Vedere o toccare? L’eterno dilemma dell’arte, che ritorna su dimensioni ambientali, tra superficie e profondità, nelle opere di Eric Nathaniel Mack in mostra alla Galleria Franco Noero di Torino. “Felt” è il titolo della prima personale dell’artista statunitense in Italia, cioè “sentito”, in riferimento, dunque, a una molteplicità di sensazioni che sfumano l’una nell’altra, andando a comporre quel sostrato percettivo complesso che spesso si avverte quando si “attraversano” certe opere d’arte. Tessuti e carte, indumenti, coperte, pannelli forati, pagine di riviste, sono questi i materiali che, proseguendo e aggiornando la tradizione del ready-made, vengono ritrovati e rielaborati da Mack per dare consistenza alle sue opere.
«Il linguaggio visivo di Eric Nathaniel Mack parla attraverso questi materiali, così come attraverso il colore e la consistenza, la percezione e la fluidità», spiegano dalla galleria. «Le sue opere si dispiegano e si muovono, rese vive da una gamma di tonalità, da forme irregolari e da una narrazione poetica. I riferimenti all’industria della moda e alla figura conferiscono una qualità seducente, riferendosi all’identità o a una narrazione fatta di materiale desiderio e intenzione».
Nato nel 1987, a Columbia, nel Maryland, Eric Nathaniel Mack attualmente vive e lavora a New York. Ha conseguito il BFA presso la Cooper Union, New York, e il MFA presso la Yale University, New Haven. Nel 2017, è stato il vincitore del primo BALTIC Artists’ Award, selezionato dall’artista Lorna Simpson, e ha completato la Rauschenberg Residency a Captiva Island, Florida, e una residenza d’artista presso la Delfina Foundation a Londra, Regno Unito. Ha esposto per mostre personali e collettive presso sedi istituzionali, quali il Brooklyn Museum di New York e The Power Station, a Dallas, il Camden Arts Centre di Londra e la Whitney Biennial 2019.
Tra le sue prossime mostre, la partecipazione alla collettiva “Chronorama Redux”, curata da Matthieu Humery, a Palazzo Grassi a Venezia, in apertura a marzo 2023. Nel 2021 è stato inoltre vincitore del Philip Guston Rome Prize, attribuito dall’American Academy in Rome.
Il suo lavoro comprende opere fatte con tessuti, fotografia, oggetti trovati e, pur partendo da un’idea compositiva di tali elementi su una superficie, può arrivare a esiti tridimensionali, entrare nello spazio oppure adattarsi alla parete. La sua ricerca ricorda quella di artisti come Robert Rauschenberg che, a metà anni ’70, iniziò a lavorare proprio sulle stoffe, ma anche Christo e Jeanne-Claude, per l’approccio pittorico all’intervento nello spazio.
La mostra di Eric Nathaniel Mack alla Galleria Noero di Torino sarà visitabile fino al 29 aprile 2023.
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