo allestimento, che crea un fluire di spazi e significati in grado di proporci in modo mediato questo salto simbolico-temporale.
La mostra, nel suo tentativo di analizzare questa evoluzione attorno al concetto di paravento, ci presenta inoltre il suo sviluppo in Occidente dove acquisisce un nuovo significato legato alla tradizione dei polittici, dalla quale prende alcuni spunti ed elementi. Un esempio può essere osservato in Paravento ricamato con le figure di Lucrezia, Ippolita ed Elena, 1860-89.
Troverà una grande approvazione nel ‘900, in cui noti designer e architetti, ragionando attorno al suo concetto di modularità, realizzeranno degli oggetti che si pongono al limite fra scultura e arredamento. Ad incarnare questo concetto di liminalità troveremo poi nei primi anni del 2000 ad esempio i lavori di Elmgreen & Dragset Paravent, 2008 o di Joan Jonas Double Lunar Rabbit, 2010 che si pongono a metà fra oggetti di contemplazione, d’arredo, teatrali, di design e d’arte.
Questa esposizione è una storia di una evoluzione ed integrazione di stili e culture, che ci viene presentata tramite un ‘oggetto’, il cui uso e significato si è distinto nel corso dei secoli, ma che ha trovato nel contemporaneo un punto di sintesi.
La mostra è in concomitanza con altre due esposizioni presso Prada Rong Zhai a Shanghai e Prada Aoyama a Tokyo.
Gli artisti esposti a Fondazione Prada Milano in Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries sono: Alvar Aalto, Carla Accardi, Kai Althoff, Atelier E.B (Beca Lipscombe & Lucy McKenzie), Kamrooz Aram, Francis Bacon, Giacomo Balla, Hernan Bas, Lisa Brice, Marc-Camille Chaimowicz, Tony Cokes, William N. Copley, Pedro de Villegas, Jim Dine, Marlene Dumas, Charles and Ray Eames, Elmgreen & Dragset, Cao Fei, Isa Genzken, Duncan Grant, Eileen Gray, Wade Guyton, Kenneth Halliwell, Anthea Hamilton, Mona Hatoum, David Hockney, Josef Hoffmann, Pierre Jeanneret, Joan Jonas, William Kentridge, Yves Klein, Le Corbusier, Sol LeWitt, Shuang Li, Goshka Macuga, René Magritte, Kerry James Marshall, Takesada Matsutani, Małgorzata Mirga-Tas, William Morris and Elizabeth Burden, Chris Ofili, Laura Owens, Lê Phổ, Pablo Picasso, Jean Prouvé, Man Ray, Ed Ruscha, Betye Saar, Watanabe Shikō, Tiffany Sia, Lorna Simpson, John Stezaker, Keiichi Tanaami, Wu Tsang, Luc Tuymans, Cy Twombly, Francesco Vezzoli, Carrie Mae Weems, Franz West, T. J. Wilcox, Chen Zhifo.